Il premier nomina 25 sottosegretari e 3 vice, tra cui Grilli che va all’Economia. A sorpresa anche un nuovo ministro: Patroni Griffi alla Funzione Pubblica. Pdl contro la nomina di D’Andrea. Monti: "Se faremo un buon lavoro aiuteremo l’Italia"
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Il governo chiude la partita di viceministri e sottosegretari e allarga le maglie del governo che, con l'indicazione del consigliere di Stato Filippo Patroni Griffi per la Funzione Pubblica, arriva a 17 ministri, più naturalmente il premier. I vice, nominati nella serata di lunedì 28 novembre dal Consiglio dei Ministri (qui il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, ndr), sono 3 (Vittorio Grilli, Mario Caccia e Michel Martone) e 25 i sottosegretari (guarda la lista, ndr).
Si tratta della squadra di governo meno numerosa della Seconda Repubblica.
Nella mattinata di martedì 29 novembre i nuovi sottosegretari e i vice ministri hanno prestato giuramento. Questo "governo chiamato tecnico" ha "una cifra di competenza e al tempo stesso si pone con umiltà, come abbiamo cominciato a fare da alcuni giorni, al servizio del Parlamento". A sottolinearlo è stato Mario Monti, al termine della cerimonia a Palazzo Chigi. "Se faremo un buon lavoro aiuteremo l'Italia a uscire da una situazione molte difficile", ha assicurato il presidente del Consiglio.
Da Grilli alle sorprese agli Esteri - Si va da Vittorio Grilli, in aspettativa dalla carica di direttore generale del Tesoro e ora viceministro dell'Economia, a Marta Dassù e Staffan De Mistura (la prima esperta di politica internazionale, già collaboratrice di D’Alema e Amato, il secondo diplomatico italo-svedese), nominati nuovi sottosegretari agli Esteri. C’è poi Carlo Malinconico, presidente della Fieg (la Federazione italiana editori di giornali), che sarà sottosegretario all’Editoria. In una squadra di tecnici alla fine solo Giampaolo D'Andrea, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, e Gianluigi Magri alla Difesa sono gli unici ad avere un passato da parlamentare.
La polemica del Pdl su D’Andrea - Ed è proprio sul nome di D’Andrea che nel Pdl scoppia il caso. Anche se non ricandidato alle ultime elezioni, è stato subito oggetto di un duro attacco di diversi parlamentari del Popolo della libertà. "Nulla di personale verso D'Andrea ma la decisione di nominare un politico tradisce la ragione costitutiva del governo, chiediamo coerenza e non vorremmo essere costretti a negargli l'appoggio, dicono in una nota congiunta Guido Viceconte, Cosimo Latronico, Salvatore Mazzaracchio, Ulisse Di Giacomo, Giuseppe Moles e Vincenzo Taddei.
Duro anche il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che parla di violazione di un principio. Ma il coordinatore del Popolo della liberta Ignazio La Russa Frena afferma: "Non sarà un sottosegretario in più o in meno a cambiare le sorti di questo governo". Un altro esponente del Pdl, Guido Crosetto, critica anche la presenza di Gianluigi Magri, ex deputato dell'Udc e membro dell'Agcom, finito alla difesa e anch'esso, come D'Andrea, non ricandidato alle ultime elezioni.
Non è l'unica polemica sui nomi dei sottosegretario. Il Fatto Quotidiano punta il dito contro Filippo Milone, sottosegretario alla Difesa. Per il quotidiano però è l'"uomo di La Russa che chiedeva soldi a Finmeccanica".
Le altre nomine - Sciolto anche il nodo di Vittorio Grilli: il direttore generale del Tesoro sarà il braccio destro di Monti all'Economia dopo essersi messo in aspettativa dall'incarico a via XX Settembre con un taglio allo stipendio del 70 per cento. Al Tesoro, come sottosegretari, arrivano anche Vieri Ceriani, già a capo dei servizi fiscali di Bankitalia, e Gianfranco Polillo. Al fianco di Corrado Passera, allo Sviluppo, arriva come viceministro con delega alle Infrastrutture Mario Ciaccia, attuale amministratore delegato di Biis, società controllata da Intesa San Paolo. Il terzo viceministro è Michael Martone, professore di diritto del Lavoro non ancora quarantenne, che va al Welfare. Alla Giustizia viene nominato sottosegretario Salvatore Mazzamuto, già consigliere giuridico del ministro Angelino Alfano per la riforma del codice civile.
Carlo Malinconico, magistrato, consigliere di Stato, professore ordinario di Diritto dell'Unione europea, è invece sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. Dal 2008 è stato presidente della Fieg (la Federazione Italiana degli Editori di Giornali).
Il ruolo di Napolitano nella scelta - La stretta sulla squadra è arrivata con un consiglio dei ministri lampo, durato appena venti minuti. Ma cominciato con oltre un'ora di ritardo per sciogliere gli ultimi nodi, tra i quali la decisione di affidare ad un ministro la delega della Funzione Pubblica, che era rimasta in carico alla presidenza del consiglio. La decisione sarebbe stata presa nel corso del'incontro che Monti ha avuto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Voto alla Camera sulla modifica dell’art. 81 - Oggi, martedì 29 novembre, il governo si presenterà al gran completo alla prima prova di voto alla Camera sulla modifica dell'art.81 sul pareggio di bilancio. Il premier Mario Monti ha accelerato, prima della partenza per l'Eurogruppo a Bruxelles, la nomina di sottosegretari e viceministri per concentrarsi sul primo pacchetto di misure economiche, previsto per il 5 dicembre.
