Ballottaggi: Polverini contro Pdl. Scontro nel Lazio

Politica
Silvio Berlusconi assieme a Gianni Alemanno e Renata Polverini, in un comizio per le regionali del 2010
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A Sora e a Terracina il candidato della governatrice sfida quello ufficiale del Pdl. Ed è guerra interna al partito: due consiglieri regionali passano al Popolo della libertà, lasciando la lista dell’ex sindacalista, che avverte: “Fine della coalizione”

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di Serenella Mattera

Un derby tutto interno al centrodestra, che si è già trasformato in una dolorosa resa dei conti. Due comuni del Lazio, Sora e Terracina, che sono grandi quanto due municipi di Roma, occupano da giorni prepotentemente la scena. Da quando è diventato ufficiale che al ballottaggio la sfida sarà tutta in famiglia: candidato Pdl contro il candidato della governatrice regionale, Renata Polverini. Che a Terracina può contare sull’appoggio anche del sindaco della capitale, Gianni Alemanno, contro il suo stesso partito.
Frizioni evidenti, che hanno già creato un piccolo terremoto politico. Due consiglieri della Lista Polverini, Andrea Bernaudo e Giuseppe Melpignano, sono infatti passati nel gruppo Pdl, proprio alla vigilia dei ballottaggi e nel giorno stesso in cui la governatrice ha in agenda comizi a Sora e Terracina, dove si confronteranno candidati della sua lista Città Nuove con quelli del Pdl.
"Un atto ostile - tuona la presidente - è la fine della coalizione". E il sindaco Gianni Alemanno, già impegnato sul fronte anti Lega per spostare il baricentro del partito, si dichiara subito pro-Renata e per "un chiarimento nel Pdl".
"E' un gesto che mette fine alla coalizione - avverte la Polverini -  Avviare la compravendita dei consiglieri è un atto di autolesionismo, alla vigilia del voto, che supera anche la mancata presentazione della lista. Una parte del Pdl ha deciso di spostare l'equilibrio della maggioranza, sperando di influenzare le mie scelte".

Sora - I due comuni al centro della querelle, sono Sora e Terracina.  A Sora, cittadina di 26mila abitanti nel frusinate, la sfida è tra il pidiellino Ernesto Tersigni, a sostegno del quale sono arrivati in piazza ‘big’ del calibro di Matteoli, Alfano, Cicchitto e Gasparri, ed Enzo Di Stefano, già sindaco per un decennio e adesso candidato con Città Nuove, il movimento che fa capo alla Polverini. Una competizione tutta in casa del principale partito del centrodestra, dunque. Con la governatrice che ha buon gioco a gareggiare da esterna, visto che la tessera del Pdl non l’ha mai presa. E con il Pd a fare da terzo incomodo, da quando Esterino Montino, capogruppo del partito in Regione, ha ventilato la possibilità di un sostegno esplicito al candidato polveriniano, in funzione anti-Pdl: “E’ quello il bersaglio grosso, così possiamo disarticolare il partito”.
Alla fine l’endorsement democrat è sfumato, ma su un travaso sotterraneo di voti qualcuno scommette. Non di un travaso significativo, però, dovrebbe trattarsi, dal momento che la lista Pd al primo turno si è fermata al 2,5%. Un risultato su cui ha ironizzato qualche sera fa, in collegamento telefonico con un comizio di Tersigni, anche Silvio Berlusconi: “Pochi voti al Pd? A Sora ci sono gli italiani più intelligenti”, ha detto.
Ma, ironia a parte, non serve una mano del Pd a far del male al centrodestra. Ci hanno pensato da soli. Con una campagna per il ballottaggio condita da accuse reciproche e colpi bassi, come una lettera anonima che insinuava sospetti sulla vita sentimentale di Tersigni. L’aria, insomma, si è fatta pesante. E alta tensione si annuncia per domenica alle urne.

