La Corte ha valutato all'unanimità l'ammissibilità del quesito. Il testo era stato riformulato dalla Cassazione dopo l'approvazione del decreto omnibus che prevedeva una moratoria. Bocciato il ricorso del governo. Bersani: "Si vince facile, come a Milano"
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La Corte Costituzionale ha dato il via libera all'unanimità al nuovo quesito sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche introdotte dalla legge "omnibus".
La decisione dei giudici costituzionali, riuniti in camera di consiglio, è stata molto rapida, così come aveva promesso lunedì 6 giugno il nuovo presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta, che a tal proposito aveva anche anticipato un suo personale punto di vista, ritenendo che la Consulta non avesse il potere di bloccare un referendum.
Agli elettori che si recheranno alle urne domenica 12 e lunedì 13 giugno, saranno dunque consegnate quattro schede: oltre alle due relative all'acqua pubblica e a quella sul legittimo impedimento, anche la scheda riguardante "L'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare".
Le motivazioni della sentenza - La nuova legge approvata dal parlamento consente il nucleare. E' quanto si evidenzia nelle motivazioni depositate dalla Corte costituzionale della sentenza numero 174. "Le disposizioni di cui si propone l'abrogazione (commi 1 e 8 dell'articolo 5 della legge numero 75 del 26 maggio 2011) - si legge nel dispositivo - risultano, infatti, a seguito della riformulazione del quesito da parte dell'Ufficio centrale, unite da una medesima finalità: quella di essere strumentali a consentire, sia pure all'esito di ulteriori evidenze scientifiche su profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escluda espressamente l'utilizzazione di energia nucleare, ciò in contraddizione con l'intento perseguito dall'originaria richiesta referendaria, in particolare attraverso l'abrogazione dell'articolo 5 del decreto legislativo numero 31 del 2010".
Soddisfatte le associazioni per il sì - "Dalla Consulta arriva l'ennesimo e definitivo stop alle pretese di un governo che con una mano lascia libertà di voto e con l'altra cerca con ogni mezzo di sabotare il referendum. Ora la parola passa ai cittadini". Così le oltre 80 associazioni del Comitato "Vota Sì per fermare il nucleare" accolgono il giudizio della Corte Costituzionale sul nuovo quesito contro il nucleare.
"Dopo i dubbi strumentali avanzati dai nuclearisti sul nuovo quesito - afferma il Comitato - si compie un altro decisivo passo verso il quorum: adesso pretendiamo che l'informazione pubblica e quella privata facciano sapere ai cittadini che domenica e lunedì, coi quesiti su acqua e nucleare, si decide della loro sicurezza e del loro futuro".
Associazione Fare Ambiente: "Pericoloso precedente giurisprudenziale" - La sentenza non è stata accolta favorevolmente dall'associazione Fare Ambiente, dichiaratamente a favore del nucleare. "Chiederemo la nullità del voto, al di là della vittoria del sì o del no al referendum", ha detto il presidente Vincenzo Pepe ai microfoni di SkyTG24 (guarda il video in alto), aggiungendo che la decisione della Consulta rappresenta un "pericoloso precedente giurisprudenziale".
Sull'esito del referendum è intervenuto, in serata, il leader del Pd, Pier Luigi Bersani: "Si vince facile, come a Milano", ha detto durante la presentazione a Roma del suo libro 'Per una buona ragione'.
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Le motivazioni della sentenza - La nuova legge approvata dal parlamento consente il nucleare. E' quanto si evidenzia nelle motivazioni depositate dalla Corte costituzionale della sentenza numero 174. "Le disposizioni di cui si propone l'abrogazione (commi 1 e 8 dell'articolo 5 della legge numero 75 del 26 maggio 2011) - si legge nel dispositivo - risultano, infatti, a seguito della riformulazione del quesito da parte dell'Ufficio centrale, unite da una medesima finalità: quella di essere strumentali a consentire, sia pure all'esito di ulteriori evidenze scientifiche su profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escluda espressamente l'utilizzazione di energia nucleare, ciò in contraddizione con l'intento perseguito dall'originaria richiesta referendaria, in particolare attraverso l'abrogazione dell'articolo 5 del decreto legislativo numero 31 del 2010".
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