Bossi: "Non voglio far saltare il governo"

Politica
Bossi e Berlusconi
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Il leader del Carroccio in un comizio rassicura il Pdl e scherza: "Povero Berlusconi, è rimasto scombussolato dalle richieste di Sarkozy". E il premier dalle Marche risponde: "L'Italia non si è inginocchiata davanti alla Francia. E' il contrario"

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Forse è scoppiata la pace tra Pdl e Lega, dopo una tre giorni di passione con rispettivi scoppi d'ira e altolà. Durante un comizio a Domodossola, Umberto Bossi getta acqua sul fuoco e dichiara che lui non vuole "certo far saltare il Governo. Alla sinistra interessa farlo cadere nell'illusione di andare al Governo lei, ma la sinistra al Governo non ci andrà mai". E rispetto al vertice tra Italia e Francia che tanto lo aveva fatto infuriare nei giorni scorsi, il leader del Carroccio liquida così tutta la vicenda: "Povero Berlusconi è rimasto un po' scombussolato" dalle richieste di Nicolas Sarkozy che rivendicava Parmalat, Edison e la partecipazione italiana alla guerra in Libia. Certo, Bossi non si risparmia una frecciatina finale, e mette il dito su una piaga interna al Pdl: "Tra i nostri amici  annoveriamo tale Tremonti. Meno male che c'è lui perché Berlusconi per parte sua spenderebbe tutto":

Berlusconi: "Non ci siamo inginocchiati davanti alla Francia" - Come in una specie di dialogo tra comizi, sembra arrivare da San Benedetto del Tronto la risposta di Silvio Berlusconi. Il premier interviene telefonicamente a una convention del centrodestra e spiega che "l'Italia non si è inginocchiata davanti alla Francia. E' esattamente il contrario". Il premier ci tiene a sottolineare che "la bilancia commerciale è in attivo per noi" e che "ci sono 1.800 aziende italiane che lavorano bene in Francia. Abbiamo cercato di fare un patto, ma loro", ha concluso riferendosi alla sinistra, "continuano a ribaltare la realtà pur di darci addosso". E passa poi a rassicurare i suoi elettori: "La maggioranza è solida e coesa" e il Governo "completerà la legislatura".

Bossi: "Speriamo di trovare la quadra" - Intanto però, da Domodossola, il Senatur continua a restare critico sull'intervento in Libia. "Secondo me con gli aerei non vinci - spiega Bossi - Gheddafi ha un sacco di armi nascoste nel deserto e un sacco di oro per pagare i soldati. Io sono contrario ai bombardamenti: se butti bombe e missili gli immigrati aumentano e questo non va bene  perché costa troppo. Non  vorrei che, quando è finita, ci dovesse toccare anche pagare i danni di guerra". "Se andiamo là bombardare, alla fine - continua - se si vuole vincere, ci toccherà mandare le truppe di terra. E' meglio stare fuori dai pasticci."
"Speriamo di trovare una quadra con Berlusconi - conclude Bossi - Non vogliamo far cadere il Governo per la Libia".

Berlusconi: "Elezioni importanti a livello nazionale"
- Un invito a continuare che, indirettamente, viene raccolto dal premier.  Il quale conclude la sua telefonata alla convention nelle Marche, ricordando che "le elezioni amministrative del prossimo 15 maggio sono importanti non solo a livello locale ma soprattutto a livello nazionale perché saranno viste come un sostegno al governo di centrodestra. Così saranno intese da tutti i cittadini e anche dalla stampa".

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