Berlusconi: "Non mi dimetto, voglio vedere chi mi tradisce"

Politica
Silvio Berlusconi

Il premier smentisce le voci e si prepara a incontrare gli scontenti del Pdl prima del voto di martedì sul rendiconto: "Porrò la fiducia sulla lettera all’Ue". Ferrara: "Poi deve dimettersi". Ma Berlusconi in serata: "Il ribaltone non è democrazia". VIDEO

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"Le voci delle mie dimissioni sono destituite di fondamento e non capisco come siano circolate". Nessun passo indietro, Silvio Berlusconi smentisce tutti.
Il tam tam che si è diffuso nella mattinata di lunedì 7 novembre viene stoppato dallo stesso premier, volato a Milano per incontrare i figli, Marina e Pier Silvio, insieme al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. La smentita viene pubblicata anche sul profilo ufficiale di Facebook del presidente del Consiglio, che in poche ore si riempie di messaggi.
Insomma, il premier non lascia. Nonostante le defezioni dei deputati del Pdl passati con l'Udc, ultima in ordine di tempo l'onorevole Gabriella Carlucci, e nonostante i numeri sempre più esigui alla Camera.
Martedì 8 novembre, però, potrebbe essere una giornata cruciale per il governo, chiamato ad approvare il rendiconto di bilancio sul quale la maggioranza era già andata sotto qualche giorno fa.
Un ostacolo che non sembra preoccupare il presidente del Consiglio che, intervenendo telefonicamente lunedì sera a un convegno politico a Monza, ripete: "Non siamo attaccati alla cadrega (sedia in lombardo, ndr) e sono convinto che domani avremo la maggioranza, per fare le riforme che anche l'Europa ci chiede e che servono a rilanciare l'economia".
Aggiungendo che "con un ribaltone non saremmo in democrazia".

Fiducia sulla lettera presentata all'Ue - Il premier annuncia anche la fiducia sulla lettera presentata all'Unione Europea e alla Bce. Lo fa nei minuti concitati che seguono l'annuncio delle dimissioni imminenti e poi la smentita, parlando con il quotidiano Libero, tra quelli che avevano rilanciato l'ipotesi dimissioni. "Domani si vota il rendiconto alla Camera - dice Berlusconi - quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi".
Sul ricorso alla fiducia, si dissocia il ministro degli Esteri Frattini. "Mi auguro che non ci sia la
fiducia, mi auguro che il maxi-emendamento di circa 50 articoli sia il risultato di un confronto parlamentare tra maggioranza e opposizione" ha detto a margine del convengo dell'associazione 'Fare Italia' a Milano.

La Lega avrebbe chiesto le dimissioni - Come detto, lunedì mattina Berlusconi ha incontrato a Milano i figli, Pier Silvio e Marina, e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Poco dopo, sempre nel capoluogo lombardo, si è svolta una riunione tra alti esponenti del Pdl per valutare la situazione politica.
Mentre in via Bellerio, nel pomeriggio, si è svolto un summit tra alcuni esponenti della Lega Nord. Secondo indiscrezioni la Lega avrebbe chiesto a Berlusconi di fare un passo indietro. Fonti di via Bellerio riferiscono che Roberto Calderoli, incaricato da Bossi di portare avanti questa richiesta, avrebbe proposto il nome di Angelino Alfano, segretario del Pdl, per guidare un nuovo governo. Il ministro della Semplificazione ha però voluto precisare con una nota che "le notizie circolate" sul suo incontro con Berlusconi "sono prive di fondamento".

Serie di incontri tra i leader politici - Sembrano momenti febbrili. Mentre Berlusconi si trovava a Milano, nel pomeriggio di lunedì, a Roma, si sono susseguiti diversi incontri. Tra Fini e Schifani, poi tra Fini e Letta, quindi tra Fini e Bersani, Casini, Cesa e Rutelli. Probabilmente una serie di consultazioni, non ufficiali, in vista del futuro.

Stracquadanio: "Non voglio un sottosegretariato" - “Qualcuno ha insinuato che la mia iniziativa politica sarebbe volta a conquistare un prezzo, quello di un sottosegretariato. Io non ho il cartellino. Queste malignità vengono proprio da quelle persone che concepiscono la  propria vita professionale con il cartellino del prezzo”, è quanto ha detto Giorgio Stracquadanio a SkyTG24 (guarda il video). Il deputato è uno dei sei firmatari della lettera con cui alcuni parlamentari del Pdl hanno inviato Berlusconi a fare un cambio di passo.

Rotondi: "Mi sembra evidente che la legislatura vada verso il termine" - "Mi sembra evidente che la legislatura vada verso il termine. Ben che vada, l'anno prossimo si vota". E' questo il commento del ministro Rotondi, che assicra: "Tra noi e le elezioni in mezzo non vedrete sicuramente altri governi" (video).

Gianni Letta: "In ogni caso gli impegni con l'Ue restano
- Nella mattinata di lunedì ad avvalorare implicitamente la possibilità di un nuovo governo erano state anche le frasi pronunciate dal sottosegretario Gianni Letta: "Nel passaggio da un governo a un altro, gli impegni assunti non si rinnovano e non cadono ma continuano. Si chiama principio della continuità amministrativa". Letta parla degli accordi in sede Ue sui fondi per il Sud, ma il messaggio che sembra mandare è un altro: lo scenario di un nuovo esecutivo ("scenario che non sto auspicando", precisa) non è più così ipotetico. Al contrario.

Ferrara e Bechis, giallo sulle dimissioni - La conferma della giornata febbrile per il governo arriva anche da diversi messaggi circolati su Twitter: "Ho notizie dirette. Berlusconi si dimette" scrive nella mattinata di lunedì il vicedirettore di Libero Franco Bechis, che in un altro tweet aggiunge: "Il Pdl gli aveva chiesto di farlo oggi. Lui ha detto no perché ha appuntamenti privati a Milano. O stasera o domattina".
Ma poi scrive: "Dopo avere parlato con la famiglia Berlusconi ha deciso che sfiderà anche i suoi chiedendo la fiducia sul testo della lettera Bce". E su YouTube pubblica la conversazione telefonica con una delle sue fonti (l'audio).
Ma da un altro giornalista vicino al centrodestra, Giuliano Ferrara arrivano notizie diverse (l'audio): "Che Silvio Berlusconi stia per cedere il passo è cosa acclarata, è questione di ore. Alcuni dicono di minuti".
Dopo la smentita dello stesso premier, il direttore del Foglio interviene di nuovo per spiegare che "ho raccolto e riproposto voci note su un imminente passo di Berlusconi per sottrarre il paese e se stesso a un’incertezza radicale, a un’agonia politica senza capo né coda". E indica quindi la soluzione: "La via d’uscita c’è. Invece di prolungare l’agonia, Berlusconi si presenta alle Camere, chiede la fiducia per varare la legge di stabilità e il maxiemendamento, annuncia che si dimetterà un minuto dopo e che chiede le elezioni a gennaio. Di questo si discute".

Altalena in Borsa, poi chiusura positiva - Gli effetti degli annunci e delle smentite circa le dimissioni del premier si fanno sentire anche a Piazza Affari. La Borsa di Milano apre in rosso, con il record negativo dello spread. I listini vanno in positivo dopo i rumor sulla possibile fine del governo. Ma dopo la smentita i guadagni si azzerano di nuovo. Alla fine l'indice FTSE Mib termina in rialzo dell'1,32%.

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