Riforma del fisco, salta il fondo per ridurre le tasse

Politica
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, insieme al ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera
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Dopo oltre 6 ore di riunione, il Consiglio dei Ministri vara il decreto "semplificazione". Poco prima al Senato l’emendamento che introduce l’Ici per la Chiesa: esenzione solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" l’attività no-profit

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Arriva l'Imu sui bar degli oratori e sui negozietti dei santuari, ma anche nei pensionati e sulle cliniche gestite da religiosi. Ma salta il fondo per cominciare a pensare ad un abbassamento della pressione fiscale a partire dal 2014.
E' il succo della giornata politica che si conclude nella tarda serata di venerdì 24 febbraio con il Consiglio dei Ministri duranto più di sei ore.

La prima novità arriva nel pomeriggio con l'emendamento del governo presentato al Senato all'interno del decreto sulle liberalizzazioni. Ed è quello che riguarda la Chiesa, dopo i tanti annunci dei giorni scorsi.
Non basterà più che l'attività non commerciale sia "prevalente" per non pagare la nuova imposta che ha sostituito l'Ici. L'esenzione varrà, a partire dal 2013, solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività no-profit. Salvi dunque i luoghi di culto o i locali nei quali si fa solo opera di assistenza, per fare un paio di esempi. Per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no.

A corredo di questo emendamento, il governo pubblica una nota con la quale fa sapere che dal gettito maggiore sarà possibile dare il via libera agli sgravi fiscali per le fasce più deboli. Ma la doccia gelata arriva appunto in serata, quando dopo le 22 il governo pubblica il comunicato ufficiale al termine del Consiglio dei Ministri. Salta infatti il fondo per la riduzione delle tasse con i proventi della lotta all'evasione, previsto in uno degli articoli della bozza del decreto legge sulle semplificazioni fiscali.
Era la norma del decreto più attesa, quella che prevedeva un nuovo fondo che, grazie alle entrate della lotta all'evasione nel 2012 e 2013, poteva consentire l'abbassamento della pressione fiscale, a partire dal 2014, dopo il pareggio di bilancio.  "Non ne abbiamo parlato...", ha detto il ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca.

Ici: novità anche per onlus, partiti e sindacati - Per quanto riguarda invece l'Ici le novità valgono per gli immobili della Chiesa ma non solo. Toccheranno, senza distinzioni, anche per quelli di onlus, partiti e sindacati, in pratica di tutti gli enti non commerciali, come si legge nell'emendamento del governo, firmato dal premier Mario Monti, nel quale infatti non si cita mai espressamente la Chiesa cattolica.
Ma il nodo, sul quale sono puntati i fari di Bruxelles, è proprio sulla Chiesa. Dopo l'annuncio erano stati in molti a richiede attenzione per chi svolge attività non commerciali. Così il governo chiarisce che "vengono riconosciute e salvaguardate" perché sono "meritevoli di considerazione" soprattutto nell'attuale congiuntura economica.

La disponibilità della Chiesa - Lo scorso dicembre il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, si era detto "disponibile a chiarire, a fare alcune precisazioni, qualora queste precisazioni si rivelino necessarie". A fine gennaio, poi, la Cei aveva resa nota la propria "disponibilità”, visto che si tratta di "materia di tipo unilaterale e non concordataria", cioè "una legge dello Stato: e alle leggi si obbedisce".

Le pressioni dell'Ue
- Il dossier, aveva spiegato nei giorni il presidente del Consiglio a SkyTG24, era già in fase avanzata. Anche perché sul tema pende una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, aperta nell'ottobre del 2010, che l'Italia spera ora di chiudere. Tant'è che l'annuncio è stato dato il 15 febbraio dallo stesso Monti proprio con una lettera inviata al vice presidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, nella quale lo rassicura  dell'"intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione".

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