Misure anti-crisi: governo verso la fiducia. Ma perde pezzi

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Due deputati lasciano il Pdl per l'Udc e il gruppo dei Responsabili si divide. Rutelli: "Altre defezioni in arrivo". Mercoledì i provvedimenti presentati al G20 arrivano in Senato e la Camera dovrà approvare il rendiconto. VIDEO

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Si fa sempre più incerto il futuro per il governo di Silvio Berlusconi. A Cannes, dove si trova per il G20 il premier italiano presenta ai partner europei le misure approvate dal consiglio dei ministri e prometto che approderanno in Senato "entro mercoledì, sotto forma di emendamento", in modo da ottenere l'approvazione definitiva a palazzo Madama entro dieci-quindici giorni. E per garantire il passaggio parlamentare il Cavaliere assicura che ricorrerà alla fiducia. Ma proprio questo passaggio, usato fino ad oggi per ben 53 volte senza problemi, rischia di diventare un'arma a doppio taglio.

Ma la maggioranza perde i pezzi - A mettere a rischio la tenuta della maggioranza, sono infatti le notizie che dall'Italia rimbalzano al G20. Dopo la lettera degli "scontenti", rispuntata nelle ultime ore, i gruppi parlamentari della maggioranza sono in pieno fermento. Elio Belcastro, Arturo Iannaccone e Americo Porfidia lasciano il gruppo di Popolo e territorio alla Camera per passare al misto. Certo, Iannaccone assicura che comunque "la nostra fiducia al governo è fuori discussione" e ribadisce il proprio "sostegno assoluto a Berlusconi". Intanto però il fronte della maggioranza risulta ancora più parcellizato e difficile da controllare.
Ma soprattutto escono dalla maggioranza due deputati del Pdl, Alessio Bonciani e Ida D'Ippolito, che passano ufficialmente al gruppo dell'Udc (GUARDA L'ANNUNCIO IN AULA), mentre Pippo Gianni, deputato di Popolo e Territorio annuncia che "all'80% non voterà la fiducia". E come se non bastasse Francesco Rutelli prevede che nei prossimi giorni sono previsti ulteriori arrivi. "Mi aspetto ulteriori  defezioni nei prossimi giorni da una maggioranza che non è in grado  di governare il Paese".

I rischi del governo
- L'esame del testo sui provvedimenti economici inizierà al Senato, dove il governo dovrebbe poter contare su una maggioranza più sicura (ma secondo molti osservatori non sono da sottovalutare i movimenti di Beppe Pisanu), ma la prossima settimana importanti votazioni sono previste anche alla Camera. A cominciare dall'approvazione di quel rendiconto che già lo scorso 11 ottobre costò al governo una pesante bocciatura. Potrebbe essere l'occasione  dello show down? "Ormai, per come siamo messi, ogni voto può essere quello buono", osserva Marina Sereni del Pd. Oggi Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini si sono visti per fare il punto proprio sulle strategie da mettere in campo in aula. L'opposizione è convinta che si è arrivati al punto di non ritorno per il Cavaliere. Quale sarà lo scenario successivo, difficile dirlo.

Napolitano rassicurare l'Ue - Intanto, dopo le consultazioni svolte con vari leader politici, il capo dello Stato Giorgio Napolitano rassicura l'Ue. Dopo i colloqui informali, si legge in una nota del Quirinale, "credo di poter dire ai nostri partner europei, agli osservatori internazionali, e al mondo degli investitori finanziari, che le forze politiche fondamentali, sia di maggioranza sia di opposizione, sono consapevoli della portata dei problemi che l'Italia deve affrontare con urgenza e attraverso sforzi coerenti e costanti nel tempo". "I prossimi sviluppi dell'attività parlamentare - aggiunge il Capo dello Stato - mi consentiranno di valutare concretamente la effettiva evoluzione del quadro politico-istituzionale".

Bossi: meglio il voto del governo tecnico - Il leader della Lega Umberto Bossi, da parte sua, dopo l’esito dell’incontro con Napolitano, dice ai cronisti: "Gli abbiamo detto che preferiamo andare al voto che il governo tecnico". E anche il segretario del Pdl Angelino Alfano ha riferito di aver detto al Colle: "In questa legislatura c'è solo questo governo, non possono esserci governi che nascono da giochini di Palazzo. O avanti fino al 2013 o chiederemo il voto".
Duro contro il governo il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Possiamo continuare ad andare avanti con un esecutivo che, se sta bene, va avanti con un voto?".

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