Pdl in fibrillazione, appello a Berlusconi: "Cambiare passo"

Politica
Il presidente del Consiglio e fondatore del Pdl, Silvio Berlusconi

Un gruppo di parlamentari di centrodestra starebbe preparando una lettera da consegnare al premier: "Questo governo non ha i numeri per lavorare e la maggioranza non ha alcuna possibilità di vincere alle prossime elezioni. Serve un rilancio"

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Dopo il sì dell'Europa a Silvio Berlusconi, nella maggioranza le acque restano agitate. Alcuni parlamentari del Pdl fanno sapere di star lavorando a una lettera-appello indirizzata al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dare corso agli impegni assunti con l'Ue.
Restano dunque tesi, anzi tesissimi, i rapporti all’interno della maggioranza. Non solo gli attriti con la Lega e il senatùr Umberto Bossi, che poche ore prima aveva dichiarato: “Ho il coltello dalla parte del manico, il governo cade quando lo dico io”.
A tenere sulle spine il presidente del Consiglio sono anche i deputati del suo stesso partito. Chiamarli “malpancisti” o “frondisti” non importa. Ciò che conta è il fatto che un ulteriore scontro all’interno del Pdl potrebbe far precipitare la situazione. Già nei giorni scorsi i big Scajola e Pisanu avevano alzato la voce, salvo poi appoggiare il governo in occasione del voto di fiducia.

Ora in questa lettera appello - che inizia con un "Caro presidente Berlusconi" - gli scontenti del Pdl rinnovano ancora la fedeltà al premier, ne sottolineano i "grandi meriti politici" e chiedono di poter continuare a sostenerlo, ma avvertono che senza un cambio di passo non potranno più garantire il loro sostegno. Per non finire "su un binario morto" - scrivono – è tempo di "rilanciare l'azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all'azione di Governo".

Dell'appello, che ancora non si sa quante firme avrà in calce - si è a lungo discusso in una riunione di una quindicina di senatori con Beppe Pisanu (il quale però nel pomeriggio di giovedì 27 ottobre ha smentito di "aver ideato, dettato e sottoscritto la lettera in questione"), ma anche nelle riunioni degli scajoliani (anche loro però sembrano prendere le distanze) e tra diversi altri esponenti del Pdl. "Ci sentiamo in dovere - si legge nella bozza del documento - con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell'attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l'esiguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede", soprattutto dopo la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier.

La coalizione di maggioranza - si legge ancora - "non ha alcuna realistica possibilità di vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali". "Da parte nostra - si conclude la bozza della lettera-appello -, la lealtà, il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo l'iniziative del Governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi,  non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di Governo".

Il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl a Palazzo Madame, prova a spegnere l'incendio: "Il governo gode della fiducia del Parlamento che ha ottenuto pochi giorni fa, finché ha la fiducia il governo va avanti".

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