Terracina - Le cose non vanno meglio qualche chilometro più in là, sulla costa, a Terracina (Latina). Qui l’approdo al secondo turno del candidato della Polverini, Gianfranco Sciscione, ha scatenato una faida che coinvolge direttamente i vertici del Pdl. Nonostante Nicola Procaccini, il candidato del partito del premier, sia infatti uomo molto vicino al ministro Giorgia Meloni, il sindaco Gianni Alemanno gli ha preferito il polveriniano Sciscione: “Mi sembra un candidato più valido”, ha detto, spiegando però che alla base della sua scelta c’è più in generale una critica verso la gestione delle candidature pidielline a Terracina. Apriti cielo. Da giorni è uno scambio incrociato di accuse a mezzo interviste e comunicati stampa. E da ultimo, ha parlato anche il ministro Meloni, in un colloquio con il Corriere della Sera: “Non è stato corretto”, ha detto chiaro e tondo, da parte della Polverini “scagliare le sue liste contro chi, solo un anno fa, le ha consentito di ottenere la difficile vittoria alle regionali 2010”. Ma le parole più dure Meloni, che ha dalla sua diversi dirigenti del partito, le ha avute per Alemanno: “Mi ha deluso, molto. Non si gioca mai contro i propri colori”.
E così anche se c’è chi, come Fabrizio Cicchitto, da giorni invita i suoi colleghi alla calma (“di tutto c’è bisogno a Roma e nel Lazio tranne che di polemiche all’interno del centrodestra”), finiti i ballottaggi la resa dei conti dentro il Pdl è già annunciata.

Gli altri comuni del Lazio - Ad ogni modo, la sfida di domenica nel Lazio, non è solo a Sora e Terracina. Altri sei Comuni, dei 111 in cui si votava, devono infatti ancora scegliere il sindaco. E in più di un caso, al ballottaggio si sperimentano alleanze e convergenze inedite. Ad Ariccia (Roma), cittadina dei Castelli romani, il candidato del centrosinistra, Emilio Cianfanelli, dovrà vedersela con uno di Udc e Fli, Roberto Di Felice, che ha lasciato fuori al primo turno il candidato del Pdl. Ma il partito del premier, caso unico caso in Italia, è corso ai ripari siglando un apparentamento formale proprio con l’odiato Terzo polo.
Nessun apparentamento, invece, a Genzano di Roma, teatro di uno scontro durante la campagna elettorale per il primo turno tra la presidente Polverini e alcuni contestatori (al grido di “fascista!”, “zecche!”), che, dopo la pubblicazione del video, ancora fa rumore. Anche a Genzano, niente ballottaggio per il partito del premier: la sfida è tra il candidato targato Pd-Idv-Sel, Enzo Ercolani, e Flavio Gabbarini, sostenuto da Prc-Pdci e Api.
Un altro Comune in provincia di Roma, Mentana, si è trasformato in laboratorio politico dell’alleanza Pd-Udc. Dal Pd è stato infatti scelto il sostegno a un candidato centrista, Altiero Lodi, che ha provocato una spaccatura tra i democratici (alcuni di loro appoggiavano con Sel e Prc-Pdci un altro candidato al primo turno). Ma la spaccatura è ora rientrata. E così l’Udc avrà dalla sua tutto il centrosinistra in vista del ballottaggio con l’uomo del Pdl, Mario Lettieri Barbato.
Anche ad Alatri (Frosinone) si sperimenta, ma solo al ballottaggio, l’alleanza tra Pd e Udc (con una convergenza dei centristi sul candidato democrat Giuseppe Morini), contro il Pdl Costantino Magliocca. Mentre a Cassino (Frosinone) il partito di Bersani e quello di Casini, sostenuti anche dai finiani di Fli, non sono arrivati al secondo turno: il pidiellino Carmelo Palombo se la dovrà vedere con il candidato di Idv, Sel e comunisti, Giuseppe Golini Petrarcone. Sfida classica, infine, a Pomezia (Roma): il nome scelto dal centrosinistra, Enrico De Fusco, sfiderà al ballottaggio quello del centrodestra, Luigi Celori.

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