Schifani: "Lavoro, via libera dal Senato a metà maggio"

Politica
Il presidente del Senato Renato Schifani

Il presidente di Palazzo Madama a SkyTG24: “Se c’è l’intesa tra partiti su temi controversi come i licenziamenti economici, siamo pronti a lavorare notte e giorno”. E sulla nuova bozza di legge elettorale dice: “Non sarà una tomba del bipolarismo”. VIDEO

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(in fondo all'articolo l'intervista integrale)

Il disegno di legge sul mercato del lavoro, le possibili riforme istituzionali, gli accordi per modificare la legge elettorale.
Ospite dell''Intervista' di Maria Latella, il presidente del Senato Renato Schifani si dice piuttosto ottimista, a cominciare dal possibile accordo per revisionare il sistema di voto.
"Io ci credo - dice a SkyTG24 - i tre leader hanno già individuato un percorso, ritornando al collegio, che lega meglio il rapporto tra base elettorale ed eletto".
Ma l'attenzione è più che altro incentrata sulla riforma del lavoro: "Tifo Fornero - spiega Schifani - ma allo stesso tempo la incoraggio a trovare una soluzione per una mediazione", dice, augurandosi  di poter trovare un punto d'incontro su temi controversi come il licenziamento economico.
"In Senato noi siamo pronti a lavorare giorno e notte, l'importante è che si trovi un'intesa politica. Se le cose vanno in questo modo, si può approvare in Senato a metà maggio".

"La legge elettorale non sarà una tomba del bipolarismo" - Quanto alla nuova bozza di legge elettorale - che non prevedrebbe l'obbligo di alleanza preventiva tra partiti - non sarà "una tomba del bipolarismo" e auspica un sistema "ragionato, un'alleanza su scelte rigorose e partiti omogenei", un "modello che funziona in altri paesi, tra cui la Germania", diversamente da ciò che è accaduto oggi con "la mancanza di coesione politica all'interno delle alleanze".
Il presidente del Senato si dice poi convinto che "in assenza di motivazioni vere e giustificate si può immaginare di prevedere una sanzione di decadenza anche per i parlamentari, come accade per altri incarichi".

"Lo Stato non può essere la causa del fallimento di un privato"
- Spazio poi all'emergenza legata anche al record di fallimenti delle imprese: "Il tema è delicato e riguarda due problemi: la stretta creditizia da parte delle banche, insostenibile per le nostre aziende; ma anche l'inaccettabile ritardo nel pagamento da parte della pubblica amministrazione dei propri debiti. Lo Stato non può essere la causa del fallimento di un privato".

L'intervista integrale:



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