Tramontata l'idea di tassare i capitali rientrati due anni fa, spunta ora l'ipotesi di un condono bis per recuperare le somme ancora all'estero. L'aliquota, però, questa volta sarebbe più alta. Ancora in discussione pensioni ed enti locali
IL TESTO DELLA MANOVRA
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Un nuovo scudo fiscale per fare rientrare i capitali rimasti all'estero, con una aliquota superiore a quella del 5% inserita nella precedente operazione di rimpatrio dei capitali. E' una delle ipotesi che, secondo fonti della maggioranza, si starebbe valutando. L'idea sarebbe quella di sfruttare la 'tobin tax' europea che potrebbe rendere più difficile l'anonimato degli evasori. In salita invece la strada per il prelievo sui capitali già scudati, come anche divisioni ci sarebbero sull'ipotesi, lanciata dalla Lega, di spalmare il Tfr (il trattamento di fine rapporto) sulle buste paga.
La manovra intanto è arrivata mercoledì 17 agosto in Senato. Prima tappa in un'Aula semideserta, con appena undici persone, compreso il rappresentante del governo, e con un'opposizione più in forze della maggioranza. L'iter vero e proprio partirà comunque martedì 23 agosto alla Commissione Bilancio del Senato.
Per reperire risorse che servirebbero ad ammorbidire alcune misure che scontentano, dal prelievo per i redditi oltre i 90.000 euro ai tagli agli enti locali, si valuterebbe dunque anche una nuova operazione di rientro 'agevolato' di capitali che sono all'estero. Ipotesi al momento solo allo studio, riferiscono fonti di maggioranza. Non si sbilancia invece sulle misure il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini che dalla prossima settimana dovrà esaminare il testo. "Lavoreremo per migliorare il provvedimento", assicura. Non un decreto blindato, dunque, se non chiaramente per "l'invarianza assoluta dei saldi".
L'idea del prelievo aggiuntivo sui capitali già scudati, come continua a chiedere l'opposizione (e su questo il 15 settembre Adusbef e Federconsumatori hanno anche annunciato una 'marcia degli onesti'), sembra di non facile attuazione. Se al ministero dell'Economia rilevano che cambiare in corsa le regole significa da una parte essere poco credibili e dall'altra rischiare l'incostituzionalità, emergerebbero in ogni caso difficoltà tecniche. Una tassa sui capitali scudati "è di difficile applicazione", fa presente il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti. Le difficolta' ci sono perché c'era la garanzia "dell'anonimato". C'é poi da aggiungere che una mini-aliquota dell'1-2% di fatto non sarebbe considerata dall'opposizione una vera apertura alla loro proposta. Il responsabile economico del Pd Stefano Fassina oggi l'ha definita "risibile" tornando a chiedere una tassazione al 15%. Ma con un'operazione scudo-bis questa opzione verrebbe messa da parte.
Anche la busta paga più pesante grazie al tfr, che in questo caso verrebbe dato mese per mese, lascia aperti interrogativi, non ultimo, come fa notare l'esperto di previdenza del Pdl Giuliano Cazzola, il venir meno di 5-6 miliardi di entrate al Fondo del Tesoro, gestito dall'Inps, dove finisce il tfr inoptato per chi non vuole darlo alla previdenza complementare.
Si lavora anche sulle pensioni: sarebbero molti nella maggioranza a volere una stretta più decisa sulle anzianità (per le quali di fatto resta solo lo slittamento di due anni del tfr per gli statali) e sull'età pensionabile delle donne. Ma pesa ancora il 'no' della Lega. Resta poi tutta la partita, caldissima, dei tagli agli enti locali. Da martedì comunque la parola passa al Parlamento.
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La manovra intanto è arrivata mercoledì 17 agosto in Senato. Prima tappa in un'Aula semideserta, con appena undici persone, compreso il rappresentante del governo, e con un'opposizione più in forze della maggioranza. L'iter vero e proprio partirà comunque martedì 23 agosto alla Commissione Bilancio del Senato.
Per reperire risorse che servirebbero ad ammorbidire alcune misure che scontentano, dal prelievo per i redditi oltre i 90.000 euro ai tagli agli enti locali, si valuterebbe dunque anche una nuova operazione di rientro 'agevolato' di capitali che sono all'estero. Ipotesi al momento solo allo studio, riferiscono fonti di maggioranza. Non si sbilancia invece sulle misure il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini che dalla prossima settimana dovrà esaminare il testo. "Lavoreremo per migliorare il provvedimento", assicura. Non un decreto blindato, dunque, se non chiaramente per "l'invarianza assoluta dei saldi".
L'idea del prelievo aggiuntivo sui capitali già scudati, come continua a chiedere l'opposizione (e su questo il 15 settembre Adusbef e Federconsumatori hanno anche annunciato una 'marcia degli onesti'), sembra di non facile attuazione. Se al ministero dell'Economia rilevano che cambiare in corsa le regole significa da una parte essere poco credibili e dall'altra rischiare l'incostituzionalità, emergerebbero in ogni caso difficoltà tecniche. Una tassa sui capitali scudati "è di difficile applicazione", fa presente il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti. Le difficolta' ci sono perché c'era la garanzia "dell'anonimato". C'é poi da aggiungere che una mini-aliquota dell'1-2% di fatto non sarebbe considerata dall'opposizione una vera apertura alla loro proposta. Il responsabile economico del Pd Stefano Fassina oggi l'ha definita "risibile" tornando a chiedere una tassazione al 15%. Ma con un'operazione scudo-bis questa opzione verrebbe messa da parte.
Anche la busta paga più pesante grazie al tfr, che in questo caso verrebbe dato mese per mese, lascia aperti interrogativi, non ultimo, come fa notare l'esperto di previdenza del Pdl Giuliano Cazzola, il venir meno di 5-6 miliardi di entrate al Fondo del Tesoro, gestito dall'Inps, dove finisce il tfr inoptato per chi non vuole darlo alla previdenza complementare.
Si lavora anche sulle pensioni: sarebbero molti nella maggioranza a volere una stretta più decisa sulle anzianità (per le quali di fatto resta solo lo slittamento di due anni del tfr per gli statali) e sull'età pensionabile delle donne. Ma pesa ancora il 'no' della Lega. Resta poi tutta la partita, caldissima, dei tagli agli enti locali. Da martedì comunque la parola passa al Parlamento.