Maroni: "L'Europa non serve solo a misurare i cetrioli"

Politica
CONSIGLIO DEI MINISTRI

“L’Unione europea della solidarietà ancora non c'è" attacca il ministro dell'Interno a SkyTG24. "L'Ue che abbiamo in mente non è quella che quando c'è necessità di aiuto dice che sono affari nostri". "E l'emergenza immigrazione - aggiunge - non è finita"

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"Io mi sento vicino alla realtà dei fatti e dico che l'Europa della solidarietà ancora non c'è". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni intervistato da Maria Latella a SkyTG24 sull'emergenza immigrazione.
"Se l'Europa è solo un'entità per definire quanto lunghi devono essere i cetrioli, che impedisce di dare aiuti e sostegno a piccole imprese, e quando c'è necessità  di aiuto dice 'sono affari tuoi', non è l'Europa che abbiamo in mente". E ha continuato: "Di fronte a questa gravissima crisi umanitaria con decine di migliaia di persone arrivate di colpo da Tunisia a Libia, abbiamo chiesto all'Europa solidarietà e aiuto. La risposta: 'è un problema italiano'". Una risposta che per il titolare del Viminale non è né efficiente né utile.

Poi, sulla presunta disparità di vedute con il ministro Tremonti sul ruolo dell'Unione, ha chiarito: "L'Europa di Tremonti è l'Europa dell'Euro, dei conti, che parla una sola lingua. Mentre l'Europa della solidarietà ancora non c'è, sono due Europe diverse. L'Europa nel caso delle questioni finanziarie dà risposte più soddisfacenti, ma non basta. Deve essere un'Europa solidale". E tra Maroni e Tremonti, Bossi con chi si schiererebbe? "Lui è la Lega, e io sono della Lega...".

In merito al giallo sul passaggio di alcuni gruppi di tunisini in Francia, Maroni ha specificato: "Da parecchi anni non c'è più controllo di polizia alla frontiera Italia Francia. Salvo che la polizia faccia dei controlli nel retro valico. Non ci sono telecamere". In ogni caso "noi siamo in regola con le norme europee di Schengen, abbiamo dato i documenti di viaggio e tutto ciò che serve, ed è stato riconosciuto dall'Unione Europea. Con un permesso temporaneo è possibile dall'Italia andare in Francia".

Il ministro Maroni ha poi precisato che l'emergenza immigrazione in Italia non è finita. "Stiamo superando la fase acuta, quella in cui in due settimane e mezzo sono arrivati in Italia oltre 20 mila immigrati. Un fatto senza precedenti. Basti pensare che nei primi mesi 3 mesi del 2010 erano arrivato 30 tunisini, adesso in due mesi e mezzo ne sono arrivati 25.000. Questa fase acuta ci ha indotto a fare le tendopoli. Adesso progressivamente le stiamo smantellando. Ma l'emergenza non è finita, finché in Libia ci sarà la guerra, e in Tunisia non ci saranno le condizioni per un governo più efficiente". Intanto "gli sbarchi continuano, ma abbiamo messo in atto con la Tunisia un accordo che prevede i rimpatri. Sabato 16 aprile due voli di rimpatrio, oltre 330 i tunisini rimpatriati". Quanto al pattugliamento davanti alle coste tunisine, "c'è l'impegno dell'Europa a fare pattugliamenti congiunti con la Tunisia, ma per ora li stiamo facendo solo noi. Anche qui si misurerà la solidarietà dell'Europa".

Poi, sulla proposta di un governo di decantazione lanciata dalle colonne del Corriere della Sera da Veltroni e Pisani, ha ironizzato: "La decantazione? Ho sentito. La associavo al vino, ora scopro che c'è anche per i governi". E ancora: "La fantasia non ha limiti ma la democrazia è un'altra cosa e in democrazia governa chi è eletto. Oggi è Silvio Berlusconi e se si dimettesse per noi non ci sono altro che le elezioni. Non esiste un'ipotesi del genere. I governi servono a risolvere problemi e su economia e crisi umanitaria il governo italiano sta faccendo molto bene. La questione non si pone".

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