Manovra, licenziamento più facile con gli accordi aziendali
PoliticaGrazie alle intese coi sindacati, il rapporto di lavoro si potrà interrompere in deroga ai contratti nazionali. Camusso: cancellata la Costituzione. Sì ai redditi online, ma senza nomi. Il testo, approvato in commissione al Senato, passa all'Aula martedì
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Via libera dalla Commissione bilancio del Senato alla manovra economica. Tra gli emendamenti approvati, fa discutere quello relativo all'articolo 8 del decreto, che inserisce anche il licenziamento tra le materie su cui i contratti aziendali possono derogare ai contratti nazionali. Tra le ultime novità inserite: il recupero coatto delle somme non riscosse con il condono tombale 2002 entro il 2011, lo 'spending review', la tassa sui 'money transfer'. (Vai alla scheda con tutte le misure)
Il provvedimento ora arriverà in Aula martedì. "Nessun rallentamento dei tempi", assicura il presidente del Senato Renato Schifani in risposta anche all'appello a fare presto del presidente Giorgio Napolitano. E Schifani, insieme ad altri esponenti della maggioranza, allontana anche lo spettro 'fiducia' e si aspetta l'ok dell'aula di Palazzo Madama già in settimana.
Si potrà licenziare in deroga ai contratti nazionali - I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale "operano in deroga alle disposizioni di legge" e "alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali" anche per quanto riguarda il licenziamento. E' quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Salve solo la "Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro". Lavoratrici in concomitanza del matrimonio, lavoratrici dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino non potranno però essere licenziate in deroga alle leggi. Escluso anche il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento.
Cgil: "Il governo cancella la Costituzione" - "Le modifiche della maggioranza di
governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione
dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8
della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. Di parere diverso il leade della Cisl Raffaele Bonanni, protagonista di una polemica a distanza con la Camusso.
Guarda il video
Bersani: "Governo irresponsabile" - Crtiche anche dall'opposizione. "Abbiamo un governo avventurista e irresponsabile - dice il segretario del Pd Bersani - che in un momento difficilissimo per il paese pensa di ricavare qualche soddisfazione provocando rotture e divisioni nel corpo sociale. Quel che è avvenuto sull'articolo 8 deve essere rimediato in Parlamento: si torni all'accordo del 28 giugno e si parta da lì per una stagione nuova di concertazione, per uno sforzo comune volto ad affrontare la crisi".
Sacconi: "Nessuna libertà di licenziare" - Difende il provvedimento il ministro del Lavoro Sacconi. Le modifiche all'articolo 8 della manovra "è inequivoco che non possono modificare le norme di rango superiore come i fondamentali principi costituzionale o di carattere comunitario e internazionale" afferma. "Non ha senso - aggiunge - parlare di libertà di licenziare o usare altre semplificazioni che non corrispondono, neppure lontanamente, alla oggettività della norma".
Le modifiche all'articolo 8 introdotte dalla Commissione Bilancio del Senato secondo Sacconi contengono inoltre "utilissimi elementi per la più certa interpretazione delle rilevanti novità previste dalla manovra relativamente alla capacita dei contratti aziendali e territoriali. "I soggetti abilitati a firmarli - continua - sono quelli comparativamente più rappresentativi e le loro rsa o rsu secondo quanto dispongono leggi e accordi interconfederali, compreso quello recente del giugno". Viene così "accolta la richiesta espressa da CISL e UIL a che fossero certamente evitati accordi 'pirata' con soggetti di comodo o senza rappresentatività".
Dichiarazione dei redditi online senza cognomi - Via libera anche alla pubblicazione dei redditi online da parte dei Comuni, ma senza nominativi: compariranno solamente per aggregati e categorie. Sul tema infatti aveva sollevato perplessità il Garante della Privacy.
Riscossione forzata per il condono tombale - Una delle novità dell'ultima ora è la possibilità per il Fisco di intervenire coattivamente per il recupero delle somme non riscosse del condono tombale. Il contribuente dovrà pagare entro il termine perentorio del 31 dicembre 2011, altrimenti scatta "una sanzione pari al 50%" delle somme in questione e l'Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza potranno sottoporre a controllo la sua posizione relativa a tutti i periodi di imposta successivi a quelli condonati.
Entra la revisione integrale della spesa pubblica - La manovra introduce inoltre la spending review, ovvero la revisione integrale della spesa pubblica. E' stato infatti approvato un emendamento del Pd riformulato che aveva già ricevuto l'appoggio del ministro dell'economia. La norma impegna il Governo a presentare un "programma per la riorganizzazione della spesa pubblica" che indica tra gli obiettivi l'accorpamento degli enti di previdenza (aprendo la strada verso una super Inps), all'integrazione operativa delle agenzie fiscali, il coordinamento (ma non l'accorpamento) delle attività delle forze dell'ordine.
Tassa sul money transfer - Arriva anche la tassa (un'imposta di bollo del 2%, di minimo 3 euro) sui trasferimenti di denaro all'estero attraverso le agenzie 'money transfer' o altri intermediari finanziari. Che non vale però per le persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale. Una misura voluta dalla Lega e approvata con il 'no' dell'opposizione perché, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) "colpisce anche gli immigrati".
