Lavoro, Fornero: "Marcegaglia sia responsabile"

Politica

Il ministro del Welfare definisce “incomprensibile" la reazione di Confindustria. Intanto Camusso conferma lo sciopero del 13 aprile: “Ok su articolo 18, male su precariato e crescita”. Patroni Griffi a SkyTG24: “Adattamenti per pubblica amministrazione”

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Da una parte l'invito del ministro del Lavoro: "Marcegaglia sia responsabile". Dall'altro Susanna Camusso: "Bene sull'articolo 18, male su precariato e crescita". Nell'attesa che il Parlamento inizi a discutere il disegno di legge (il testo) presentato dal governo, la discussione sulla riforma del mercato del lavoro continua sui giornali, tra interviste e polemiche, con Landini (Fiom) che boccia comunque la riforma e il ministro Patroni Griffi che a SkyTG24 dice: "Studieremo delle modifiche e degli adattamenti anche per la pubblica amministrazione".

Fornero: "E' il teatrino delle parti sociali" -
"Nessuno avrebbe scommesso che saremmo riusciti a modificare l'articolo 18, e adesso le imprese ci dicono che non è cambiato niente". Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, in un'intervista alla Stampa, parla di "teatrino delle parti sociali" e definisce "una reazione incomprensibile" quella di Emma Marcegaglia, che ha bollato il ddl come "testo pessimo". "Prima di tutto bisognerebbe essere responsabili anche nei messaggi che si mandano ai mercati e all'estero - dice Fornero riferendosi alle parole di Marcegaglia - e poi, prima di rilasciare certe dichiarazioni, l'articolato avrebbe meritato una lettura più pacata e attenta". "Il governo ha pensato al Paese, non a favorire una o l'altra parte. Bisognerebbe smettere di pensare solo agli interessi di bottega", afferma Fornero, che si dice "ben felice di fare un confronto pubblico, anche in televisione, con Emma Marcegaglia per spiegare la riforma e come stanno le cose". L'esecutivo, prosegue Fornero, non ha fatto nessuna marcia indietro. La verità è che abbiamo modificato lievissimamente la riforma dell'articolo 18, abbiamo solo inserito la norma secondo cui in caso di manifesta insussistenza il giudice può stabilire il reintegro, il resto è rimasto uguale". A questo proposito, aggiunge, "non mi aspettavo una sfiducia così aperta nei confronti dei giudici. Se si vuole il cambiamento non lo si può costruire sui pregiudizi".

Camusso: "Ok sull'articolo 18, male su precariato e crescita" -
"Bene sull'articolo 18, ancora male su precariato e crescita". Questa l'analisi di Susanna Camusso sul ddl lavoro. Intervistata da Repubblica, Stampa e Unità, la leader della Cgil conferma lo sciopero del 13 aprile sulle pensioni e spiega che "l'agitazione continua, sia per le preoccupazioni che abbiamo rispetto all'iter parlamentare, sia per quello che manca, come la crescita". Il governo è stato "costretto a un passo indietro" sui licenziamenti grazie alla mobilitazione del paese", afferma Camusso, ma "c'é una forte distanza tra annunci e misure". Il "vero dissenso" con l'esecutivo Monti è sulla crescita. "Il governo, sbagliando, pensa che basti mettere in ordine pensioni e mercato del lavoro, ridurre e tagliare welfare e spese sociali per determinare la crescita. Mentre noi pensiamo esattamente l'opposto", sottolinea la leader sindacale. Altra questione è il precariato, dove "c'è un abisso tra le aspettative e le decisioni concrete". Le tipologie di contratti atipici "sono rimaste sostanzialmente tutte", dichiara Camusso, secondo cui è "particolarmente grave che sia stato detto che i giovani sarebbero stati al centro della riforma e invece sono stati solo usati, come sulle pensioni". Punti critici sono anche gli ammortizzatori sociali, dove "l'università dichiarata proprio non esiste malgrado si pretendano più soldi", e i co.co.pro, perché "l'aumento dei contributi non ha garanzie di non essere scaricato sui lavoratori". Inoltre, aggiunge, "ci ha colpito negativamente la questione dell'associazione in partecipazione".

Landini: "Svuotato il senso dell'art.18" - Di parere assai diverso il leader della Fiom Maurizio Landini: "E' stato svuotato il senso e il contenuto dell'articolo 18. Con la proposta del governo, che spacchetta i motivi del licenziamento, il risultato è che in molti casi non c'è più il reintegro ma un risarcimento economico". Landini, intervistato dal Corriere della Sera, conferma il giudizio negativo sulla riforma del lavoro e chiede alla Cgil di non fare marcia indietro e di attuare gli scioperi previsti. "Vedo la stessa logica nella riforma delle pensioni e in questa del mercato del lavoro. Ed è una logica sbagliata", sostiene Landini.
"Siamo di fronte a un governo politico che sta facendo scelte che rispondono alla lettera inviata ad agosto dalla Bce, che continua a dire che per uscire da questa crisi bisogna tagliare lo Stato sociale, rendere più facili i licenziamenti e ridurre la contrattazione". La riforma, denuncia il leader della Fiom, "non riduce la precarietà. Non è vero che darà un lavoro stabile ai giovani. Restano i 46 tipi di contratti che c'erano prima". Un'altra critica riguarda gli ammortizzatori sociali, perche' "non c'è l'universalità".

Patroni Griffi a SkyTG24: "Adattamenti necessari anche per Pubblica amministrazione" - E sulla riforma, ma dal fronte della pubblica amministrazione, interviene anche il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi: "Già da gennaio è aperto un tavolo con le organizzazioni sociali del pubblico impiego su una serie di aspetti. Sicuramente, a maggior ragione dopo la riforma del mercato del lavoro privato, dovremo studiare gli adattamenti necessari in entrata e in uscita", dice a SkyTG24, rispondendo alla domanda su come sarà 'riempito' l'articolo 2 del ddl Fornero relativo al rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.
Quanto all'eventuale adeguamento alla normativa sull'uscita e quindi al nuovo articolo 18, il ministro rileva che "è un po' un falso problema, perché la famiglia dei licenziamenti discriminatori è analoga nel pubblico e nel privato. Il licenziamento disciplinare nel pubblico è assistito giustamente anche da garanzie maggiori perché i pubblici dipendenti hanno non solo il dovere di lealtà verso l'impresa ma verso la pubblica amministrazione, che sono tutti i cittadini".

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