Polemiche per il provvedimento annunciato dal governo che consentirebbe di licenziare per motivi economici. Marcegaglia: "Giusta direzione". Camusso (Cgil): "Misure da incubo". Cisl, Uilm e Ugl pronte a scendere in piazza. Berlusconi: "Spazio ai giovani"
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Licenziamenti facili, ecco come funziona in Europa
Sacconi: "E' falso parlare di licenziamenti facili". VIDEO
Lettera alla Ue: i punti principali
La Ue all'Italia: "Ora un calendario delle riforme"
(In fondo all'articolo tutti i video sulla crisi)
E' scontro totale tra il governo e i sindacati sulle misure previste in materia di licenziamenti e inserite nella lettera con la quale Silvio Berlusconi ha presentato le misure da adottare per rilanciare l'economia del Paese.
Tra le proposte dell'esecutivo si parla della possibilità, data alle aziende, di interrompere con maggiore facilità i rapporti di lavoro quando si trovano in stato di crisi. E anche per la pubblica amministrazione viene prevista la Cassa integrazione e una maggiore mobilità. "Misure da incubo" ha commentato Susanna Camusso della Cgil, mentre il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni si è detto "pronto a scioperare".
I provvedimenti annunciati dal governo trovano invece l'approvazione della leader di Confindustria Emma Marcegaglia. "La lettera è un passo nella giusta direzione - dice -Dal governo arrivano impegni chiari, una chiara road map per le riforme. Bisogna eliminare tutte le rigidità e introdurre più flessibilità".
Torna a difendere la lettera inviata all'Ue anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (guarda il video). "L'Europa ha apprezzato e approvato il nostro programma di governo per i prossimi 18 mesi. Nel documento che abbiamo presentato sono contenuti impegni seri e tempi certi di approvazione. Quindi tutti dovrebbero sostenere il programma perché è nell'interesse dell'Italia e degli italiani" ha affermato ai microfoni del Tg1 ribadendo l'appello rivolto alle opposizioni.
Cgil: "Misure da incubo" - In una nota la Cgil parla di "norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano sono all'interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verità", "Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente - prosegue il testo firmato dal segretario confederale Fulvio Fammoni - reagirà con la forza necessaria per non far varare queste norme ingiuste". "Lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine 'efficienza dell'impresa' significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno", continua il testo notando che nel testo "non c'è traccia della lotta sommerso o dell'introduzione della patrimoniale".
Camusso: "Questo è l'opposto di quanto serve al paese" - "Abbiamo un governo incapace di decidere e agire, che è capace solo di prendere ordini” ha ribadito il leader della Cgil a Sky TG24 (video qui sopra). "Nella lettera del governo all'Unione Europea non c'è nulla che riguarda la crescita, non c’è nessuna risposta positiva per l’Italia. Ci si gloria di quel che si è fatto e forse bisognerebbe evitarlo visto che siamo sorvegliati speciali. In una stagione in cui il nostro più grande problema è la disoccupazione, costruire percorsi d’ingresso dei giovani e delle donne – ha aggiunto - invece si parla di licenziamenti. Questo è l’opposto di ciò che serve al Paese".
Bonanni: "Così si va allo sciopero" - Anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, generalmente molto dialogante con l'esecutivo di Silvio Berlusconi, avverte che "se il governo dovesse, senza il consenso delle parti sociali, modificare l'assetto dei licenziamenti la Cisl andrà allo sciopero". "Mettere mano ai licenziamenti ci sembra una provocazione mentre il Paese ha bisogno di coesione. Infatti abbiamo lavorato per la cassa integrazione in deroga e questo discorso porta alla rottura della coesione", spiega il sindacalista
Uilm: "Pronti allo sciopero" - Contro la lettera del governo italiano si schiera anche la Uilm, che in una nota si dice "pronta allo sciopero contro le norme sui licenziamenti". "Sia ben chiaro - ha affermato il segretario generale Rocco Palombella - che tutto quello che va nel versante dell'interruzione del rapporto di lavoro per gli addetti del settore industriale in particolar modo troverà la nostra opposizione. Ciò significa lo sciopero che va ben al di là della categoria da noi rappresentata".
Scende in campo l'Ugl - E a favore dello sciopero si esprime anche l'Ugl. "Di fronte all'ennesimo provvedimento contro lavoratori e pensionati, senza un briciolo di condivisione con le parti sociali e di equa distribuzione dei sacrifici, non c'è alternativa allo sciopero generale" sostiene Giovanni Centralle, segretario generale del sindacato più vicino alla maggioranza.
