Il ddl sul biotestamento torna alla Camera. Tra le polemiche

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A partire da mercoledì 27 aprile sarà discusso a Montecitorio. Udc e maggioranza vogliono affrontare subito l'esame del testo. Ma il resto dell'opposizione replica: usate un tema delicato per fini elettorali

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Una valanga di emendamenti, circa duemila, e posizioni che restano distanti, se non inconciliabili. Con queste premesse torna mercoledì 27 aprile in Aula alla Camera il ddl sul testamento biologico, dopo un primo passaggio a marzo.
Si riparte con la richiesta dell'Udc, caldeggiata anche dalla maggioranza, di invertire l'ordine del giorno in modo da iniziare subito l'esame del testo, previsto al momento in coda ai lavori.
Ma anche così il percorso per arrivare al voto finale resta a ostacoli, perché i tempi incrociano, tra le altre cose, l'approvazione del Documento di economia e finanza. E un eventuale slittamento a maggio, accusano Pd e Idv, esporrebbe il testo a "strumentalizzazioni", andando a finire in piena campagna elettorale per le amministrative.

Peraltro, non tutti i mal di pancia sono sopiti, anche nella stessa maggioranza, verso un testo che tocca un tema delicato come il fine vita. E un primo avvertimento è arrivato nella serata del 26 aprile dal 'Responsabile' Domenico Scilipoti, pronto a non votare il provvedimento se il testamento biologico dovesse rimanere non vincolante, come è previsto ora. All'ultima riunione dei capigruppo, proprio con un occhio al calendario, le opposizioni, Udc compreso, avevano bocciato la richiesta della maggioranza di anticipare la discussione ddl.
Ma dopo le polemiche da parte di Pdl e Lega, intenzionati per primi a chiedere l'inversione dell'odg, il leader dell'Udc ha fatto marcia indietro, e sarà appunto lo stesso Casini a chiedere all'Aula di esprimersi sull'ordine dei lavori.

Richiesta che, numeri alla mano, sarà accolta, nonostante le continue proteste di democratici e dipietristi. In ogni caso, tra i deputati c'è scetticismo sulla possibilità di chiudere entro la settimana.
La previsione è quella di votare mercoledì 27 aprile almeno le pregiudiziali di costituzionalità, e il giorno dopo, dopo un primo passaggio del Def, la richiesta di sospensiva avanzata dal Pd.
Non ci sarebbe, insomma, il tempo per esaminare anche gli emendamenti, a meno che, ipotesi ventilata in queste ore, non si prolunghino i lavori a venerdì 29. La linea della maggioranza, comunque, ha sottolineato il relatore, Domenico Di Virgilio, resta quella di sempre: arrivare "al più presto" all'approvazione di un testo che "non è per niente ideologico, non ha alcuna valenza politica ed è atteso da due anni".
Su posizioni radicalmente diverse le opposizioni: i democratici continuano a puntare il dito contro la maggioranza, colpevole di usare il testo per fini elettorali, così come l'Idv ("assistiamo - dice Antonio Palagiano - alla corsa a chi si genuflette meglio"). Ma anche Fli resta scettica e, come spiega Benedetto Della Vedova, valuta comunque "irragionevole accelerare per fare campagna elettorale sulla pelle dei malati".
Intanto a breve si saprà quanti degli oltre 2000 emendamenti, oltre l'80% presentati dai Radicali, avrà passato il vaglio dell'ammissibilità da parte degli uffici di Montecitorio.

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