Non solo la Lega e l'Idv chiedono modifiche al piano del governo Monti. Anche Pd e Pdl provano ad alleggerire alcuni interventi. Ma il ministro Giarda avverte: "Gli spazi per modifiche sono molto ristretti"
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Piovono emendamenti sulla manovra 'lacrime e sangue' del professor Monti. Le richieste di modifiche, circa 1300, non vengono solo dalla Lega di Bossi, ufficialmente unica forza all'opposizione, e dall'Idv di Di Pietro, che ormai si è sfilata dalla maggioranza, ma anche da Pd e Pdl che provano ad alleviare i sacrifici che derivano dal blocco delle indicizzazioni delle pensioni e dalla reintroduzione dell' Ici sulla prima casa. Ma da Bruxelles Mario Monti, forte del consenso incassato in Europa sulla manovra, a suo dire "apprezzata da tutti", ha lanciato un chiaro monito: "sono intoccabili i saldi di manovra ma anche la struttura". Ed è questa seconda parte del suo ammonimento a gelare le speranze di quanti in giornata hanno annunciato, anche con piglio combattivo come Maurizio Gasparri, modifiche importanti.
Monti: "Non mi preoccupo dell'impopolarità" - "Mentre in certe manovre squisitamente ed esclusivamente finanziarie l'unica cosa che non si può toccare - ha spiegato il professor Monti - è il saldo, qui la cosa è più ambiziosa perché c'è anche la strutturalità di molti contenuti di riforme spesso rinviate, c'è una visione nostra e la responsabilità del governo relativa alla distribuzione dei carichi". Una chiara presa di posizione di un premier che, anche se si "riserva di vedere l'insieme delle misure richieste", si mostra determinato nel difendere l'impianto del decreto e non si preoccupa dell' impopolarità. "A noi importa rendere un buon servizio e non è un problema nostro quello di presentarci alle elezioni" ha precisato il premier che indossa il camice del medico chiamato d'urgenza al capezzale del malato. "I sacrifici, chiesti con la manovra, non sono una nostra perversione ma per giudizio generale serviva all'Italia uno scatto" ha tagliato corto il premier che dice di "mettere in conto" le inevitabili proteste. E la presa di posizione del premier ha agevolato il compito del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda nel dire alla commissione Bilancio della Camera che ci sono "spazi di modifica assai limitati".
Napolitano: "Guardare avanti" - In questo momento, la posizione del premier esce rafforzata dal vertice Ue anche se a Bruxelles si è consumata la rottura dell' unità dei 27 Paesi dell' Unione per il veto della Gran Bretagna di Cameron. Monti ha un "contributo attivo" come ha detto in conferenza stampa, nel realizzare, comunque, dopo la defezione britannica, un accordo tra i 17 Paesi della zona. Una intesa, raggiunta a tarda notte, apprezzata, tra gli altri, dal presidente della Repubblica Napolitano che ha parlato di "un grosso passo avanti verso la cosiddetta unione di bilancio" e ha invitato gli italiani "a guardare avanti" perché "la manovra è il primo passo di questo governo. Intanto un primo segnale del ritrovato prestigio del nostro Paese viene dalla decisione di tenere a Roma un vertice Monti-Merkel-Sarkozy sul futuro dell' Ue a metà gennaio, mese in cui Monti andrà a Washington su invito di Obama. Sembra, così archiviato l'isolamento che il nostro Paese ha subito nei mesi scorsi. Sul fronte della pressione dei partiti per cambiare il decreto si tratta di emendamenti di iniziativa spesso di singoli parlamentari, mentre Pd e Pdl puntano ad ottenere poche modifiche, soprattutto sull'aumento della soglia che blocca l'indicizzazione delle pensioni, da inserire nel testo che una volta licenziato dalla commissione Bilancio della Camera dovrebbe approdare in Aula blindato, forse senza dover mettere la fiducia.
Il caso delle frequenze - Si allarga, però, la polemica sulla asta delle frequenze tv che potrebbe dare un gettito di almeno quattro miliardi. Il Pdl non è nettamente contrario e difende l'operato di Berlusconi. La Lega, il Pd e l'Idv chiedono di bandire la gara per fare cassa. Di Pietro ha parlato di "ricatto" perché si vogliono "regalare a Mediaset le frequenze". Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha chiesto tempo per "un approfondimento" ma il responsabile comunicazione del Pd Gentiloni lo ha invitato a fare presto "se si vuole che l'asta contribuisca ai saldi della manovra". Altro punto caldo: l' Ici per gli immobili della Chiesa non dedicati alle attività religiose su cui laici e cattolici continuano a dividersi. In serata dal cardinal Bagnasco è venuta una importante apertura. Il presidente della Cei assicura "disponibilità" a discutere sugli enti no profit e chiede di sanzionare "i casi concreti in cui un tributo dovuto non è stato pagato".
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