Il governo ha la fiducia. L'opposizione: "Vittoria di Pirro"

Politica

Con 316 sì, l'esecutivo ottiene la maggioranza assoluta. Berlusconi: "La sinistra ha fatto una figuraccia". Polemica sulla scelta dei Radicali di partecipare al voto. Di Pietro: "Cercavano visibilità". Napolitano: "La verifica era necessaria". VIDEO

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Il governo incassa la fiducia, con 316 sì, ma è un voto al cardiopalma, dall'esito incerto quasi fino all'ultimo, con Luciano Sardelli dei Responsabili che non vota la fiducia e gli scajoliani Giustina Destro e Fabio Gava che non si presentano in aula, mentre Michele Pisacane (Pt) non risponde alla prima chiama per poi votare la fiducia.
Prima del voto lo stesso premier non si sbilancia e risponde "Non lo so" a chi gli chiede se si arriverà alla maggioranza assoluta, ma il risultato parziale della prima chiama fa tirare un sospiro di sollievo alla maggioranza: Radicali e Svp partecipano contribuendo a garantire la validità del voto.

Ottenuta la fiducia, Berlusconi si concede più volte ai giornalisti ed esulta: "E' fallito l'agguato dell'opposizione". Ma Scajola avverte: "dopo la fiducia di oggi bisogna fare un grande cambiamento, altrimenti andremo a sbattere". Per il presidente del Consiglio "l'importante è che vinciamo sulla sinistra che ha inscenato questa farsa delle assenze, ha fatto una figuraccia, ha sbagliato i suoi calcoli. E’  ricorsa a vecchi trucchi e ancora una volta ha dato di sé un'immagine penosa su cui gli italiani rifletteranno".

Nonostante il tentato ostruzionismo dell’opposizione sia fallito, incrinato dalla scelta dei radicali di entrare a votare (“ma non siamo stati determinanti” assicurano) Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini non credono nella solidità di questa nuova fiducia ottenuta dal governo. "Questo governo morirà di fiducia" dice il leader del Pd, mentre per Casini quella di venerdì è "una vittoria di Pirro".

"Il governo non c'è più: non ha una maggioranza politica, ma solo numerica ed è dovuta al fatto che i radicali hanno cercato la loro visibilità" è il duro affondo del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: "I Radicali dimenticano che ci son  momenti topici in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilita'. Li rispetto ma non condivido il loro comportamento".

Il leader del Pd in serata sminuisce anche la polemica con i radicali contro cui esponenti del suo partito avevano usato parole forti: “Oggi, a dir la verità, i radicali  non è che siano stati determinanti, va detto" e comunque "noi abbiamo altro da fare. Per un pelo il numero legale sono riusciti a raggiungerlo comunque quelli della maggioranza. Certamente i radicali sono  autosospesi da un po' di tempo, seguono una loro strategia... la seguano", aggiunge il segretario del Pd. "Noi abbiamo altro da fare: dobbiamo mettere assieme tutte le  forze che lavorano per un'alternativa a Berlusconi e credo che ciascuno debba prendersi le propria responsabilità, sempre disposti a discutere ma nella libertà reciproca", conclude Bersani.

Intanto il Colle sottolinea, con una lettera ai capigruppo di maggioranza alla Camera, come la verifica fosse necessaria dopo la battuta d’arresto sul rendiconto economico e come, allo stesso tempo, non vi fosse un obbligo giuridico di dimissioni dopo l'incidente a Montecitorio.
La giornata politica, si conclude con Consiglio dei ministri che dà il via libera al ddl stabilità e al nuovo rendiconto generale e nomina un nuovo sottosegretario (Galati) e due viceministri Catia Polidori e Aurelio Misiti.

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