Il fondatore del Carroccio lascia la carica a seguito dell'inchiesta che vede indagato l'ex tesoriere del partito Belsito. Al suo posto un triumvirato con Calderoli-Maroni-Dal Lago. Gli inquirenti: “Soldi alla famiglia del Senatùr e a Calderoli”
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(In fondo all'articolo tutti i video sul caso Belsito)
"Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia". Umberto Bossi lascia dopo più di 20 anni alla guida del Carroccio, in seguito all'esplosione dello scandalo sui contributi elettorali al centro dell'inchiesta sull'ex tesoriere del partito Francesco Belsito.
Le dimissioni, "irrevocabili" sono state presentate al consiglio federale del movimento, riunito nel quartier generale di via Bellerio.
"Chi sbaglia paga qualunque cognome porti" - "Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti" ha detto Bossi nel corso del consiglio federale, con riferimento ai suoi familiari, che sarebbero coinvolti dallo scandalo.
Al posto del Senatùr sarà un triumvirato a guidare il partito: il coordinatore delle segreterie nazionali Roberto Calderoli, l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni e la parlamentare veneta Manuela Dal Lago. Eletto anche il nuovo tesoriere, Stefano Stefani.
"E' stata infine deliberata la richiesta che il Comitato Amministrativo Federale sottoponga immediatamente ad una società di revisione dei conti esterna la certificazione della situazione patrimoniale della Lega Nord", si legge nel comunicato (guarda la tag cloud).
Maroni contestato in via Bellerio - Dopo la diffusione della notizia dell'addio del Senatùr, i militanti del Carroccio riuniti in via Bellerio a sostegno del leader sono entrati nella sede al grido di 'Bossi Bossi' (guarda le foto). Dichiarazioni di segno opposto per Maroni, che ha ricevuto cori come "buffone, buffone", mentre gli venivano gettati sulla macchina dei volantini con riferimenti al 'bacio di Giuda'.
Maroni ha però riferito all'Ansa di aver detto a Bossi: "Umberto se deciderai di ricandidarti al congresso federale questo autunno io ti sosterrò". "Alla fine del Consiglio federale - ha aggiunto Maroni - io e Umberto ci siamo lungamente abbracciati". - "Non è vero che Maroni ha tradito" ha poi commentato in serata Bossi e domani 6 aprile i due esponenti leghisti, attorno i quali si dividono più che mai le due anime leghiste, si incontreranno nella sede di via Bellerio.
Bossi: "Dimissioni non vogliono dire che io scompaia" - "Mi dimetto perché ora sarei di intralcio, su questi soldi bisogna fare chiarezza. Tutta la manovra è chiara: è contro di me e la Lega" ha detto poi Bossi in serata. "Nessuno mi ha chiesto di dimettermi (ascolta l'audio in alto).
"Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che io scompaia. Se lo scordino" ha detto poi Bossi in un'intervista alla Padania in edicola domani 6 aprile. (guarda la prima pagina de La Padania)
I soldi dalle casse della Lega a "the Family" - Nella giornata delle dimissioni di Bossi sono emerse nuove clamorose rivelazioni dall'inchiesta sull'ex tesoriere Belsito. Oltre al ritrovamento, nella sua cassaforte, di una cartella denominata 'Family', diverse intercettazioni raccontano di un uso del denaro della Lega per soddisfare i bisogni dei congiunti del senatùr e di altri esponenti del Carroccio, a partire dall'ex ministro Calderoli.
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Le dimissioni, "irrevocabili" sono state presentate al consiglio federale del movimento, riunito nel quartier generale di via Bellerio.
"Chi sbaglia paga qualunque cognome porti" - "Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti" ha detto Bossi nel corso del consiglio federale, con riferimento ai suoi familiari, che sarebbero coinvolti dallo scandalo.
Al posto del Senatùr sarà un triumvirato a guidare il partito: il coordinatore delle segreterie nazionali Roberto Calderoli, l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni e la parlamentare veneta Manuela Dal Lago. Eletto anche il nuovo tesoriere, Stefano Stefani.
"E' stata infine deliberata la richiesta che il Comitato Amministrativo Federale sottoponga immediatamente ad una società di revisione dei conti esterna la certificazione della situazione patrimoniale della Lega Nord", si legge nel comunicato (guarda la tag cloud).
Maroni contestato in via Bellerio - Dopo la diffusione della notizia dell'addio del Senatùr, i militanti del Carroccio riuniti in via Bellerio a sostegno del leader sono entrati nella sede al grido di 'Bossi Bossi' (guarda le foto). Dichiarazioni di segno opposto per Maroni, che ha ricevuto cori come "buffone, buffone", mentre gli venivano gettati sulla macchina dei volantini con riferimenti al 'bacio di Giuda'.
Maroni ha però riferito all'Ansa di aver detto a Bossi: "Umberto se deciderai di ricandidarti al congresso federale questo autunno io ti sosterrò". "Alla fine del Consiglio federale - ha aggiunto Maroni - io e Umberto ci siamo lungamente abbracciati". - "Non è vero che Maroni ha tradito" ha poi commentato in serata Bossi e domani 6 aprile i due esponenti leghisti, attorno i quali si dividono più che mai le due anime leghiste, si incontreranno nella sede di via Bellerio.
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"Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che io scompaia. Se lo scordino" ha detto poi Bossi in un'intervista alla Padania in edicola domani 6 aprile. (guarda la prima pagina de La Padania)
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