Il nuovo Guardasigilli? Castelli, Nordio o Iannini

Politica
Il leghista Roberto Castelli, durante una festa di partito
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Dopo la nomina di Alfano a segretario unico del Pdl, si apre la corsa alla successione al ministero della Giustizia. In pole, il viceministro leghista, l'ex pm o il capo dell'ufficio legislativo dello stesso ministero. Gli altri nomi

Un uomo che conosca già la macchina e che possa essere in grado di realizzare alcune riforme che possono essere approvate con legge ordinaria, lasciando così nel cassetto gli interventi sulla Costituzione.
E' questo l'identikit che potrebbe corrispondere al nuovo ministro della Giustizia, chiamato a sostituire Angelino Alfano (nuovo segretario Pdl) probabilmente a fine mese, e che potrebbe prendere le sembianze di Carlo Nordio o Roberto Castelli.
Nelle ultime ore è iniziata a circolare anche la candidatura di Augusta Iannini, da anni a capo dell'ufficio legislativo di via Arenula.
Tre nomi che avrebbero dalla loro la capacità di prendere rapidamente dimestichezza con i meccanismi del dicastero, esigenza da tenere in considerazione con la legislatura che si avvia a completare il suo corso.

Meno chances per Lupi, Gelmini e Vito - Da questo punto di vista sembrerebbero avere meno chances altre personalità di cui vengono comunque riconosciute capacità tecniche e politiche, vale a dire Maurizio Lupi ed Elio Vito, che tuttavia dovrebbero scontare un periodo di ambientamento nel nuovo dicastero.
Difficile anche che si concretizzi un'altra ipotesi che è stata pure avanzata, vale a dire quella di Mariastella Gelmini, che come Alfano è giovane ed è avvocato, ma che dovrebbe lasciare il ministero dell'Istruzione, aprendo un risiko e un possibile rimpasto al quale il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non vuole mettere mano.
Alla fine così potrebbe prendere quota un ritorno del leghista Roberto Castelli, a via Arenula dal 2001 al 2006, un sacrificio che il premier e il Pdl sarebbero disposti a sostenere per vincolare maggiormente alla maggioranza il partito di Umberto Bossi.

L'ipotesi di un tecnico - Altra strada, quella del tecnico, per cercare di stabilire rapporti meno tesi con la magistratura e, in quest'ottica, di riuscire a varare alcune riforme con legge ordinaria, quali la legge sulle intercettazioni e modifiche al codice di procedura penale.
Nel centrodestra infatti ci sarebbe la consapevolezza dell'impossibilità di realizzare entro la legislatura la riforma costituzionale, anche a maggioranza, scommettendo poi nell'abbinamento elezioni politiche-referendum. E del resto un freno arriverebbe anche per l'uscita di scena di Alfano, autore del ddl presentato al Parlamento. Si spiegherebbero così le candidature dei magistrati Nordio e Iannini, quest'ultima con un'esperienza che le deriva da vari incarichi ricoperti con diversi ministri all'interno del dicastero di via Arenula.

Nomina a fine mese - Il passaggio del testimone dovrebbe avvenire a fine mese. Nella settimana tra il 20 e il 25 giugno è infatti prevista la verifica parlamentare e si dovrebbe svolgere anche il Consiglio nazionale del Pdl chiamato a ratificare la nomina del segretario.
Inoltre, c'è da tener conto della volontà espressa dall'attuale Guardasigilli di voler presentare personalmente i decreti sul codice antimafia e sulla semplificazione dei riti civili.
Si tratta allora di capire se si aspetterà la riunione del 'parlamentino' azzurro per nominare il nuovo Guardasigilli o se invece si approfitterà del passaggio alle Camere per annunciare l'avvicendamento, magari abbinandolo anche alla scelta del ministro delle Politiche europee, tuttora vacante, che potrebbe andare appannaggio di Claudio Scajola.

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