Monti riferisce in Senato, la Lega lo contesta

Politica

Il premier interviene a Palazzo Madama: urla e cartelli dai banchi del Carroccio. Schifani: "Basta sceneggiate" e interrompe i lavori per alcuni minuti. Il professore in Aula: "Favorevoli a tassare le transazioni finanziarie". VIDEO

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Dopo i lavori nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera e le ultime modifiche (GUARDA LE NOVITA’) approda in Aula oggi martedì 14 dicembre a Montecitorio il testo della manovra economica. Intanto bagarre in Senato dove Mario Monti ha riferito sull'ultimo vertice del Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre a Bruxelles.

Il premier parla in Senato, la Lega lo contesta -  Il Parlamento "ha un ruolo centrale per l'azione dell'esecutivo ed il futuro del nostro paese" ha detto Monti aprendo il suo intervento, costellato dalle contestazioni della Lega.
I senatori del Carroccio hanno più volte interrotto il premier chiedendogli di parlare anche di
pensioni. Alla parola 'Unione Europea', Rosy Mauro ha gridato: "Ma quale unione?" dagli scranni del Pd sono partiti richiami ai colleghi del Carroccio. A un certo punto la confusione è stata tale che il presidente Renato Schifani ha minacciato di sospendere la seduta: "Non sarebbe un bel segnale però interrompere l'informativa del presidente del Consiglio", ha
ammonito. Nel corso dell'intervento di Monti, la Lega ha anche esposto dei cartelli con scritto "Basta tasse. "E' una sceneggiata mortificante per il Senato" ha detto Schifani che ha poi deciso di interrompere la seduta per una decina di minuti.
E insulti sono stati rivolti anche al presidente del Senato, in particolare dal leghista Enrico Montani, al quale il presidente ha comminato la sanzione della censura.

Bossi: "Manovra non serve a niente" - "Una cosa normale. Il Paese è in difficoltà". Così Umberto Bossi, alla Camera, ha commentato le proteste della Lega al Senato contro il premier Mario Monti. "Questa manovra non serve a niente perché non crea posti di lavoro", ha aggiunto il leader della Lega.

Eurobond e Tobin tax nell'intervento di Monti - Monti nel corso dell'intervento ha affrontato il tema degli Eurobod, "sul quale - ha sottolineato - si è speso il governo precedente col sostengo dell'opposizione precedente".  "C'è stata una discussione nel Consiglio europeo sul ruolo degli eurobond - ha spiegato - e si è deciso di non far figurare il riferimento agli eurobond nelle conclusioni finali del summit, ma è stato deciso che nel rapporto che sarà presentato entro il 31 marzo sarà discusso e presentato il tema degli eurobond".

Il premier ha fatto sapere inoltre che l'Italia è "disposta a riconsiderare la posizione del precedente governo, che era contrario ad una tassazione sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax". Monti ha spiegato che questo è anche un mezzo, in prospettiva, per arrivare ad una riduzione delle tasse sulle famiglie.

Il via libera dalle Commissioni alla manovra -  Per quanto riguarda il decreto all'esame della Camera, il via libera delle Commissioni Bilancio e Finanza al testo del decreto è arrivato martedì in nottata, tra le polemiche, dopo che i due presidenti (Gianfranco Conte del Pdl e Giancarlo Giorgetti della Lega), per poter rispettare i tempi imposti per l'approdo in Aula, hanno deciso di mettere al voto solo gli emendamenti del Governo e dei relatori e non anche le proposte di modifica dei parlamentari.

Trasversali le polemiche: da parte della Lega, ma anche del Pd. Il relatore Pier Paolo Baretta ha detto di non essere riuscito ad esprimere il proprio parere sugli emendamenti del Governo né di aver visto tra gli emendamenti quello che aveva presentato (il testo era sulla perequazione delle pensioni). Contestazioni anche dal deputato Idv Borghesi, che è stato allontanato dalla Commissione.

Monti sul decreto: "Ora testo più equo" - Martedì sera Monti ha difeso il provvedimento in conferenza stampa, definendolo "più equo" grazie al lavoro delle Commissioni e precisando: "Non pagano i soliti noti". Tra le novità emerse lo sconto sull'Imu per le famiglie con figli e il contributo di solidarietà sulle pensioni sopra i 200mila euro.
Probabile il ricorso del governo al voto di fiducia sul testo. Il Pd ci proverà, "ma sarà  difficile evitare la fiducia" ha detto all'Adnkronos il vice segretario del Pd Enrico Letta.

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