Comuni italiani 2.0: poca trasparenza, molta propaganda

Politica
Letizia Moratti e le difficoltà di governare nell'era 2.0.
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Si fa presto a dire social network. Soprattutto per gli enti locali sbarcati su Facebook, Twitter e YouTube senza una chiara strategia. A Milano non c’è distinzione tra “amministrazione” e “politica”. Va meglio a Torino. Polemiche a Napoli

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di Raffaele Mastrolonardo


Cercano di aumentare l'interazione con i cittadini, di entrare in contatto con i giovani e di dare comunicazioni più tempestive. Sono le città 2.0 o aspiranti tali, quelle che ricorrono a Facebook, Twitter e YouTube come nuovi canali di relazioni con i cittadini in aggiunta ai siti web istituzionali che già offrono informazioni e servizi online. Secondo una recente ricerca realizzata dall'Università di Modena e Reggio Emilia non sono più mosche bianche nel panorama della pubblica amministrazione ma nemmeno costituiscono la norma.
Solo il 45% degli oltre 200 Comuni italiani con più di 15 mila abitanti che hanno partecipato all'indagine afferma infatti di avere avviato progetti che coinvolgono i media sociali e, tra questi, per lo più hanno investito con cautela (3,05 la media su una scala a 7), con Facebook e YoutTube a fare la parte del leone (89% e 65% rispettivamente).

Insomma, niente di nuovo sotto il sole: come dimostrano da anni analisi e rapporti il settore pubblico del nostro Paese non brilla per dimestichezza con le nuove tecnologie. Eppure, soprattutto nei programmi e nella retorica dei politici, l'omaggio alle capacità della rete di stimolare la partecipazione e di aumentare la trasparenza è diventata una sorta di cliché. Quanto ai risultati, al di là dei numeri delle ricerche, siamo ancora alla fase sperimentale con approcci assai differenti da città a città. Spesso la corsa allo strumento nuovo non è supportata da un'analisi strategica delle potenzialità, l'interattività resta una chimera e la vecchia e cara comunicazione a una via la fa da sempre da padrona, come dimostra una ricognizione effettuata da Sky.it sulla comunicazione sui social media in alcuni dei Comuni impegnati alle prossime amministrative

MILANO (guarda la scheda)- Letizia Moratti e Giuliano Pisapia non si sono tirati indietro. Almeno a parole, per loro Internet è importante e infatti si sono scontrati anche a colpi di hotspot WiFi e auspici di un'amministrazione più 2.0. In attesa di verificare se alle promesse elettorali seguiranno i fatti, allo stato si registra che il Comune di Milano ha un suo canale su YouTube piuttosto ricco dove vengono postati, generalmente ogni settimana, nuovi video. Le clip, che sono realizzate con approccio informale dal presentatore televisivo Red Ronnie, raccontano le eccellenze milanesi attraverso interviste ai protagonisti, scene di vita della città ma anche i risultati raggiunti dall'amministrazione attraverso la viva voce del sindaco Letizia Moratti. Proprio la presenza assidua dell'inquilino di palazzo Marino, che talvolta gira per la città seguita dalla videocamera di Ronnie, contribuisce a sfumare la distinzione tra “amministrazione” e “politica” (nello specifico la figura del sindaco, che pure ha un suo sito personale) e rende il progetto editoriale più propagandistico e un po' meno chiaro. Chi parla è l'ente? La città? Il sindaco? Difficile da dire. Di certo, il risultato è che promozione della metropoli e del primo cittadino si mescolano non sempre virtuosamente.
Per trovare il Comune di Milano sull'altro astro del web sociale contemporaneo, Facebook, è necessario guardare al turismo dove una pagina dedicata a chi vuole vivere e visitare la città conta più di 7 mila fan e pubblicizza, di concerto con un account Twitter dedicato (solo 600 i follower), eventi e iniziative all'ombra della Madonnina. Stessa accoppiata Facebbok - Twitter per l'ufficio InformaGiovani meneghino. Pochi amici (197) e ancor meno seguaci (38) per due servizi che replicano, un poco meccanicamente, le segnalazioni presenti sul portale. Ma, come si dice in questi casi, la quantità non è tutto.

