Via libera in Commissione alla Camera al divieto di burqa

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Il provvedimento che vieta i veli integrali sarà esaminato a settembre dall'Aula di Montecitorio. La relatrice Suad Sbai (Pdl): "E' una legge di civiltà". Ma il portavoce dell'Ucoii parla di "criminalizzazione" e "ingiustizia"

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Via libera della commissione Affari Costituzionali della Camera alla legge sul divieto di burqa e niqab, i veli integrali islamici. Il provvedimento sarà esaminato a settembre dall'aula di Montecitorio. Il testo è stato approvato con i voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e l'astensione di Fli, Udc e Idv. Contrario il Pd.

Il provvedimento vieta il travisamento del volto in luoghi pubblici con burqa e niqab, ma anche con caschi, o altri indumenti di "origine etnica", e prevede sanzioni pecuniarie per chi contravviene il divieto. Molto più severe le sanzioni per coloro che obbligano terzi ad indossare questi indumenti: pene pecuniarie fino 30.000 euro e reclusione fino a 12 mesi.

Secondo la relatrice del testo Suad Sbai (Pdl) il voto della commissione dà una "sferzata decisiva ad un provvedimento di libertà e civilta"'. "Non ci fermiamo - promette la parlamentare Pdl - sulla via della liberazione delle donne segregate e senza diritti. In Francia, Belgio e nel musulmano Azerbaijan questa legge è realtà, senza che nessuna donna araba musulmana abbia nemmeno pensato di protestare, per quanto la si attendeva. Invece qui qualcuno aveva pensato di intimorirci con lettere ambigue o con dichiarazioni falsamente libertarie: noi andiamo avanti e quando il provvedimento sarà al vaglio dell'Aula, la nostra spinta propulsiva sarà ancor più forte”.

"Il velo integrale non è mai una libera scelta delle donne, ma un segno di oppressione culturale o fisica: vietarlo nei luoghi pubblici vuol dire restituire la libertà alle donne immigrate, aiutarle ad uscire dai ghetti culturali nei quali tentano di rinchiuderle e, quindi, lavorare per la loro integrazione", il commento del Ministro per le Pari
Opportunità, Mara Carfagna. "In Italia - continua il ministro - non esiste, come in altri Paesi, un'emergenza-burqa: i casi di donne costrette ad indossarlo restano per fortuna isolati, ma non per questo sono meno gravi".

Critico invece il portavoce dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche in Italia, Roberto Hamza Piccardo. "Vietare il velo islamico per legge è un'ingiustizia che tocca le libertà individuali: se c'è chi  è libero di essere vestito o svestito quanto gli pare, perché qualcun altro non deve essere libero di portare il velo? Su questo tema continua a esserci una sorta di criminalizzazione e una drammatizzazione mediatica: in Italia le donne che indossano il niqab non arriveranno a cento e di burqa non se n'è mai visto neppure uno". Piccardo sottolinea comunque come di fronte ai controlli di pubblica sicurezza bisogna farsi identificare: “Di fronte ai controlli di polizia, c'è l'obbligo di esibire i documenti e di farsi identificare scoprendo il volto: accettare il controllo dell'autorità è ineludibile. Meglio se a farli è un agente o un carabiniere donna”.

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