Il premier accelera sulle riforme: nei prossimi giorni incontrerà i segretari della "coalizione" che sostiene in Parlamento il governo. E a breve dovrebbe arrivare la nomina dei viceministri. Ma alle porte ci sono anche nuovi vertici europei
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Mario Monti prefigura la strada che porterà il governo a dare il via libera ai primi "spicchi" di riforme il prossimo 5 dicembre. E si prepara alla prossima kermesse europea (le riunioni di martedì 29 e mercoledì 30 dei paesi dell'Eurozona e quella dell'Ecofin) che rappresenterà un altro importante giro di boa nel corso della approfondita riflessione sulle misure da mettere in cantiere: con il rigoroso obiettivo di saldare "equità, rigore ed equilibrio". Il tutto mentre il presidente francese Sarkozy torna a chiedere a Roma il rispetto degli impegni presi.
Una partita complessa che comprenderà in settimana (come annunciato dal leader del pdl Angelino Alfano), anche contatti con i segretari della "coalizione" che sostiene in Parlamento il nuovo esecutivo. E che comprenderà anche la soluzione della questione dei sottosegretari: con tutta probabilità entro martedì 30 sarà presentata una lista "snella e totalmente tecnica".
Il professore, dopo il vertice interministeriale di sabato 26 al Tesoro, è volato a Milano per passare qualche ora di relax in famiglia. E nella sua città gli sono giunte le indiscrezioni giornalistiche sull'ipotesi di un piano di sostegno del Fondo monetario internazionale all'Italia da 600 miliardi. E di contatti in tal senso con il direttore generale del Fmi Christine Lagarde. Si parla di un prestito per dare al governo Monti 18 mesi indispensabili per le necessarie riforme. Indiscrezioni accolte con un "no comment", e derubricate da fonti del Governo appunto come semplici voci giornalistiche.
Il presidente del Consiglio ha avuto un colloquio telefonico con Lagarde appena entrato in carica, alcuni giorni fa. Ma a palazzo Chigi non si mette assolutamente in collegamento questa conversazione con l'ipotesi rilanciata oggi da un quotidiano di un aiuto al nostro paese. La priorità assoluta resta quella di far partire le prime misure strutturali, si ribadisce in ambienti della presidenza del Consiglio, con l'ambizioso obiettivo di trovare un equilibrio accettabile tra rigore ed equità.
Sabato 26 il Prof. ha fatto un'ampia panoramica, con i suoi ministri, delle misure che potrebbero avere il disco verde del Consiglio dei ministri la prossima settimana. Dalle pensioni, al fisco, alla tassazione degli immobili. Si farà in queste ore una "scrematura" per individuare le misure più urgenti e che diano, contestualmente, un segnale chiaro di "equità".
Sul fronte fiscale, si darà la precedenza a interventi che garantiscano anche la crescita e diano il senso di un 'riequilibrio' complessivo: come, ad esempio, interventi mirati alla lotta all'evasione. Servirà progressività nella tassazione dei beni immobili. In sostanza, gli inevitabili sacrifici dovranno essere contemperati dalla netta idea che rientreranno in una logica di giustizia sociale. Questo varrà anche per la riforma pensionistica.
Al momento il governo si sta muovendo nell'ambito delle ipotesi, si sottolinea in ambienti qualificati dell'Esecutivo. E si uscirà da questo ambito per entrare nella concretezza solo quando saranno individuate le misure che potranno finire sul tavolo del cdm il 5 dicembre rispettando tutti i parametri di equilibrio ed equità ritenuti irrinunciabili.
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