Mario Monti: "Ora via alle liberalizzazioni"

Politica
Il presidente del Consiglio Mario Monti

Il premier spinge per un'azione più aggressiva verso le corporazioni. Intanto il governo è al lavoro anche sul tema dell'occupazione, con il ministro Fornero che dopo Cgil incontrerà Cisl e Uil. Ma i partiti avvertono: "Dobbiamo essere coinvolti di più"

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Accelerare sulle liberalizzazioni e sulla concorrenza. Sulla cosiddetta 'fase 2'. Sembra questa l'intenzione del Governo che sembra voler giocare d'anticipo cercando di varare le prime liberalizzazioni in settimana, affiancando loro anche un primo 'pacchetto-concorrenza'. A confermare la voglia e la necessità di 'fare presto' è lo stesso premier Mario Monti che ha spiegato come il Governo "agirà su molti fronti" e che per l'Eurogruppo del prossimo 23 gennaio "l'Ue chiede un primo pacchetto". Per il presidente del Consiglio inoltre "un certo disarmo multilaterale di tutte le corporazioni" potrà consentire "più spazio alla concorrenza ed ai giovani". Bisogna infatti fare "diverse cose: creare più spazi per la concorrenza ed il merito in diversi settori. Liberalizzazioni? - ha detto il premier intervenendo a 'Che tempo che fa' su RaiTre - Si chiamano liberalizzazioni ma può sembrare un termine in parte ideologico: qui si tratta di ridurre quelle protezioni, quei diversi modi in cui ogni categoria in Italia più che in altri Paesi cerca di avvantaggiare chi è incluso nella roccaforte rispetto a chi è fuori".

Incontro governo - sindacati - Altro tema al centro dell'azione di governo quello del lavoro, con il ministro Elsa Fornero che incontrerà separatamente, i segretari di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Martedì vedrà il segretario dell'Ugl Giovanni Centrella mentre mercoledì toccherà al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. "Il governo ha un atteggiamento mentale e un'agenda specifica. L'atteggiamento mentale - ha spiegato Monti - è quello di considerare che niente debba essere considerato un tabù tra le forze civili come il sindacato, il mondo produttivo e il governo pensando al futuro del Paese. In questo senso il mio ministro del Lavoro Elsa Fornero aveva citato l'articolo 18". Parlando della riforma Monti ha aggiunto: "queste materie sono dominate dal diritto del lavoro e da certi simboli, ora però siamo in una fase in cui c'è un disperato bisogno non di simboli, ma di lavoro non precario. Sarà l'impostazione, con l'accordo dei sindacati, a vedere non solo le enunciazioni di principio, ma gli effetti economici sulla competitività e di veri e durevoli posti di lavoro".

Aumentano tasse e contributi
- Un lavoro che diventa sempre meno remunerativo, stando almeno a quanto emerge da una ricerca pubblicata sul Corriere della Sera, secondo cui nel 2012 gli italiani lavoreranno almeno una settimana in più per pagare le nuove tasse e contributi. Se infatti nell'anno appena passato il lavoratore medio lavorava in pratica fino al 14 giugno per pagare quanto dovuto allo stato, nell'anno che verrà, con gli aumenti che ci sono stati, questo limite si sposta al 20 giugno.

I paletti della politica - Intanto, dalla politica i leader tornano a mettere i paletti all'azione del governo. Dalle pagine della Stampa Pier Luigi Bersani avverte: "I partiti siano coinvolti di più". "Monti può trovare un rapporto diretto con i segretari dei partiti che gli consenta di rappresentare posizioni unitarie e nazionali su punti strategici - spiega il segretario del Pd - occore un modo ordinario e ordinato per avere una sede tra governo e gruppi parlamantari che consenata di costruire l'agenda di lavoro".

Le liberalizzazioni previste
: I settori sui quali si dovrebbe concentrare l'azione di governo saranno i segeuenti:

CARBURANTI. Si tratta, secondo molte indiscrezioni, del comparto che verrà aggredito per primo, anche perché la riforma è sul tavolo del ministero dello Sviluppo da anni. Nei giorni scorsi il dossier è stato seguito dal sottosegretario Claudio De Vincenti che ha visto alcune associazioni, e altri incontri potrebbero essere in agenda a breve fino a una riunione complessiva con tutti gli attori coinvolti. Sul tavolo, in particolare, l'eliminazione dell'esclusiva, che pero' sembra non convincere nessuno, ne' i gestori e nemmeno i petrolieri.

SERVIZI PUBBLICI LOCALI. L'Antitrust ha invitato a liberalizzare e privatizzare, sottolineando in particolare la necessità di prevedere l'obbligo per gli enti locali di verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori.

FARMACIE. L'apertura delle parafarmacie fu uno degli elementi più forti delle 'lenzuolate Bersani': adesso l'Antitrust chiede di andare oltre, con la liberalizzazione della fascia C e l'aumento del numero delle farmacie. Andrebbe inoltre ampliata la possibilità della multi-titolarità in capo a un unico titolare, aumentando il numero massimo da 4 a 8.

TAXI. Pitruzzella suggerisce di aprire il mercato procedendo con licenze 'compensative', dando la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un'altra gratuitamente: ma i tassisti promettono battaglia.

BANCHE E ASSICURAZIONI. La richiesta dell'Autorità di vietare la vendita di polizze abbinate ai mutui potrebbe essere subito soddisfatta.

ENERGIA E TRASPORTI. Qui l'intervento dovrebbe essere più strutturale e, quindi, rinviato a un secondo momento, in particolare per l'eventuale separazione della Snam dall'Eni. Ma, assicurano fonti vicine al dossier, l'intenzione è quella di andare oltre l'integrazione verticale. Di fare, insomma, un passo in più.

SERVIZI POSTALI: l'Antitrust vorrebbe scorporare il Banco Posta e delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a servizi 'veramente' essenziali. Chiede inoltre che sia ridotta la durata dell'affidamento del servizio a Poste (ora a 15 anni).

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