Da Milano "suolo sforzesco", l'imprenditore edile "sbanca stendendo sobborghi su Segrate". "Stolta sinistra sottovalutò suo strapotere. Spadroneggiando sugli schermi stravinse" in politica: ecco la prova di un docente di Semiologia con un team di blogger
“Scilipoti salverà Silvio?”. Ovvero: può una lettera dell’alfabeto racchiudere un intero destino? O, più semplicemente, “si può tradurre in paradosso linguistico un paradosso politico?”.
E’ l’esperimento tentato da un docente di Semiologia e linguaggi audiovisivi, con un gruppo di blogger. E rilanciato dai finiani vicini a Benedetto Della Vedova, sul sito Libertiamo.it.
Tentare di declinare per ‘s’ l’intera vita di Silvio Berlusconi. Ovvero provare a raccontare usando solo parole che iniziano con quella lettera dell’alfabeto ascesa e alterne vicende del Cavaliere.
Partendo dall’osservazione che la sua vita “è geneticamente ricca di S: S come Silvio, come Stato, come Soldi, come Sesso e pure come Scilipoti…”.
L’esperimento del professor Francesco Linguiti (con Francesca Di Stefano, Marco Jemolo ed Elena Ceccacci, autori del blog ‘Esse o non esse’) sembra riuscito. A partire dall’incipit, dove si riescono a raccontare in ‘s’ pure gli spettacoli sulle navi da crociera, tenuti da un giovane Berlusconi per pagarsi le bollette: “Silvio, sgravato su suolo sforzesco (scrofa semilanuta suo simbolo), successivamente suoi studi si sostentò sollazzando signorinelle su scafi sfarzosi”, esordisce il componimento. Che prosegue poi lungo tutto il cursus berlusconiano.
La crescita come imprenditore edile: “Sebbene sorgente sue sovvenzioni sia sconosciuta, sbanca stendendo sobborghi su Segrate, strutture sinceramente sgraziate”. E poi la “Standa” e la Fininvest, il “Serpentone”, ovvero il Biscione.
L’incontro del Cavaliere con Craxi: “segretario socialista successivamente scappato spianerà sua strada”. E il ’94: “Stolta sinistra sottovalutò suo strapotere. Spadroneggiando sugli schermi Silvio stravinse. Sedusse spettatori seminando straordinarie speranze. Solo speranze, storia smentì sue smargiassate”.
Ancora, l’editto bulgaro diventa “sentenza slava” che “sfratta Santoro”. Il governo Prodi II viene descritto come un interregno di “settantadue settimane scarsamente significative”. E Ruby come una “squillo sahariana sedicenne”. Mentre “soubrette scosciate si scoprono senatrici, segretarie sotto scrivanie si scoprono sottosegretarie”.
Avanti così, fino a “Scilipoti”: “Salverà Silvio?”, si chiedono gli autori.
Intanto, replicano per le rime i lettori dell’articolo. Alcuni elogiano con aggettivi rigorosamente in ‘s’ il componimento (“Spettacolare, stupendo, sublime”) e intimano a Berlusconi di andar via (“Spediamolo su Saturno”, “Silvio, siamo stanchi sentire sempre solita solfa senza senso”).
Non tutti, però, sono ben disposti verso una lettura tanto cruda della vita del Cavaliere. “S-Fini-to”, scrive Lodovico, stroncando per le rime Gianfranco Fini e i suoi, che “sperano Silvio segregato senza soldi, senza società, senza sodali, senza sensali”. Ma “Silvio stravince”, sentenzia. Ed Erikus, definitivo: “Sono solo stronzate!”.
E’ l’esperimento tentato da un docente di Semiologia e linguaggi audiovisivi, con un gruppo di blogger. E rilanciato dai finiani vicini a Benedetto Della Vedova, sul sito Libertiamo.it.
Tentare di declinare per ‘s’ l’intera vita di Silvio Berlusconi. Ovvero provare a raccontare usando solo parole che iniziano con quella lettera dell’alfabeto ascesa e alterne vicende del Cavaliere.
Partendo dall’osservazione che la sua vita “è geneticamente ricca di S: S come Silvio, come Stato, come Soldi, come Sesso e pure come Scilipoti…”.
L’esperimento del professor Francesco Linguiti (con Francesca Di Stefano, Marco Jemolo ed Elena Ceccacci, autori del blog ‘Esse o non esse’) sembra riuscito. A partire dall’incipit, dove si riescono a raccontare in ‘s’ pure gli spettacoli sulle navi da crociera, tenuti da un giovane Berlusconi per pagarsi le bollette: “Silvio, sgravato su suolo sforzesco (scrofa semilanuta suo simbolo), successivamente suoi studi si sostentò sollazzando signorinelle su scafi sfarzosi”, esordisce il componimento. Che prosegue poi lungo tutto il cursus berlusconiano.
La crescita come imprenditore edile: “Sebbene sorgente sue sovvenzioni sia sconosciuta, sbanca stendendo sobborghi su Segrate, strutture sinceramente sgraziate”. E poi la “Standa” e la Fininvest, il “Serpentone”, ovvero il Biscione.
L’incontro del Cavaliere con Craxi: “segretario socialista successivamente scappato spianerà sua strada”. E il ’94: “Stolta sinistra sottovalutò suo strapotere. Spadroneggiando sugli schermi Silvio stravinse. Sedusse spettatori seminando straordinarie speranze. Solo speranze, storia smentì sue smargiassate”.
Ancora, l’editto bulgaro diventa “sentenza slava” che “sfratta Santoro”. Il governo Prodi II viene descritto come un interregno di “settantadue settimane scarsamente significative”. E Ruby come una “squillo sahariana sedicenne”. Mentre “soubrette scosciate si scoprono senatrici, segretarie sotto scrivanie si scoprono sottosegretarie”.
Avanti così, fino a “Scilipoti”: “Salverà Silvio?”, si chiedono gli autori.
Intanto, replicano per le rime i lettori dell’articolo. Alcuni elogiano con aggettivi rigorosamente in ‘s’ il componimento (“Spettacolare, stupendo, sublime”) e intimano a Berlusconi di andar via (“Spediamolo su Saturno”, “Silvio, siamo stanchi sentire sempre solita solfa senza senso”).
Non tutti, però, sono ben disposti verso una lettura tanto cruda della vita del Cavaliere. “S-Fini-to”, scrive Lodovico, stroncando per le rime Gianfranco Fini e i suoi, che “sperano Silvio segregato senza soldi, senza società, senza sodali, senza sensali”. Ma “Silvio stravince”, sentenzia. Ed Erikus, definitivo: “Sono solo stronzate!”.