De Magistris: "A novembre lancio un grande movimento"

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In un'intervista a Sky.it il sindaco di Napoli definisce i contorni del nuovo soggetto politico nazionale cui sta lavorando. Per riunire i 'movimenti' e pungolare i partiti. "Non voglio fare il leader", assicura. Ma tra un mese presenterà il manifesto

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di Serenella Mattera

Dicono stia nascendo il partito di Luigi De Magistris. Un nuovo soggetto di sinistra con cui Di Pietro, Bersani e Vendola dovranno fare i conti alle prossime elezioni. Lui, De Magistris, sgombra subito il campo dagli equivoci: “Non voglio fare il leader, ma il sindaco di Napoli”. Ma in un’intervista a Sky.it fa capire che c’è del vero in quel che si dice: “Presenteremo entro novembre”, annuncia, il “manifesto politico” di “un grande movimento” che traduca “le istanze di democrazia e partecipazione in istanze di governo e cambiamento delle cose”.
L’idea di De Magistris, insomma, è quella di replicare l’alchimia della “rivoluzione” partenopea a livello nazionale. E farsi promotore della “unità” dei cosiddetti movimenti della società civile (anche Beppe Grillo è invitato): “Uniti contro la crisi, oltre la crisi”.

Sindaco, ci spiega cosa ha in mente?
Da tempo penso ci sia bisogno nel Paese di un movimento che sia espressione di un nuovo modo di fare politica e dia voce a un bisogno di partecipazione che non è 'l'antipolitica'. Ho avuto la conferma dell’agibilità di un progetto del genere dopo la vittoria delle elezioni a Napoli, dove una fetta importante della popolazione che include non solo i giovani, ma anche i moderati, i liberali, la borghesia, ha contribuito alla mia vittoria.
Insomma, fa un nuovo partito?
No, è una cosa totalmente innovativa. Non è un partito, anche perché gli spazi per i partiti sono tutti presi, dopo che è arrivato pure il partito della Gnocca… Ma battute a parte, ciò a cui lavoriamo è un grande movimento politico. Non perché io sia contro i partiti, ma perché i partiti oggi non riescono a comprendere al loro interno tutti quei soggetti che vogliono fare politica. E hanno anche perso la capacità di affrontare la questione morale, interpretare una pulsione rivoluzionaria, avere come faro i principi della costituzione repubblicana.
Il rischio è che se non viene proposta un’alternativa, la voglia di partecipazione dei cittadini si possa tradurre in antipolitica fine a se stessa.
E allora nasce un nuovo soggetto?
Il primo appuntamento è la manifestazione del 15 ottobre a Roma. Ma intanto sto già avendo una serie di contatti per lanciare un manifesto politico, che presenteremo entro la fine di novembre, probabilmente a Napoli.
Parla al plurale. Quali sono i soggetti coinvolti?
Guardo con attenzione al movimento Uniti contro la crisi. Ma sto avendo contatti con persone all’interno dei partiti, intellettuali, lavoratori, studenti. L’idea è quella di tradurre le istanze di democrazia e partecipazione in istanze di governo e cambiamento delle cose. Come a Napoli, dove la rivoluzione è stata portare i movimenti di lotta e le associazioni, nel governo della città.
Come a Napoli, si metterà lei alla guida?
Non voglio fare il leader: sono e voglio continuare a fare il sindaco. E intanto contribuire a creare un grande movimento in cui confluiscano persone con schiena dritta, coerenza, capacità di testimoniare con i fatti qual è la strada da perseguire. Ma solo sulla base del manifesto si potrà iniziare a formare una classe dirigente.
E scegliere i candidati alle prossime elezioni…
In questo momento il problema non si pone.
Antonio Di Pietro, leader del partito, l’Idv, da cui lei stesso proviene, ha detto di condividere la sua iniziativa.
C’è un interesse sincero di certe persone verso di noi. E nell’Idv, in Sel, nel Pd e in altri partiti ci sono personalità che lavorano nella direzione giusta. Ma non ci accontentiamo. Vogliamo che il movimento sia uno stimolo, eserciti una pressione verso i partiti tutti, che da soli non ce la fanno.
Beppe Grillo, che prepara il suo Movimento 5 Stelle a una battaglia solitaria alle prossime elezioni, è stato critico nei suoi riguardi.
Non è tempo di polemiche e contrapposizioni. Chi ha la stessa sensibilità e vuole il cambiamento, deve unire le forze. Se qualcuno non ci sta e va da solo, fa le sue scelte e ne prendiamo atto. Ma questo è il momento dell'unità dei movimenti. Per dirla con uno slogan: ‘Uniti contro la crisi, oltre la crisi’.

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