Lavoro, Cgil conferma sciopero. Marcegaglia: testo pessimo

Politica

"Non è quello che avevamo concordato" attacca la leader degli industriali. Monti: "Confindustria fino a tre mesi fa una riforma così se la sognava". Camusso: "Positiva la riconquista del reintegro", ma la mobilitazione resta. VIDEO

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La Cgil giudica positivamente la reitroduzione del diritto al reintegro anche per i licenziamenti economici insussistenti, inserita nella nuova formulazione della riforma del mercato del lavoro (qui il testo), ma conferma le proprie iniziative di mobilitazione. Lo rende noto un comunicato della segreteria del sindacato guidato da Susanna Camusso. Duro invece il commento di Emma Marcegaglia sul testo del governo, che in una conversazione con il Financial Times lo ha definito "Very bad". "Il testo è pessimo. Non è quello che abbiamo concordato" ha detto la leader di Confindustria.
Parole che non piacciono a Mario Monti che risponde che "Confindustria fino a tre mesi fa si
sarebbe sognata una riforma del genere".

Cgil: "Reintegro risultato positivo"
- Nella nota del sindacato di Susanna Camusso si legge che "la riconquista dello strumento del reintegro nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica", ma si lamenta la mancanza nella riforma di una prospettiva di crescita e la mancata universalità nella estensione degli ammortizzatori e conferma che il Direttivo "definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione".

Confermato lo sciopero
- La Cgil conferma dunque otto ore di sciopero generale contro la maggiore flessibilità di licenziamento introdotta dal disegno di legge messo a punto da Fornero. Al centro delle iniziative, il sindacato indica: il presidio della discussione sul Ddl "al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori"; la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati; l'ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. "Sulla base di queste priorità - si legge nella nota - il prossimo Direttivo della Cgil definira' il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione". Intanto le strutture della Cgil sono impegnate nella preparazione della manifestazione del 13 aprile a contrasto degli effetti della riforma pensionistica.

Camusso: "Sorveglieremo percorso parlamentare"
- Posizioni poi ribadite in serata da Susanna Camusso, che ha spiegato come la Cgil resta pronta alla mobilitazione qualora la riforma del mercato del lavoro, durante il suo percorso in Parlamento, non manifesti "le risposte di universalità che riteniamo necessarie". "Proporremo a Cisl e Uil iniziative comune per presidiare  il percorso parlamentare" anche per dare delle risposte ai problemi  della precarietà e chiedere azioni concrete sul fisco, aggiunge Camusso.

Nicolosi: "Passo indietro non basta"
- In precedenza, una nota diffusa da Nicola Nicolosi, segretario nazionale della Cgil e coordinatore dell'area programmatica Lavoro e società, diceva che: "dalla lettura del testo emerge un passo indietro che non è però sufficiente a ritirare lo stato di agitazione e gli scioperi conseguenti". "Deve infatti proseguire la mobilitazione in difesa dell'articolo 18, per il mantenimento del reintegro anche in caso di licenziamento per motivi disciplinari ed economici senza giusta causa e giustificato motivo", aggiunge la nota.

Rinaldini: "Soddisfazione della Cgil non giustificata"
- Anche più duro è il commento di Gianni Rinaldini, coordinatore nazionela de "La Cgil che Vogliamo", corrente di minoranza nel sindacato, che attacca la segreteria del suo sindacato. "La soddisfazione espressa dalla  Segreteria nazionale della Cgil sull'articolo 18 come esce dalla recente  versione del disegno di legge sul mercato del lavoro non trova  giustificazione alcuna nel testo medesimo, nel quale il reintegro è una palese eccezione scarsamente esigibile dal lavoratore" si afferma infatti in una nota.  "Inoltre, il giudizio espresso dalla Segreteria Nazionale non  corrisponde al mandato del Direttivo Nazionale, che ha chiaramente  votato un pacchetto di 16 ore di sciopero anche e soprattutto in  difesa dell'integrita' dell'art.18 -continua Rinaldini-.La Cgil che  Vogliamo chiede la convocazione immediata del Direttivo nazionale che  valuti l'articolato di legge, le modifiche intervenute e confermi  motivazioni, obiettivi e contenuti del pacchetto di ore di sciopero  decise".

Marcegaglia: "Riforma pessima" - In un'intervista al Financial Times arriva una bocciatura al testo del governo anche da Emma Marcegaglia. La leader di Confindustria dice che "sarebbe meglio non fare nulla o modificare la riforma in Parlamento, questa riforma non è ciò di cui il paese ha bisogno". Parlando più in generale del governo Monti aggiunge inoltre che "l'inizio e' stato positivo: eravamo vicinissimi all'abisso" ma ha anche aggiunto che i passi successivi, soprattutto in campo di liberalizzazioni, sono stati deludenti. "Sui tagli alla spesa pubblica finora non abbiamo visto nulla". Alle parole di Marcegaglia si aggiungono quelle del vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei che nel pomeriggio scrive in una nota che il ddl "delude le aspettative delle imprese...irrigidisce le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro e ne aumenta il costo oltre a non eliminare l'anomalia dell'articolo 18. Combinato con gli effetti della riforma delle pensioni, che allungano la permanenza al lavoro delle persone più anziane, il provvedimento ha il solo effetto di aumentare in modo drammatico il costo del lavoro e la disoccupazione giovanile".

Monti: "Confindustria se la sognava una riforma così" - "Marcegaglia definisce il testo della riforma pessimo che non è un understatement. Si prenda le responsabilità di quello che ha detto". Con queste parole Mario Monti ha commentato le dichiarazioni della leader di Confindustria.   "Tre mesi fa - ha aggiunto - la Confindustria non avrebbe nemmeno potuto sperare che il licenziamento per motivi economici diventasse in Italia come è nei Paesi dove c'è maggiore flessibilita' e che il ruolo del reintegro fosse limitato come è con questa riforma, solo a casi di abuso di licenziamenti economici".

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