Referendum: due quesiti per abrogare il sistema in vigore a liste bloccate e ripristinare i collegi uninominali sono stati depositati in Cassazione, con il sostegno di Sel e Idv. Diviso il Pd. Passigli, favorevole al proporzionale: iniziativa deleteria
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Contro il 'Porcellum', arriva il referendum 'pro-Mattarellum' di Parisi, Veltroni e Castagnetti. I due quesiti per abrogare il sistema in vigore a liste bloccate e ripristinare i collegi uninominali sono stati depositati in Cassazione, e incassano il sostegno di Sel e Idv. Arturo Parisi, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo sono formalmente i "padri" dei quesiti arrivati oggi al Palazzaccio, ma dietro le quinte dell'iniziativa referendaria ci sono l'ex segretario del Pd Veltroni e la presidente del partito Rosy Bindi. L'iniziativa, spiega Veltroni, vuol essere un pungolo sul Parlamento affinché vari una riforma in senso "bipolarista e maggioritario".
Per i promotori, il referendum è l'ultima ratio per affossare il Porcellum. La raccolta delle firme, però, inizierà da subito, e l'Idv sarà della partita: "Bisogna cominciare nelle prossime ore, dal fine settimana, perché siamo in 'zona Cesarini"', spiega il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che, sciolti gli ultimi dubbi, ha deciso di fare asse con Veltroni per tornare alla legge Mattarella. Di Pietro si presenta tra i referendari indossando i panni del nemico giurato sia della proporzionale, sia delle liste bloccate previste dal "porcellum": "Chiedere il voto al buio per poi fare accordi nelle segrete stanze del palazzo - dice - è un'idea che abbiamo sempre aborrito. Per questo, bisogna cambiare l'attuale legge elettorale che mette in mano alle segreterie di partito la scelta dei candidati e degli Scilipoti di turno".
A sorpresa è arrivato anche il sostegno del partito di Nichi Vendola: tentati inizialmente dal referendum per il ritorno alla proporzionale, quelli di Sinistra e Libertà si sono convinti a schierarsi per il "mattarellum", che non mette in crisi il bipolarismo ed è più adeguato a sostenere la candidatura di Vendola come leader della coalizione di centrosinistra. Gennaro Migliore, a nome di Sel, sostiene che "questo referendum non è una proposta tattica. Abbiamo sempre apprezzato chi dichiarava di voler cambiare la legge elettorale. Siccome in Parlamento non c' è mai stata una concreta iniziativa, riteniamo che ci debba essere una iniziativa di tipo referendario".
"Vogliamo evitare che il Parlamento sia nominato per la terza volta dai capipartito", dice Arturo Parisi, il 'padre' dell'Ulivo che è tra i promotori dell'iniziativa. "Berlusconi ha detto che la 'porcata', quella è e quella rimane. Noi siamo qui per dire che non ce ne siamo fatta una ragione". E allora bisogna muoversi fin d'ora, sostiene l'ex ministro della Difesa, perché, "il calendario parla da solo, siamo all'ultima occasione prima della fine della legislatura per proporre un referendum".
Per bloccare il referendum "c'è un solo modo: l'approvazione da parte del Parlamento di una nuova legge elettorale", ribadisce Veltroni, sottolineando la funzione di 'pistola puntata' sulle Camere dei quesiti presentati in Cassazione. "Il valore del collegio uninominale - sottolinea l'ex sindaco di Roma - consiste nel ridare stabilità ai governi e al bipolarismo: più il candidato è espressione della volontà dei cittadini e più la coalizione è forte". Sui referendum elettorali, e sulle divisioni interne al Partito democratico, è intervenuto nei giorni scorsi anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "La proposta del Pd è un maggioritario a doppio turno con collegi e recupero proporzionale ed è univocamente la proposta del Partito. I referendum, invece, sono appannaggio della societá civile".
Nemico giurato del referendum pro-Mattarellum è Stefano Passigli, promotore del referendum rivale, quello per il ritorno alla proporzionale. Secondo Passigli, il referendum sostenuto da Veltroni è "deleterio" e va fermato. Se il "pro-Mattarellum" passasse, sostiene, "confermerebbe l'attuale legge, con la sostituzione delle liste bloccate con i collegi, che sono esattamente la stessa minestra che nessuno di noi vuole più mangiare dopo che in questi 20 anni la qualità della classe politica è crollata".
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Per i promotori, il referendum è l'ultima ratio per affossare il Porcellum. La raccolta delle firme, però, inizierà da subito, e l'Idv sarà della partita: "Bisogna cominciare nelle prossime ore, dal fine settimana, perché siamo in 'zona Cesarini"', spiega il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che, sciolti gli ultimi dubbi, ha deciso di fare asse con Veltroni per tornare alla legge Mattarella. Di Pietro si presenta tra i referendari indossando i panni del nemico giurato sia della proporzionale, sia delle liste bloccate previste dal "porcellum": "Chiedere il voto al buio per poi fare accordi nelle segrete stanze del palazzo - dice - è un'idea che abbiamo sempre aborrito. Per questo, bisogna cambiare l'attuale legge elettorale che mette in mano alle segreterie di partito la scelta dei candidati e degli Scilipoti di turno".
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"Vogliamo evitare che il Parlamento sia nominato per la terza volta dai capipartito", dice Arturo Parisi, il 'padre' dell'Ulivo che è tra i promotori dell'iniziativa. "Berlusconi ha detto che la 'porcata', quella è e quella rimane. Noi siamo qui per dire che non ce ne siamo fatta una ragione". E allora bisogna muoversi fin d'ora, sostiene l'ex ministro della Difesa, perché, "il calendario parla da solo, siamo all'ultima occasione prima della fine della legislatura per proporre un referendum".
Per bloccare il referendum "c'è un solo modo: l'approvazione da parte del Parlamento di una nuova legge elettorale", ribadisce Veltroni, sottolineando la funzione di 'pistola puntata' sulle Camere dei quesiti presentati in Cassazione. "Il valore del collegio uninominale - sottolinea l'ex sindaco di Roma - consiste nel ridare stabilità ai governi e al bipolarismo: più il candidato è espressione della volontà dei cittadini e più la coalizione è forte". Sui referendum elettorali, e sulle divisioni interne al Partito democratico, è intervenuto nei giorni scorsi anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "La proposta del Pd è un maggioritario a doppio turno con collegi e recupero proporzionale ed è univocamente la proposta del Partito. I referendum, invece, sono appannaggio della societá civile".
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