Pdl: entro due settimane via libera al ddl intercettazioni

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"Ce la potremmo fare in 15 giorni" ha dichiarato Maurizio Paniz in un'intervista al Messaggero. Il discusso provvedimento inizia l'iter alla Camera il 5 ottobre. Slitterebbe al 13 il pacchetto di misure del dl Sviluppo per rilanciare la crescita

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Si parte con il ddl intercettazioni, che inizia il suo iter alla Camera il prossimo 5 ottobre. Slitterebbe invece al 13 ottobre il pacchetto di misure del dl Sviluppo.
Questa l'agenda del governo che sceglierebbe dunque di dare priorità alla legge che regolamenta l’acquisizione e pubblicazione dei brogliacci. Sciolto questo nodo, si affronterà il decreto che dovrebbe rilanciare la crescita.
Intanto, è stallo su Bankitalia con quello che da molti viene definito un braccio di ferro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sulla nomina del successore a Mario Draghi. A questo, si aggiunge il fatto che giovedì 29 settembre la maggioranza è andata sotto alla Camera per 24 voti su un emendamento del Pd e ha perso Santo Versace che passa dal Pdl al Gruppo Misto.
Insomma, "sono giornate intense e per certi versi turbolente", ha osservato Gianni Letta.

Entro due settimane la quadra sulle intercettazioni - Una cosa pare certa. Sul ddl intercettazioni bisogna andare avanti, in fretta, con determinazione. E' questa la linea che passa al vertice di maggioranza riunito a Palazzo Grazioli il giorno del compleanno di Berlusconi. Una linea che era stata anticipata in parte dal Guardasigilli Nitto Palma in un'intervista a Il Messaggero.
"Ce la potremmo fare in almeno due settimane. Il problema è individuare le modalità, ovvero il modo di concordare le proposte con l'opposizione". Sempre al quotidiano romano, il deputato del Pdl Maurizio Paniz, membro della Giunta per le autorizzazioni a procedere e della commissione Giustizia della Camera, si mostra ottimista sull'approvazione della proposta di legge in materia di intercettazioni. Paniz nega che sulla legge ci sia stata un'accelerazione. "Risale al 2007 l'approvazione da parte della Camera della riforma Mastella e sono passati due anni da quando il Senato ha approvato la legge proposta dall'allora Guardasigilli Alfano. E' una normale evoluzione". Il deputato si dice "aperto ai contributi dell'opposizione". Per questo, spiega, "penserei di poter recuperare una parte del testo Mastella, soprattutto il punto in cui si dichiara il no alla pubblicazione di quelle intercettazioni che intaccano la privacy dei cittadini e non hanno un interesse pubblico". Le preoccupazioni sulla legge, prosegue Paniz, sono "totalmente ingiustificate. Nessuno - assicura - vuole eliminare il principio di fondo per il quale le intercettazioni sono importanti come strumento di indagine. Noi contestiamo l'eccesso di intercettazioni ed il tempo di durata".
Di un possibile voto di fiducia, poi, se ne comincia a parlare con una certa insistenza. Intanto, a Roma sono scesi in piazza al Pantheon centinaia di persone per dire 'no' a quella che ormai viene chiamata "la legge bavaglio". Nel mirino anche la norma 'ammazza-blog'. E sulla sua pagina Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, annuncia: "Sono stato dal Cavaliere. Gli ho chiesto di togliere di mezzo dalla legge antintercettazioni il comma 29. Non ha senso punire la rete per le colpe di magistrati in cerca di pubblicità. Credo che ci penserà". 

Tavolo sullo Sviluppo - Sul dl Sviluppo, invece, si è deciso di istituire una commissione per mettere a punto le misure da inserire nel testo. "Ci siamo dati 15 giorni" fino al 13 ottobre dunque, ha spiegato Maurizio Lupi al termine del vertice a palazzo Grazioli del 29 settembre.
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha avviato intanto una nuova stagione di dismissioni del patrimonio pubblico e ha fatto il punto durante un seminario al Tesoro (si potrebbero incassare 700 miliardi da mettere a debito). Dal canto loro, invece, le imprese sono pronte a consegnare il 'manifesto per lo sviluppo' annunciato pochi giorni fa dal numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.

L'opposizione: rinviano per non decidere -
Il fatto che le misure in materia di Sviluppo non siano ancora pronte provoca la reazione dell'opposizione. "Il megavertice di maggioranza, come al solito, ha deciso di non decidere. Il piano per lo Sviluppo annunciato prima per la scorsa settimana, poi per questa, slitta di altre due settimane", attacca Antonio Misiani del Pd. E Antonio Borghesi dell'Idv: "L'arte del rinvio è ben nota a questo governo. Non sanno che pesci prendere e così rimandano di settimana in settimana". 

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