Severino: "A giugno 2011 nove milioni di processi arretrati"

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Secondo il Guardasigilli, la lentezza della giustizia italiana lo scorso anno è costata allo Stato 84 milioni di euro in indennizzi. 46 milioni l'esborso per ingiusta detenzione ed errore giudiziario

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La lentezza dei processi è il principale problema della giustizia italiana, ed è costata allo Stato 84 milioni di euro in indennizzi nel 2011. A dirlo il ministro della Giustizia Paola Severino alla Camera, nella sua relazione sullo stato della giustizia italiana nell'anno passato. Al 30 giugno del 2011 l'arretrato nella giustizia italiana era di nove milioni di processi: 5,5 milioni per il processo civile e 3,4 milioni per il penale. Un "quadro generale che desta forti preoccupazioni" ha detto il Guardasigilli anche con riferimento "ai tempi medi di definizione che nel civile sono pari a 7 anni e 3 mesi (2mila 645 giorni) e nel penale a 4 anni e 9 mesi”.

Lo smaltimento dell'arretrato, secondo il Guardasigilli, è reso più difficile dall'alto tasso di litigiosità: l'Italia è infatti quarta in Europa per incidenza dei contenziosi sul numero di abitanti, dietro a Russia, Belgio e Lituania, in una classifica di 38 paesi censiti. Nel 2011 sono state istruite davanti ai giudici italiani 2,8 milioni di nuove cause di primo grado, ha detto la Severino.
Non deve sorprendere, ha quindi aggiunto il ministro, che sia esploso il numero dei contenziosi per indennizzare l'irragionevole durata dei processi, passato dalle 3.580 richieste del 2003 alle 49.595 del 2010. Con una crescita esponenziale della spesa per lo Stato, passata dai 5 milioni di euro del 2003 ai 40 del 2008 per giungere ai circa 84 milioni del 2011.

Paola Severino ha ricordato che "l'inefficienza della giustizia civile italiana può essere misurata in termini economici come pari all'1% del Pil", citando il dato fornito nel 2011 dalla  Banca d'Italia. Se a questo si aggiunge "la durata stimata per il recupero del credito commerciale pari a 1210 giorni", ha sottolineato il ministro, "si coglie la misura di quanto ciò incida negativamente sulle nostre imprese".

Per quanto riguarda il processo penale, poi, la durata eccessiva incide anche sul numero dei procedimenti, in media 2.368 ogni anno, per ingiusta detenzione ed errore giudiziario e "aggrava la misura dei pur doverosi risarcimenti a tale titolo erogati", "nel solo 2011 lo Stato ha subito un esborso pari a oltre 46 milioni di euro".

Secondo il Guardasigilli "un uso, per così dire, meglio calibrato della custodia cautelare in carcere sarebbe sotto più aspetti benefico per l'amministrazione giudiziaria e per il sistema carcerario, senza alcuna controindicazione per la collettività, se è vero che le esigenze di sicurezza possono essere alternativamente garantite da un ventaglio davvero ricco di opzioni di cui oggi il giudice dispone e che, se possibile, proveremo a migliorare e incrementare".

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