Pdl, Alfano diventa segretario. Si dimetterà da ministro

Politica
Angelino Alfano con Silvio Berlusconi
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Nel vertice di Roma è stato deciso il nuovo ruolo del Guardasigilli. Berlusconi commenta il voto: "Alle elezioni abbiamo perso anche per colpa di Annozero, ci impegneremo in Parlamento perché non si ripeta". Il Pd festeggia? "Patetico". VIDEO

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Nessun colpo di scena, confermate le indiscrezioni della vigilia. L'ufficio di presidenza del Pdl, presieduto da Silvio Berlusconi, ha dato il via libera alla nomina di Angelino Alfano a segretario politico del partito.
La proposta del premier è stata approvata all'unanimità e fatta propria anche dai tre coordinatori Denis Verdini e Ignazio La Russa oltre al dimissionario Sandro Bondi, che rimarranno in carica, ma con deleghe limitate e subordinati alla guida politica di Alfano.

Una conferenza stampa al termine del vertice è stata anche l'occasione, per il presidente del Consiglio, di analizzare pubblicamente i risultati delle elezioni amministrative (guarda nel video in alto la conferenza stampa). E non è mancato anche un breve fuori programma: Gianfranco Mascia, leader del Popolo Viola è stato a forza allontanato dagli uomini della scorta del Cavaliere. Prima però è riuscito a dire al premier diverse frasi come "vergognati", sarai "ricoperto all'immondizia" e "fatti processare" (GUARDA IL VIDEO).

Berlusconi: abbiamo perso anche per colpa di Annozero -
Una delle cause per cui il centrodestra ha perso le elezioni è stata la serie di trasmissioni tv della Rai come Annozero, "trasmissioni micidiali che hanno dato una visione distorta della realtà di Milano e delle città in cui si votava". Lo ha detto Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa a Palazzo Grazioli al termine del vertice, aggiungendo: "ci impegneremo in Parlamento affinché questo non possa più accadere". Sempre commentando l'esito dei ballottaggi Berlusconi definisce il Pd "patetico" perché festeggia anche se "i candidati che hanno vinto le elezioni non gli appartengono".
Il premier ha anche rivendicato "con orgoglio di non aver mai messo le mani nelle tasche dei cittadini" e ha confermato le indiscrezioni sulla posizione del Pdl sul referendum per il nucleare:  "Abbiamo deciso di lasciare libertà di voto agli italiani, non abbiamo posizioni preconcette. Sono argomenti su cui vogliamo sentire l'opinione degli italiani"

Alfano: "L'obiettivo è vincere nel 2013" - Il Pdl ha compiuto il suo processo di amalgama e ha deciso di avere un solo coordinatore: siamo un partito maturo in grado di innovare senza decapitare e il nostro obiettivo è vincere le politiche del 2013". Sono queste le parole di Angelino Alfano in conferenza stampa. "Non sarà facile - ha aggiunto - ma chi ritiene di avere la vittoria in tasca si illude. La sinistra - ha proseguito Alfano - avendo vinto due città sta festeggiando e chiede le dimissioni del governo, è come se una squadra di calcio che è in vantaggio al 60esimo minuto dica che la partita è finita senza aspettare il 90esimo.

Le dimissioni dopo il codice antimafia - "Ritengo il ruolo di ministro della Giustizia incompatibile con qualsiasi altro incarico", ha sottolineato Alfano, annunciando le sue prossime dimissioni. Ha però voluto sottolineare che prima di quel momento vuole portare a compimento il lavoro del Governo nell'ambito della "strategia antimafia", e nell'ambito della riforma del processo civile. "Mi dimetterò immediatamente dopo quando sarò immesso nella nuova funzione".

Il possibile successore al ministero della Giustizia - A sostituirlo, secondo rumor di stampa, potrebbero essere l'attuale capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - che però ufficialmente si dichiara non interessato - oppure il ciellino Maurizio Lupi. Nella conferenza stampa al termine del vertice bocche cucite sul possibile successore di Alfano. Ma Berlusconi ha annunciato che presto verrà nominato anche un nuovo ministro delle Politiche comunitarie, poltrona lasciata vuota dal dimissionario Andrea Ronchi.

L'ascesa di Alfano - Con l'assegnazione dell'incarico di segretario del Pdl, Angelino Alfano compie un altro balzo prodigioso in una carriera politica che fin qui lo ha visto bruciare le tappe. Quarantuno anni da compiere il prossimo 31 ottobre, laureato in Giurisprudenza all'Università cattolica di Milano, a 25 anni viene eletto all'Assemblea regionale siciliana nelle file di Forza Italia, quindi nel 2001 approda alla Camera, dove viene riconfermato nel 2006  e nel 2008.
Nel 2005 ottiene i galloni di coordinatore regionale di Fi in Sicilia al posto di Gianfranco Miccichè, quindi tre anni fa Silvio Berlusconi lo chiama a ricoprire il delicatissimo incarico di ministro della Giustizia. Dal dicastero di via Arenula dà il suo nome al lodo per la sospensione dei processi nei confronti delle più alte cariche dello Stato, poi bocciato dalla Corte costituzionale. E' autore di importanti riforme nel campo della giustizia civile, a partire  dall'introduzione della mediazione obbligatoria.

Il Pd chiede dimissioni immediate -
"La maggioranza non è nuova allo stravolgimento delle regole democratiche, ma non tollereremo un ministro della Giustizia a mezzo servizio". Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti che aggiunge: "Alla nomina di Alfano a segretario politico del Pdl, devono seguire immediatamente le dimissioni da ministro. La coabitazione non è possibile e crea danni enormi ai cittadini: l'esperienza di Sandro Bondi dovrebbe essere da insegnamento a  tutti".

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