Caso Milanese, la Lega voterà contro l'arresto

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Con la decisione del Carroccio la Giunta per le autorizzazioni esprimerà mercoledì mattina parere contrario alla misura cautelativa. Il deputato: "Accetto il processo ma non l'arresto"

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Nel voto di mercoledì mattina nella giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera la Lega Nord voterà contro la richiesta della procura di Napoli di arresto nei confronti del deputato del Pdl ed ex collaboratore del ministro Giulio Tremonti Marco Milanese. Lo ha detto il componete leghista della giunta Luca Paolini nel corso delle dichiarazioni di voto in giunta. Grazie al voto leghista Milanese dovrebbe dunque vedere respinta, undici a dieci,la richiesta di arresto nei suoi confronti avanzata dai magistrati di Napoli nel quadro dell'inchiesta che lo vede coinvolto con l'ipotesi di reato di corruzione. A favore dell'arresto voteranno i membri della giunta del Pd, dell'Idv e di Fli. Contro quelli del Pdl. I deputati dell'Udc voteranno a favore dell'arresto in Giunta, ma il partito centrista ha intenzione di lasciare poi libertà di coscienza nel voto in aula, previsto per il prossimo 22 settembre. Anche i deputato leghisti, per il voto in aula, avranno libertà di scelta.

Nel corso dell'audizione maretedì mattina Marco Milanese ha dichiarato che "sono disposto ad accettare il processo anche subito, ma non l'arresto perché non ci sono i presupposti per la custodia cautelare. Milanese ha respinto più volte le accuse mossegli dall'imprenditore irpino Paolo Viscione: "Ha agito per rancore personale - ha spiegato il deputato - perché non avevo voluto appoggiare la candidatura di suo figli a sindaco di Cervinara. Di questo, ha detto: il giudice non ha tenuto conto, i magistrati hanno dato credibilità alle accuse senza tenere conto dei riscontri. Quanto al sospetto che abbia passato a Viscione informazioni sulle indagine che la Guardia di Finanza aveva avviato sull'imprenditore, Milanese ha negato: "Perché avrei dovuto dargli notizie?. E ancora: Da chi le avrei sapute?."

Il deputato del Pdl prima si è difeso leggendo una sorta di memoria che aveva preparato poi ha risposto a lungo alle domande dei commissari della Giunta. Alla domanda sulla circostanza dell'apertura delle cassette di sicurezza, che si sospetta abbia svuotato la mattina stessa dell'arresto di Viscione: "E' solo una coincidenza non significativa - ha sottolineato - dell'arresto di Viscione non sapevo nulla, lui era latitante. E se anche l'avessi saputo, perché sarei dovuto andare proprio quel giorno?". Il deputato ha poi parlato delle mille sterline d'oro: "Ne ho mantenuto la disponibilità anche dopo la separazione da mia moglie benché fossero del suo asse ereditario - ha detto - per restituire poi a lei il corrispettivo, anche se l'ho fatto in misura inferiore al loro valore."

Non è mancato neppure un passaggio sulla famosa casa di via dei Prefetti subaffittata al ministro Giulio Tremonti di cui è stato a lungo braccio destro: "Quell'appartamento l'avevo affittato molto tempo fa e siccome spesso non lo utilizzavo, ne avevo dato la disponibilità al ministro che mi pagava 1000 euro la settimana in contanti, ha ribadito. Ma con Tremonti, ha poi precisato: "ci diamo ancora del lei."


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