Moavero, il braccio destro di Monti agli Affari Europei

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L'avvocato 57enne, specializzato in antitrust, ha lavorato per la prima volta col premier nel 1995. Oggi ricopre un posto chiave in un momento in cui i rapporti con la Ue sono cruciali. LA SCHEDA

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Enzo Moavero Milanesi è il ministro degli Affari europei del governo guidato da Mario Monti. Un ingresso nell'esecutivo, quello del 57enne avvocato e giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia Ue, dato per scontato negli ultimi giorni.
Moavero che conosce bene il nuovo premier perché ne è stato capo di gabinetto ai tempi della Commissione Ue, era stato indicato quale papabile sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Un incarico che poi Monti ha deciso di affidare a Antonio Catricalà, dando però a Moavero un posto chiave in un momento in cui, mai come ora, i rapporti con l'Unione Europea sono cruciali.

L'incontro con Monti - Considerato da molti come una sorta di alter ego giuridico di Monti, il nuovo responsabile degli Affari europei è sposato e padre di tre figli.
L'incontro con l'attuale presidente del Consiglio risale al 1995 quando il commissario per il mercato interno, appena nominato, lo chiamò a capo del suo gabinetto. Per poi portarselo dietro anche dopo quando il professore assume la guida della Commissione alla concorrenza.
Nel 2002, nel pieno del mandato di Monti alla Concorrenza, Moavero viene nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 diventa direttore generale dell'Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue.

Moavero, con l'accento sulla a  - Moàvero (si legge così, con l'accento sulla 'a', precisano i suoi conterranei) appartiene a una famiglia le cui radici affondano nella storia del Lodigiano. Con avi tra gli abitanti di Cavenago d'Adda dall'anno 1460, Moavero - si apprende da alcune fonti del territorio - è diretto discendente dei Bocconi che, partendo da Cavenago, finirono poi per fondare a Milano la Rinascente prima e l'Università Bocconi poi.

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