Lavoro, Angeletti: "Ci sono le basi per un accordo"

Politica

Riparte la trattativa tra governo e sindacati. Fornero: "Accordo entro il 23 marzo". Tra i temi il riordino dei modelli contrattuali e la riforma degli ammortizzatori sociali. Uil e Cisl ottimisti. Bonanni: "Intesa separata non conviene a nessuno"

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(in fondo all'articolo tutti i video sulla riforma del lavoro)

Settimana decisiva per la trattativa governo sindacati sulla riforma del mercato del lavoro che riprende oggi, lunedì 12 marzo. Monti e Fornero vorrebbero chiudere tra il 21 e il 23, possibilmente trovando un accordo con le parti sociali. E ottimismo sulla possibilità di un'intesa viene anche da Cisl e Uil. . Secondo Luigi Angeletti le basi per un accordo ci sono, perciò "presumibilmente entro la settimana si chiuderà la trattativa". Ma, avverte il leader della Uil, a margine dell'assemblea dei metalmeccanici, "non è però  un accordo, e non lo è mai stato, che porterà nuovi posti di lavoro. Non lo era quando abbiamo cominciato e non lo sara' quando finiremo. E' semplicemente una eliminazione di un po' di storture che c'erano nel nostro mercato del lavoro".
Da Milano si dice ottimista anche Bersani che, poco prima della visita agli uffici di Google Italia, spiega che "un accordo ci vuole" (guarda il video).  "Accordo vicino" anche per Raffaele Bonanni, che affronta il tema in un'intervista alla Stampa di Torino (guarda la rassegna stampa)

Bonanni: "L'accordo è vicino ma dalla Cgil troppi no" -
Le condizioni per arrivare all'accordo "ormai ci sono", ma da parte della Cgil stanno arrivando "troppi no e troppe impuntature". dice alla Stampa Bonanni sottolineando però che "un accordo separato non converrebbe a nessuno" e in ogni caso, se anche la Cgil non facesse "la sua parte fino in fondo", la Cisl non permetterà "che il governo ne approfitti per fare da solo" ma resterà "attaccata al tavolo fino all'ultimo minuto della trattativa". Per Bonanni, comunque, ora "tutto dipende dal governo. Siamo dentro un delicato equilibrio. Occorre tenerne conto" ed "evitare la logica degli opposti estremismi". L'obiettivo, spiega nell'intervista, deve essere quello di "allargare a tutti la cassa integrazione", superando "tutti i finti contratti di subordinazione come partite Iva, associati in partecipazione, collaboratori a progetto" e fornendo poi "alle agenzie di lavoro le liste dei lavoratori in cassa straordinaria e mobilità: se rifiutano altre proposte di lavoro si può perdere l'assegno".

Ecco i punti su cui si cercano le intese

Ammortizzatori sociali -
L'obiettivo è una riforma profonda, da mettere a regime tra cinque anni. Si punta su un sistema su due pilastri, Cassa integrazione e indennità di disoccupazione. Per cancellare o dare una forte stretta alla cassa integrazione straordinaria (che per i sindacati può invece servire a difendere il rapporto diretto tra lavoratori e impresa, come accaduto con la chiusura di stabilimenti in molte crisi industriali) limitando la Cig ai casi effettivi di un possibile reinserimento effettivo in azienda. Elsa Fornero vuole estendere le tutele ad una platea di 12 milioni di lavoratori, estendendole a otto milioni di esclusi. Farlo senza tagliare le prestazioni avrebbe un costo che per imprese e sindacati va sostenuto anche con risorse pubbliche aggiuntive. Secondo quanto scrive La Repubblica, il Tesoro avrebbe trovato i soldi necessari a coprire la spesa per gli ammortizzatori. "Si tratta di circa 2 miliardi - si legge sul quotidiano - che dovrebbero provenire dai risparmi realizzati grazie alla riforma del sistema pensionistico".

Riordino delle tipologie contrattuali -
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero punta a ridurre la "flessibilità malata" in ingresso nel mercato del lavoro con controlli e sanzioni, o anche formule di incentivo e disincentivo rafforzate da meccanismi "bonus malus", contro i contratti utilizzati impropriamente (come le associazioni in partecipazione, le false partite Iva e i casi di contratti a progetto utilizzati per rapporti che sono sostanzialmente di lavoro subordinato). Va sfoltita, chiedono i sindacati, la giungla contrattuale (fino a 46 forme, conta la Cgil) che alimenta sacche di precarietà: il Governo punta a valorizzare l'apprendistato come contratto prevalente di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani agevolandolo ma chiedendo che la formazione sia effettiva; mentre per il reimpiego di chi perde il lavoro, guardando alla delicata fascia degli over-50, si punta sul contratto di reinserimento. 

Politiche attive del lavoro -
Il Governo punta a rafforzare la formazione e a legare il sussidio a un percorso di formazione e alla ricerca attiva di un lavoro

Occupazione femminile -
Elsa Fornero è molto sensibile al tema: ha annunciato sgravi fiscali per favorire l'occupazione femminile.

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