Martedì 23 inizia l'iter parlamentare del provvedimento. Bossi fa una pernacchia ad Alfano intento a smussare le resistenze della Lega sulle pensioni. L'opposizione lavora alla contromanovra e propone la reintroduzione del reato di falso in bilancio
L TESTO DELLA MANOVRA
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Il richiamo di Giorgio Napolitano dal Meeting di Rimini mette ancor più pressione al governo. Da Arcore, Silvio Berlusconi non commenta ufficialmente l'intervento del capo dello Stato, neanche quel passaggio in cui il presidente ha rimarcato le "esitazioni" della maggioranza nel "riconoscere la criticità della nostra situazione".
Non è certo il momento di polemizzare: si deve 'trattare' con la Lega sul nodo pensioni e tenere sotto controllo le tensioni interne al Pdl tra chi chiede il ritiro del contributo di solidarietà e chi, come Roberto Formigoni, spinge per le primarie per "legare il partito al territorio".
D'altro canto, non è immune dalle critiche di Napolitano neanche l'opposizione "che riconduce tutto ad omissioni e colpe del governo": una lamentela che proprio Berlusconi ripete spesso ai suoi per spiegare le difficoltà che incontra nel dialogare con "chi sa soltanto attaccarmi".
Berlusconi: ho fatto quanto dovevo - "Io ho fatto ciò che dovevo per evitare una grande crisi dei nostri titoli, ora tocca al Parlamento". Queste le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pronunciate a Milano dove domenica 21 agosto ha assistito alla partita Milan-Juventus.
"Per ottenere l'intervento sui mercati della Banca Centrale Europea - ha raccontato il premier ai cronisti - mi è stato detto che entro venerdì sera dovevo fare un decreto che spostasse dal 2014 al 2013 il pareggio del bilancio, siamo riusciti in quattro giorni a trovare l'accordo tra i partiti della maggioranza. Il mio grande torto - ha detto il premier - è stato di non riuscire a farmi dare il 51% dagli italiani quindi devo compromettere tutte le decisioni con i componenti della maggioranza". Il decreto "doveva arrivare venerdì sera - dice - perché la Bce ha chiesto sabato e domenica per raccordarsi con tutte le banche di stato europee" e lunedì "la Bce è intervenuta sul mercato delle nuove emissioni e sul mercato secondario dove abbiamo 1750 miliardi di euro. Quindi, quello che dovevo fare l'ho fatto, ora il decreto è in Parlamento e il Parlamento deciderà".
In realtà, Berlusconi attende con ansia l'esito del summit di lunedì 22 agosto della Lega Nord in via Bellerio dal quale, è l'auspicio, potrebbero arrivare aperture sul ritocco dell'età pensionabile. Su questo punta anche Angelino Alfano, il segretario politico del Pdl che pensa di proporre all'alleato uno scambio: mettere mano alle pensioni per recuperare risorse utili ad evitare tagli drastici agli enti locali e a rivedere il contributo di solidarietà oltre i 90mila euro di reddito annuo.
Bossi e la pernacchia, questa volta ad Alfano - "Alfano è un bravo ragazzo però..." e poi una pernacchia. Questa la risposta del leader del Carroccio Umberto Bossi a chi gli chiedeva del tentativo che Angelino Alfano vuole fare per convincere la Lega ad accettare una riforma delle pensioni come alternativa al taglio agli Enti locali.
L'opposizione prepara la contromanovra - L'opposizione, intanto, lavora alla sua 'contromanovra'. L'Udc, al di là degli insulti di Bossi a Pier Ferdinando Casini, spinge per l'introduzione del coefficiente familiare almeno per attenuare l'incidenza del contributo di solidarietà per chi ha più di un figlio.
l Pd, invece, mette a punto gli emendamenti alla Manovra. Tra di essi, oltre alle proposte per correggere il decreto del governo, il segretario Pier Luigi Bersani ha voluto un emendamento per reintrodurre il reato di falso in bilancio, norma cancellata tra mille polemiche dal precedente governo Berlusconi.
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Non è certo il momento di polemizzare: si deve 'trattare' con la Lega sul nodo pensioni e tenere sotto controllo le tensioni interne al Pdl tra chi chiede il ritiro del contributo di solidarietà e chi, come Roberto Formigoni, spinge per le primarie per "legare il partito al territorio".
D'altro canto, non è immune dalle critiche di Napolitano neanche l'opposizione "che riconduce tutto ad omissioni e colpe del governo": una lamentela che proprio Berlusconi ripete spesso ai suoi per spiegare le difficoltà che incontra nel dialogare con "chi sa soltanto attaccarmi".
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"Per ottenere l'intervento sui mercati della Banca Centrale Europea - ha raccontato il premier ai cronisti - mi è stato detto che entro venerdì sera dovevo fare un decreto che spostasse dal 2014 al 2013 il pareggio del bilancio, siamo riusciti in quattro giorni a trovare l'accordo tra i partiti della maggioranza. Il mio grande torto - ha detto il premier - è stato di non riuscire a farmi dare il 51% dagli italiani quindi devo compromettere tutte le decisioni con i componenti della maggioranza". Il decreto "doveva arrivare venerdì sera - dice - perché la Bce ha chiesto sabato e domenica per raccordarsi con tutte le banche di stato europee" e lunedì "la Bce è intervenuta sul mercato delle nuove emissioni e sul mercato secondario dove abbiamo 1750 miliardi di euro. Quindi, quello che dovevo fare l'ho fatto, ora il decreto è in Parlamento e il Parlamento deciderà".
In realtà, Berlusconi attende con ansia l'esito del summit di lunedì 22 agosto della Lega Nord in via Bellerio dal quale, è l'auspicio, potrebbero arrivare aperture sul ritocco dell'età pensionabile. Su questo punta anche Angelino Alfano, il segretario politico del Pdl che pensa di proporre all'alleato uno scambio: mettere mano alle pensioni per recuperare risorse utili ad evitare tagli drastici agli enti locali e a rivedere il contributo di solidarietà oltre i 90mila euro di reddito annuo.
Bossi e la pernacchia, questa volta ad Alfano - "Alfano è un bravo ragazzo però..." e poi una pernacchia. Questa la risposta del leader del Carroccio Umberto Bossi a chi gli chiedeva del tentativo che Angelino Alfano vuole fare per convincere la Lega ad accettare una riforma delle pensioni come alternativa al taglio agli Enti locali.
L'opposizione prepara la contromanovra - L'opposizione, intanto, lavora alla sua 'contromanovra'. L'Udc, al di là degli insulti di Bossi a Pier Ferdinando Casini, spinge per l'introduzione del coefficiente familiare almeno per attenuare l'incidenza del contributo di solidarietà per chi ha più di un figlio.
l Pd, invece, mette a punto gli emendamenti alla Manovra. Tra di essi, oltre alle proposte per correggere il decreto del governo, il segretario Pier Luigi Bersani ha voluto un emendamento per reintrodurre il reato di falso in bilancio, norma cancellata tra mille polemiche dal precedente governo Berlusconi.