Rifiuti, la Camera rinvia il decreto. Ma è bagarre in Aula

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Il dl torna in Commissione. Durante i lavori in Aula, il governo è stato battuto due volte su mozioni di Idv e Api. Il Pdl vota contro le indicazioni del ministro Prestigiacomo. VIDEO

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E' bagarre nell'Aula della Camera durante l'esame del decreto legge sul contrasto all'emergenza rifiuti in Campania. Il testo, duramente contestato dalla Lega, torna in commissione su richiesta del relatore Agostino Ghiglia. E, come ventilato dal capogruppo del Carroccio, Marco Reguzzoni, potrebbe decadere per poi presentare un nuovo provvedimento.
Ma è sulle mozioni per il dl rifiuti che in Aula va in scena un fatto mai visto prima. Parte dei deputati della maggioranza e i ministri votano contro un testo dell'Idv, relativo allo sblocco dei fondi per la raccolta dei rifiuti, su cui il ministro Prestigiacomo aveva espresso parere favorevole. Testo su cui il ministro poi si astiene suscitando ilarità tra i banchi dell'opposizione. Alla fine la mozione dell'Italia dei Valori passa con il voto determinante dell'opposizione, tra le urla di "Dimissioni, dimissioni!" al governo.

Una scena simile al voto sulla mozione dell'Idv si era ripetuta altre due volte su altrettante mozioni. Solo alla fine, a fronte dei pareri favorevoli del ministro Prestigiacomo a documenti dell'opposizione, la maggioranza era passata dal voto contrario all'astensione.
Sullo sfondo, si ragiona nell'opposizione, c'è il voto sull'arresto di Alfonso Papa. Ipotesi che però sarà smentita nel pomeriggio di mercoledì 20 luglio dalla decisione di Montecitorio di concedere il via libera alla richiesta di arresto per il deputato del Pdl.
"Qualcuno dovrebbe informare il ministro Prestigiacomo che la maggioranza sta votando contro i suoi pareri" sulle mozioni in materia di rifiuti "per avere il voto della lega su Papa", dice il capogruppo del Pd Dario Franceschini, secondo cui è in corso un tentativo del Pdl di convincere la Lega a votare contro l'arresto di Papa, bocciando le posizioni sui rifiuti di Napoli cui il Carroccio è contrario. Da Fli Italo Bocchino, cui i leghisti hanno gridato "scemo, scemo!" propone a tutti i gruppi parlamentari di non chiedere il voto segreto su Papa "mettendoci la faccia, così che gli italiani sappiano".
Ma Cicchitto (Pdl) reagisce: "Non c'è nessuno scambio tra noi e la Lega. Il Pd agita una cinica partita in anticipo per agitare la piazza. E' assolutamente vergognosa. Noi rivendichiamo il voto segreto in Aula perché è giusto che sulla valutazione di una persona non ci sia un gioco cinico politico ma ogni deputato sia messo di fronte alla sua coscienza e senza nessun condizionamento".
E Reguzzoni (Lega) rimanda al mittente le "insinuazioni" di uno scambio sul caso Papa avanzate da Franceschini. "In realtà Franceschini mette le mani avanti perché sta preparando il voto dei suoi parlamentari contro l'arresto", conclude. Mentre il ministro Prestigiacomo minimizza sostenendo che la confusione sui voti è da addebitarsi alla tensione della giornata e che lei in ogni caso non si sente "sconfessata" dai suoi, anche se qualcuno nel centrodestra tenta di fare "scaricabarile".

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