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Via libera dalla Commissione bilancio del Senato alla manovra economica. Tra gli emendamenti approvati, fa discutere quello relativo all'articolo 8 del decreto, che inserisce anche il licenziamento tra le materie su cui i contratti aziendali possono derogare ai contratti nazionali. Tra le ultime novità inserite: il recupero coatto delle somme non riscosse con il condono tombale 2002 entro il 2011, lo 'spending review', la tassa sui 'money transfer'. (Vai alla scheda con tutte le misure)
Il provvedimento ora arriverà in Aula martedì. "Nessun rallentamento dei tempi", assicura il presidente del Senato Renato Schifani in risposta anche all'appello a fare presto del presidente Giorgio Napolitano. E Schifani, insieme ad altri esponenti della maggioranza, allontana anche lo spettro 'fiducia' e si aspetta l'ok dell'aula di Palazzo Madama già in settimana.
Si potrà licenziare in deroga ai contratti nazionali - I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale "operano in deroga alle disposizioni di legge" e "alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali" anche per quanto riguarda il licenziamento. E' quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Salve solo la "Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro". Lavoratrici in concomitanza del matrimonio, lavoratrici dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino non potranno però essere licenziate in deroga alle leggi. Escluso anche il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento.
Cgil: "Il governo cancella la Costituzione" - "Le modifiche della maggioranza di
governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione
dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8
della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. Di parere diverso il leade della Cisl Raffaele Bonanni, protagonista di una polemica a distanza con la Camusso.
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Bersani: "Governo irresponsabile" - Crtiche anche dall'opposizione. "Abbiamo un governo avventurista e irresponsabile - dice il segretario del Pd Bersani - che in un momento difficilissimo per il paese pensa di ricavare qualche soddisfazione provocando rotture e divisioni nel corpo sociale. Quel che è avvenuto sull'articolo 8 deve essere rimediato in Parlamento: si torni all'accordo del 28 giugno e si parta da lì per una stagione nuova di concertazione, per uno sforzo comune volto ad affrontare la crisi".
Sacconi: "Nessuna libertà di licenziare" - Difende il provvedimento il ministro del Lavoro Sacconi. Le modifiche all'articolo 8 della manovra "è inequivoco che non possono modificare le norme di rango superiore come i fondamentali principi costituzionale o di carattere comunitario e internazionale" afferma. "Non ha senso - aggiunge - parlare di libertà di licenziare o usare altre semplificazioni che non corrispondono, neppure lontanamente, alla oggettività della norma".
Le modifiche all'articolo 8 introdotte dalla Commissione Bilancio del Senato secondo Sacconi contengono inoltre "utilissimi elementi per la più certa interpretazione delle rilevanti novità previste dalla manovra relativamente alla capacita dei contratti aziendali e territoriali. "I soggetti abilitati a firmarli - continua - sono quelli comparativamente più rappresentativi e le loro rsa o rsu secondo quanto dispongono leggi e accordi interconfederali, compreso quello recente del giugno". Viene così "accolta la richiesta espressa da CISL e UIL a che fossero certamente evitati accordi 'pirata' con soggetti di comodo o senza rappresentatività".
Dichiarazione dei redditi online senza cognomi - Via libera anche alla pubblicazione dei redditi online da parte dei Comuni, ma senza nominativi: compariranno solamente per aggregati e categorie. Sul tema infatti aveva sollevato perplessità il Garante della Privacy.
Riscossione forzata per il condono tombale - Una delle novità dell'ultima ora è la possibilità per il Fisco di intervenire coattivamente per il recupero delle somme non riscosse del condono tombale. Il contribuente dovrà pagare entro il termine perentorio del 31 dicembre 2011, altrimenti scatta "una sanzione pari al 50%" delle somme in questione e l'Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza potranno sottoporre a controllo la sua posizione relativa a tutti i periodi di imposta successivi a quelli condonati.
Entra la revisione integrale della spesa pubblica - La manovra introduce inoltre la spending review, ovvero la revisione integrale della spesa pubblica. E' stato infatti approvato un emendamento del Pd riformulato che aveva già ricevuto l'appoggio del ministro dell'economia. La norma impegna il Governo a presentare un "programma per la riorganizzazione della spesa pubblica" che indica tra gli obiettivi l'accorpamento degli enti di previdenza (aprendo la strada verso una super Inps), all'integrazione operativa delle agenzie fiscali, il coordinamento (ma non l'accorpamento) delle attività delle forze dell'ordine.
Tassa sul money transfer - Arriva anche la tassa (un'imposta di bollo del 2%, di minimo 3 euro) sui trasferimenti di denaro all'estero attraverso le agenzie 'money transfer' o altri intermediari finanziari. Che non vale però per le persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale. Una misura voluta dalla Lega e approvata con il 'no' dell'opposizione perché, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) "colpisce anche gli immigrati".