Governo, altro ko. Letta: "Sono giorni intensi e turbolenti"

Politica
Silvio Berlusconi e Gianni Letta

L'esecutivo battuto alla Camera per 24 voti su un emendamento del Pd. Berlusconi intanto diserta l'incontro organizzato da Giulio Tremonti sulle dismissioni del patrimonio pubblico. Il ministro Brunetta: "Vendiamo i gioielli di famiglia". VIDEO

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Continuano le tensioni all'interno della maggioranza. Silvio Berlusconi era atteso questa mattina, giovedì 29 settembre, al seminario sulle dismissioni del patrimonio pubblico organizzato da Giulio Tremonti. Un incontro nel quale si doveva fare dare inizio a quella operazione che dovrebbe, alienando beni dello stato, portare risorse alle casse pubbliche. Ma il premier ha disertato mandando Gianni Letta al suo posto. "Il presidente del Consiglio si scusa ma è assediato da impegni vari, sono giornate intense e per certi aspetti turbolente" si è scusato il sottosegretario.
All'incontro, presenti oltre il ministro Tremonti, Ignazio La Russa (per i beni della Difesa), Raffaele Fitto, e i sindaci di Roma e Torino, Alemanno e Fassino.

Governo ko alla Camera - E il nervosismo, intanto, si fa sentire anche alla Camera, dove il governo è stato battuto su un emendamento presentato dal Pd che prevedeva di destinare parte dell'otto per mille alle scuole.
Il sottosegretario Carlo Giovanardi, presente in Aula a rappresentare l'esecutivo, aveva dato parere contrario.  L'odg però è stato approvato per 24 voti di differenza, 247 sì contro 223 no. Nel testo si impegna il governo "a modificare la legge 20 maggio 1985, n.222, sull'otto per mille al fine di consentire ai cittadini di indicare esplicitamente la 'scuola pubblica' come destinataria di una quota fiscale dell'otto per mille da utilizzare d'intesa con enti locali per la sicurezza e l'adeguamento funzionale degli edifici e a pubblicare ogni anno un rapporto dettagliato circa l'erogazione delle risorse e lo stato degli interventi realizzati".

I beni dello Stato in vendita
- Immobili, partecipazioni, infrastrutture, risorse naturali, beni culturali: il patrimonio dello Stato è un immenso tesoro che vale oltre 1.800 miliardi, più o meno quanto il fardello del debito pubblico. Una quota di tutto rispetto dei 'gioielli di famiglia', 675 miliardi di euro, è "fruttifera", e un'attenta valorizzazione potrebbe dare anche 10 miliardi di euro l'anno a regime. Risorse preziose per ridurre deficit e debito ma anche per rilanciare, in un circolo virtuoso, lo sviluppo. Per fare un primo "inventario" giovedì 29 settembre al Tesoro si sono riuniti per un seminario a porte chiuse i massimi esponenti della materia, tra governo, manager pubblici, rappresentanti di fondi e banche d'affari.
"Con oggi prende avvio una grande riforma strutturale per la riduzione del debito e per la modernizzazione e la crescita del Paese", ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha fortemente voluto questa iniziativa perché può diventare "volano per l'economia". Tremonti ha precisato che "quanto è pubblico deve e può restare pubblico nell'interesse dei cittadini", ma "una grande quantità” di quello che oggi è una specie di 'manomorta' può essere valorizzato.

Il ministro Brunetta: "Vendiamo i gioielli di famiglia" (VIDEO)


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