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Si tratta della squadra di governo meno numerosa della Seconda Repubblica.
Nella mattinata di martedì 29 novembre i nuovi sottosegretari e i vice ministri hanno prestato giuramento. Questo "governo chiamato tecnico" ha "una cifra di competenza e al tempo stesso si pone con umiltà, come abbiamo cominciato a fare da alcuni giorni, al servizio del Parlamento". A sottolinearlo è stato Mario Monti, al termine della cerimonia a Palazzo Chigi. "Se faremo un buon lavoro aiuteremo l'Italia a uscire da una situazione molte difficile", ha assicurato il presidente del Consiglio.
Da Grilli alle sorprese agli Esteri - Si va da Vittorio Grilli, in aspettativa dalla carica di direttore generale del Tesoro e ora viceministro dell'Economia, a Marta Dassù e Staffan De Mistura (la prima esperta di politica internazionale, già collaboratrice di D’Alema e Amato, il secondo diplomatico italo-svedese), nominati nuovi sottosegretari agli Esteri. C’è poi Carlo Malinconico, presidente della Fieg (la Federazione italiana editori di giornali), che sarà sottosegretario all’Editoria. In una squadra di tecnici alla fine solo Giampaolo D'Andrea, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, e Gianluigi Magri alla Difesa sono gli unici ad avere un passato da parlamentare.
La polemica del Pdl su D’Andrea - Ed è proprio sul nome di D’Andrea che nel Pdl scoppia il caso. Anche se non ricandidato alle ultime elezioni, è stato subito oggetto di un duro attacco di diversi parlamentari del Popolo della libertà. "Nulla di personale verso D'Andrea ma la decisione di nominare un politico tradisce la ragione costitutiva del governo, chiediamo coerenza e non vorremmo essere costretti a negargli l'appoggio, dicono in una nota congiunta Guido Viceconte, Cosimo Latronico, Salvatore Mazzaracchio, Ulisse Di Giacomo, Giuseppe Moles e Vincenzo Taddei.
Duro anche il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che parla di violazione di un principio. Ma il coordinatore del Popolo della liberta Ignazio La Russa Frena afferma: "Non sarà un sottosegretario in più o in meno a cambiare le sorti di questo governo". Un altro esponente del Pdl, Guido Crosetto, critica anche la presenza di Gianluigi Magri, ex deputato dell'Udc e membro dell'Agcom, finito alla difesa e anch'esso, come D'Andrea, non ricandidato alle ultime elezioni.
Non è l'unica polemica sui nomi dei sottosegretario. Il Fatto Quotidiano punta il dito contro Filippo Milone, sottosegretario alla Difesa. Per il quotidiano però è l'"uomo di La Russa che chiedeva soldi a Finmeccanica".
Le altre nomine - Sciolto anche il nodo di Vittorio Grilli: il direttore generale del Tesoro sarà il braccio destro di Monti all'Economia dopo essersi messo in aspettativa dall'incarico a via XX Settembre con un taglio allo stipendio del 70 per cento. Al Tesoro, come sottosegretari, arrivano anche Vieri Ceriani, già a capo dei servizi fiscali di Bankitalia, e Gianfranco Polillo. Al fianco di Corrado Passera, allo Sviluppo, arriva come viceministro con delega alle Infrastrutture Mario Ciaccia, attuale amministratore delegato di Biis, società controllata da Intesa San Paolo. Il terzo viceministro è Michael Martone, professore di diritto del Lavoro non ancora quarantenne, che va al Welfare. Alla Giustizia viene nominato sottosegretario Salvatore Mazzamuto, già consigliere giuridico del ministro Angelino Alfano per la riforma del codice civile.
Carlo Malinconico, magistrato, consigliere di Stato, professore ordinario di Diritto dell'Unione europea, è invece sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. Dal 2008 è stato presidente della Fieg (la Federazione Italiana degli Editori di Giornali).
Il ruolo di Napolitano nella scelta - La stretta sulla squadra è arrivata con un consiglio dei ministri lampo, durato appena venti minuti. Ma cominciato con oltre un'ora di ritardo per sciogliere gli ultimi nodi, tra i quali la decisione di affidare ad un ministro la delega della Funzione Pubblica, che era rimasta in carico alla presidenza del consiglio. La decisione sarebbe stata presa nel corso del'incontro che Monti ha avuto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Voto alla Camera sulla modifica dell’art. 81 - Oggi, martedì 29 novembre, il governo si presenterà al gran completo alla prima prova di voto alla Camera sulla modifica dell'art.81 sul pareggio di bilancio. Il premier Mario Monti ha accelerato, prima della partenza per l'Eurogruppo a Bruxelles, la nomina di sottosegretari e viceministri per concentrarsi sul primo pacchetto di misure economiche, previsto per il 5 dicembre.