Bersani: "Dal governo un'entrata a piedi uniti" - Critiche dure arrivano anche dal mondo della politica, con Pier Luigi Bersani che definisce i provvedimenti "minacce inaccettabili di entrare a piè pari sul mercato del lavoro". E, a parte le misure sul mercato del lavoro, per il segretario del Pd, la lettera "merce usata venduta come nuova in modo francamente sconcertante".
Sacconi: "Misure per assumere, non per licenziare" - A difesa del governo scende in campo Maurizio Sacconi (guarda il video), secondo cui Cgil e Pd "dimostrano di essere inadatti a governare in questo tempo di grandi cambiamenti. Chi è in buona fede vuole capire e vedere - ha concluso - chi è in malafede a priori dice no". "L'obiettivo è assumere, non licenziare", chiarisce il ministro del Lavoro "Licenziamenti facili - spiega Sacconi - è un titolo che serve solo a spaventare una società già insicura ma che non rappresenta le misure suggerite dall'Europa ed accolte dall'Italia con altre proprie integrazioni. L'obiettivo è chiaro: incoraggiare le imprese a crescere ed assumere a tempo indeterminato! Senza il timore che ove le cose vadano male per l'azienda nel suo insieme, per uno specifico progetto di espansione, per un rapporto di lavoro, si producano grandi difficoltà nel fare il passo indietro. In tempi di aspettative incerte è ancor più doveroso eliminare ogni paura di crescere e incentivare la propensione a fare più occupazione stabile. Anche per questo abbiamo dichiarato di voler contrastare l'abuso delle collaborazioni a progetto e dei tirocini".
L'attuale legislazione italiana - In Italia non esiste la possibilità di licenziamenti di singoli lavoratori con contratto permanente per ragioni economiche; tale circostanza può realizzarsi solo quando si dichiara lo stato di crisi e riguarda rami d'azienda, non singoli. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori protegge dai licenziamenti individuali senza giusta causa prevedendo fino al reintegro al lavoro. Sacconi punta a introdurre lo Statuto dei lavori che superi l'articolo 18 e consenta risarcimenti economici ma non la riassunzione in caso di licenziamento immotivato
Prove di unità sindacale - E intanto però in Sardegna si fanno già le prove generali di fronte unitario. Le segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di trasformare una precedente protesta congiunta, in uno sciopero per il prossimo 11 novembre, per protestare contro le misure previste dal governo. "E' un attacco senza precedenti" si legge in una nota diffusa dai sindacati. E nel corso della conferenza stampa congiunta, Enzo Costa, numero uno della Cgil sarda, ha detto che "con lo sciopero vogliamo inoltre lanciare un segnale di unità tra Cgil, Cisl e Uil che ci piacerebbe fosse ripreso a livello nazionale. E' ora che il sindacato torni su una strada comune".
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E' scontro totale tra il governo e i sindacati sulle misure previste in materia di licenziamenti e inserite nella lettera con la quale Silvio Berlusconi ha presentato le misure da adottare per rilanciare l'economia del Paese.
Tra le proposte dell'esecutivo si parla della possibilità, data alle aziende, di interrompere con maggiore facilità i rapporti di lavoro quando si trovano in stato di crisi. E anche per la pubblica amministrazione viene prevista la Cassa integrazione e una maggiore mobilità. "Misure da incubo" ha commentato Susanna Camusso della Cgil, mentre il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni si è detto "pronto a scioperare".
I provvedimenti annunciati dal governo trovano invece l'approvazione della leader di Confindustria Emma Marcegaglia. "La lettera è un passo nella giusta direzione - dice -Dal governo arrivano impegni chiari, una chiara road map per le riforme. Bisogna eliminare tutte le rigidità e introdurre più flessibilità".
Torna a difendere la lettera inviata all'Ue anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (guarda il video). "L'Europa ha apprezzato e approvato il nostro programma di governo per i prossimi 18 mesi. Nel documento che abbiamo presentato sono contenuti impegni seri e tempi certi di approvazione. Quindi tutti dovrebbero sostenere il programma perché è nell'interesse dell'Italia e degli italiani" ha affermato ai microfoni del Tg1 ribadendo l'appello rivolto alle opposizioni.
Cgil: "Misure da incubo" - In una nota la Cgil parla di "norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano sono all'interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verità", "Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente - prosegue il testo firmato dal segretario confederale Fulvio Fammoni - reagirà con la forza necessaria per non far varare queste norme ingiuste". "Lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine 'efficienza dell'impresa' significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno", continua il testo notando che nel testo "non c'è traccia della lotta sommerso o dell'introduzione della patrimoniale".
