Martino a Berlusconi: "Fai le cose promesse! Oppure vattene"

Politica
Antonio Martino con Silvio Berlusconi in un'immagine d'archivio
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In un'intervista l'ex ministro della Difesa, tessera numero 2 di Forza Italia, invita il premier a tornare allo spirito del '94. "In questa legislatura il problema è stato Tremonti"

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"Silvio Berlusconi non può permettere che finisca per consunzione quella che è stata un'esperienza straordinaria: deve chiuderla bene, e certamente non può con questa manovra finanziaria, che è esattamente il contrario di quello che abbiamo sempre sostenuto". Così si esprime Antonio Martino, economista, tessera numero 2 di Forza Italia (dopo la numero 1 di Berlusconi), già ministro degli Esteri nel primo governo del Cavaliere e poi della Difesa tra il 2001 e il 2006, in un'intervista che il settimanale Panorama pubblica nel numero in edicola da domani.

"In questa legislatura" dice Martino nell'intervista "il problema è stato Giulio Tremonti. Ma lo si sapeva. Allora il quesito è: perché Berlusconi ha chiamato ancora Tremonti al ministero dell'Economia? E poi, al di là di chi sia il ministro, è indispensabile spacchettare il ministero dell'Economia, che così com'è è strapotente, per ripristinare la dialettica tra Finanze e Tesoro, fondamentale per il buon governo".

Martino suggerisce una strada alternativa alla manovra finanziaria in discussione: vendere le partecipazioni statali. "Se c'è un signore che ha un patrimonio enorme ma moltissimi debiti" dice l'ex ministro "che cosa fa per riequilibrarsi? Cede parte del patrimonio e abbatte i debiti. Va fatto un 'equity for debt swap': uno scambio tra debiti e patrimonio. Si vendano le partecipazioni statali, che ne abbiamo ancora a non finire; riduciamo lo strapotere di dirigenti statali e parastatali e in compenso ritiriamo dal mercato una bella fetta di debito pubblico".

Martino, comunque, invita con forza Berlusconi a tornare allo spirito del 1994, quando Forza Italia lanciò le parole d'ordine sulla riduzione delle tasse, della burocrazia e dello Stato. "Ho detto al presidente: guarda Silvio, punta almeno su una delle cose promesse. E se poi non te la lasciano fare, allora fà come il generale Charles De Gaulle: ti alzi e te ne vai".

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