Da Facebook a Twitter, i politici alla prova del web

Politica
Uno screenshot di Elezioni.it, nuovo aggregatore per seguire tutti i profili dei politici italiani su Facebook.
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Numerosi parlamentari, consiglieri e sindaci sbarcano sui social network. E, da Elezioni.it a Casta Tweet, si diffondono i servizi che permettono di leggere tutti i loro messaggi in un unico luogo. Anche se gli Usa rimangono lontani

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di Carola Frediani

Sarà che la politica italiana è sempre così ingarbugliata – anzi, labirintica – sta di fatto che ultimamente crescono le iniziative per metterla un po’ in ordine. Il web, in questo caso, viene in aiuto. L’ultimo arrivato in ordine di tempo è Elezioni.it, una piattaforma che aggrega gli aggiornamenti di stato e i link di Facebook della politica, creando così un unico luogo per conoscere e confrontare le voci degli attori in campo. La sezione principale, in home, è dedicata agli esponenti italiani, dove spiccano internauti consolidati come Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, ma anche Marco Pannella, Angelino Alfano e Pierferdinando Casini. Attraverso appositi filtri è possibili visualizzare i post più recenti o più popolari (per numero di Mi Piace); scegliere di guardare solo contenuti specifici (i video piuttosto che gli status o le foto); o concentrarsi sulle esternazioni di determinati leader. Il sistema è abbastanza semplice e viene replicato per diversi contesti politici, cui corrispondono pagine specifiche: le primarie americane, le presidenziali francesi, i sindaci italiani, le elezioni comunali di Londra.

I politici su Facebook - messo a punto da una squadra di consulenti politici, tra cui Riccardo Rudelli e Roberto Errichelli, della società di comunicazione Agenziaelettorale.it, e aggregatisi in passato intorno al sito i Rompiprimarie – si propone di creare anche delle pagine specifiche, chiamate agorà, in cui riversare i commenti dei candidati alle primarie di una città. Un servizio che Elezioni.it in futuro vorrebbe mettere a pagamento. Ma non è un problema per l’oggettività del sito chiedere a un politico dei soldi per veicolare le sue pagine Facebook sulla piattaforma? E se l’avversario non ci sta? “Pensiamo che ci possa essere un effetto traino”, risponde a Sky.it Mario Grasso, neolaureato in comunicazione politica alla Statale di Milano e parte del team. “Il fatto è che noi diamo un servizio ai politici raccogliendo in un unico posto tutti i loro messaggi Facebook”.

Onorevoli Twitter - Ad aggregare, gratuitamente, i cinguettii della politica italiana ci pensa invece Casta Tweet, spin-off della Macchina del fungo, laboratorio di progetti giornalistici sul web ideato da Mauro Munafò. Il sito – che attinge a 429 fonti tra leader, governatori, sindaci, eurodeputati ed esponenti dei partiti italiani – permette un colpo d’occhio sui tweets della “casta”, divisi per aree: il parlamento, i leader, il centrosinistra, il centrodestra, il governo e così via. Una funzione interessante del servizio è la possibilità di seguire o replicare via Twitter a un rappresentante direttamente dalla home. Per gli appassionati di politica, i cronisti o gli elettori più accaniti, è una perfetta sala di monitoraggio.

Le differenze con gli Usa - Ma un’analisi più approfondita del rapporto tra partiti italiani e social network arriva dal libro “Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in internet”, a cura di Sara Bentivegna (Franco Angeli editore). Dove si scopre che, malgrado l’apparente sbornia di post e cinguettii politici degli ultimi mesi, solo il 21 per cento dei parlamentari italiani è approdato sui social network, contro il 70 per cento dei colleghi statunitensi e il 49 per cento dei britannici. Online la piattaforma più popolata dai nostri rappresentanti è ovviamente Facebook, seguita dai siti web, dai blog, da YouTube e da Twitter.  Secondo uno studio de Lavoce.info ("Quando il politico cinguetta") "al 9 di febbraio 2012, solo 304 dei 629 deputati hanno un account Twitter, ma il processo di diffusione risulta relativamente simile" a quello del Congresso Usa. "Nei partiti di centro la penetrazione è maggiore, anche superiore al 60%", prosegue la ricerca, mentre "nei due partiti maggiori la penetrazione è più bassa, ma i deputati del PD fanno un uso intenso del mezzo con quasi un tweet al giorno per ogni deputato attivo (livello simile a IDV e in parte a UDC)".

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