Camusso: "Questo è l'opposto di quanto serve al paese" - "Abbiamo un governo incapace di decidere e agire, che è capace solo di prendere ordini” ha ribadito il leader della Cgil a Sky TG24 (video qui sopra). "Nella lettera del governo all'Unione Europea non c'è nulla che riguarda la crescita, non c’è nessuna risposta positiva per l’Italia. Ci si gloria di quel che si è fatto e forse bisognerebbe evitarlo visto che siamo sorvegliati speciali. In una stagione in cui il nostro più grande problema è la disoccupazione, costruire percorsi d’ingresso dei giovani e delle donne – ha aggiunto - invece si parla di licenziamenti. Questo è l’opposto di ciò che serve al Paese".
Bonanni: "Così si va allo sciopero" - Anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, generalmente molto dialogante con l'esecutivo di Silvio Berlusconi, avverte che "se il governo dovesse, senza il consenso delle parti sociali, modificare l'assetto dei licenziamenti la Cisl andrà allo sciopero". "Mettere mano ai licenziamenti ci sembra una provocazione mentre il Paese ha bisogno di coesione. Infatti abbiamo lavorato per la cassa integrazione in deroga e questo discorso porta alla rottura della coesione", spiega il sindacalista
Uilm: "Pronti allo sciopero" - Contro la lettera del governo italiano si schiera anche la Uilm, che in una nota si dice "pronta allo sciopero contro le norme sui licenziamenti". "Sia ben chiaro - ha affermato il segretario generale Rocco Palombella - che tutto quello che va nel versante dell'interruzione del rapporto di lavoro per gli addetti del settore industriale in particolar modo troverà la nostra opposizione. Ciò significa lo sciopero che va ben al di là della categoria da noi rappresentata".
Scende in campo l'Ugl - E a favore dello sciopero si esprime anche l'Ugl. "Di fronte all'ennesimo provvedimento contro lavoratori e pensionati, senza un briciolo di condivisione con le parti sociali e di equa distribuzione dei sacrifici, non c'è alternativa allo sciopero generale" sostiene Giovanni Centralle, segretario generale del sindacato più vicino alla maggioranza.
Bersani: "Dal governo un'entrata a piedi uniti" - Critiche dure arrivano anche dal mondo della politica, con Pier Luigi Bersani che definisce i provvedimenti "minacce inaccettabili di entrare a piè pari sul mercato del lavoro". E, a parte le misure sul mercato del lavoro, per il segretario del Pd, la lettera "merce usata venduta come nuova in modo francamente sconcertante".
Sacconi: "Misure per assumere, non per licenziare" - A difesa del governo scende in campo Maurizio Sacconi (guarda il video), secondo cui Cgil e Pd "dimostrano di essere inadatti a governare in questo tempo di grandi cambiamenti. Chi è in buona fede vuole capire e vedere - ha concluso - chi è in malafede a priori dice no". "L'obiettivo è assumere, non licenziare", chiarisce il ministro del Lavoro "Licenziamenti facili - spiega Sacconi - è un titolo che serve solo a spaventare una società già insicura ma che non rappresenta le misure suggerite dall'Europa ed accolte dall'Italia con altre proprie integrazioni. L'obiettivo è chiaro: incoraggiare le imprese a crescere ed assumere a tempo indeterminato! Senza il timore che ove le cose vadano male per l'azienda nel suo insieme, per uno specifico progetto di espansione, per un rapporto di lavoro, si producano grandi difficoltà nel fare il passo indietro. In tempi di aspettative incerte è ancor più doveroso eliminare ogni paura di crescere e incentivare la propensione a fare più occupazione stabile. Anche per questo abbiamo dichiarato di voler contrastare l'abuso delle collaborazioni a progetto e dei tirocini".
L'attuale legislazione italiana - In Italia non esiste la possibilità di licenziamenti di singoli lavoratori con contratto permanente per ragioni economiche; tale circostanza può realizzarsi solo quando si dichiara lo stato di crisi e riguarda rami d'azienda, non singoli. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori protegge dai licenziamenti individuali senza giusta causa prevedendo fino al reintegro al lavoro. Sacconi punta a introdurre lo Statuto dei lavori che superi l'articolo 18 e consenta risarcimenti economici ma non la riassunzione in caso di licenziamento immotivato
Prove di unità sindacale - E intanto però in Sardegna si fanno già le prove generali di fronte unitario. Le segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di trasformare una precedente protesta congiunta, in uno sciopero per il prossimo 11 novembre, per protestare contro le misure previste dal governo. "E' un attacco senza precedenti" si legge in una nota diffusa dai sindacati. E nel corso della conferenza stampa congiunta, Enzo Costa, numero uno della Cgil sarda, ha detto che "con lo sciopero vogliamo inoltre lanciare un segnale di unità tra Cgil, Cisl e Uil che ci piacerebbe fosse ripreso a livello nazionale. E' ora che il sindacato torni su una strada comune".