Tessere false, Alfano fa il pompiere. Ma il Pdl si spacca

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Non si placano le polemiche nel partito di Berlusconi in vista del congresso. "Sono esclusi trucchi o inganni", dice il segretario. Ma dopo le denunce di iscrizioni inquinate, la Procura di Bari potrebbe aprire un'inchiesta

"Con la norma anti-furbetti non c'è alcuna possibilità che qualcuno che non si sia iscritto volontariamente possa contribuire all'esito del congresso: sono esclusi trucchi o inganni". Così Angelino Alfano, segretario del Pdl, ha risposto nel corso della telefonata di Belpietro sul caso delle tessere fasulle, che ormai da diversi giorni agita il partito di Berlusconi.
Alfano ha ribadito che chi partecipa ai congressi deve presentare la carta di identità e confermare che deve essere a posto con il versamento della quota.

Le frasi del segretario Pdl arrivano dopo le denunce di diversi esponenti del suo partito, con in prima fila Franco Frattini che invitava dalle colonne del Riformista a "ripulire il partito dai mafiosi".
Polemiche che in un primo momento avevano indotto lo stesso Alfano ad annunciare che anche "nel dubbio" non avrebbe fatto svolgere i congressi.
Dopo poche ore, però, Alfano era tornato sui suoi passi assicurando e rassicurando che tutto era regolare e che regolarmente, quindi, si poteva proseguire "la stagione congressuale del Pdl". In mezzo una nota dei tre coordinatori nazionali secondo cui il tesseramento è "a prova di bomba" ringraziando anzi Alfano di aver posto "la parola fine sulla telenovela delle tessere del Pdl".

"Ho avuto conferma del pieno rispetto delle regole e quindi - puntualizzava poco dopo il segretario - i congressi in programma questo weekend saranno regolarmente svolti". A vederci meno chiaro, però c'è la Procura della Repubblica di Bari che ha acquisito documenti nella sede barese del Pdl, nell'ambito dell'inchiesta sulle 139 tessere 'inquinate' scoperte da Striscia la notizia. A renderlo noto sono gli stessi coordinatore e vicecoordinatore regionale Francesco Amoruso e Antonio Distaso che 'plaudono' all'iniziativa della magistratura barese osservando che "evidentemente, smaltiti tutti gli arretrati e non essendoci altre emergenze, la giustizia a Bari funziona così bene che in pochi giorni si è potuto dar seguito ad una vicenda cos 'fondamentale"'.

Ma le polemiche non si fermano qui. A non voler chiudere la vicenda è Giorgio Stracquadanio che senza giri di parole definisce le decisioni del segretario "una barzelletta. Pensavo - dice dopo aver ricordato di aver denunciato il caso - che avrebbe controllato caso per caso. Ora nel giro di poche ore è tutto risolto? Anche il caso del clan del Casalesi è stato risolto?".

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