TORINO (guarda la scheda) - 140 chilometri più ad est, nella città che vede la contesa tra Piero Fassino (centro-sinistra) e Michele Coppola (centro-destra) gli strumenti non cambiano, l'approccio invece sì. Il libro delle facce e il sito che cinguetta costituiscono sempre l'asse portante della comunicazione via social media ma il ricorso a questi canali, seppure sempre promozionale, è pensato più in ottica di servizio e con una netta separazione tra amministrazione e politica.
Di Sergio Chiamparino, per dire, nemmeno l'ombra e la “città” (proprio così, non il “Comune” che fa troppo burocrazia) ha una sua pagina Facebook che ha raggiunto gli 11 mila amici e pure un account Twitter che è riuscito a raggranellare altrettanti follower. Quest’ultimo account si segnala per un uso competente del mezzo (gli hashtag, che aiutano a "classificare" meglio un tweet, qui sono di casa). Quanto alle informazioni veicolate su queste piattaforme si va dalla comunicazione di servizio pura e semplice (scioperi dei trasporti ma anche, ogni giorno, il menu delle scuole comunali in modo che i genitori sappiamo regolarsi meglio per la cena) alle segnalazione di eventi e notizie che riguardano la vita cittadina. Tra questi gli aggiornamenti del blog fotografico dedicato alla città, un'iniziativa originale, o quelli provenienti da YouTorino, canale di YouTube dedicato alla Mole e dintorni dove trovano spazio, fra le altre cose, notiziari quotidiani con aggiornamenti su viabilità ed eventi culturali redatti, oltre che in italiano, in cinese, spagnolo, romeno e arabo. L'interattività langue un po' anche in terra sabauda ma l'integrazione tra i vari canali (reciprocamente linkati e segnalati) rivela un approccio più strategico e meditato che altrove. Una sensazione rafforzata dalle iniziative del Centro InformaGiovani locale che, attraverso il suo magazine Digi.To, ha una pagina Facebook (più di 2300 amici) e un proprio canale YouTube.

NAPOLI (guarda la scheda)- Più a Sud, all'ombra del Vesuvio, dove Mario Morcone (centro-sinistra) si gioca la partita contro Giovanni Lettieri (centro-destra), con Luigi de Magistris (Idv) e Clemente Mastella (Udeur) a far da guastafeste, il 2.0 è di casa. Pure troppo, verrebbe da dire. Manca Facebook (sorpresa!), ma Podcast, Twitter, YouTube, Friendfeed e pure una Web Tv di recente conio rendono la presenza del Comune napoletano sul Web di nuova generazione pervasiva. Il rischio, in tanta abbondanza, è che l'auspicata polifonia virtuale scivoli in cacofonia con progetti dalla missione non troppo precisa, sovrapposizioni di voci e poca integrazione tra i servizi. Se sul canale YouTube trovano spazio notizie estemporanee (vedi la simulazione di parlamento europeo per i giovani napoletani), il palinsesto della web tv che tante polemiche (e un'inchiesta giudiziaria) ha suscitato, è ben più ricco e si annusa pure una linea edioriale. Video a cadenza quotidiana raccontano bellezze e miserie della città, dal Parco del Poggio ai Colli Aminei alle opere incompiute di Bagnoli alla piaga dei rifiuti. Il piglio è giornalistico e tendenzialmente anti-governativo. Resta da vedere quanti cittadini la guardino e ancor di più – ma vale anche per i progetti delle altre città – perché dovrebbero guardarlo. Intanto, l'account Twitter del Comune, seguito da oltre 1.500 persone, lancia messaggini di servizio (replicati anche su FriendFeed ma per pochi intimi: 82). Traffico, lavori pubblici e bandi gli argomenti più gettonati mentre i notiziari audio della giunta comunale informano, per esempio, sulla diciassettesima edizione del Maggio dei Monumenti a Napoli e su altri eventi della città.

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