Il governatore commenta l'indagine della procura per le presunte irregolarità a sostegno della sua lista durante le ultime elezioni: "Se la magistratura accerterà errori è bene che i responsabili paghino, ma il voto non può comunque essere sovvertito"
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Roberto Formigoni consiglia "a tutti di evitare di anticipare le sentenze". Così, a due giorni esatti dall'arrivo degli inviti a comparire firmati dalla Procura di Milano per 14 persone, tra consiglieri provinciali e comunali che avrebbero autenticato circa 770 firme ritenute false a sostegno della sua lista, il presidente della regione Lombardia fa presente che per ora "ci sono ipotesi accusatorie che dovranno tutte essere verificate".
Rilascia due interviste (a Repubblica e a Il Giornale) e in entrambe ribadisce: "Il voto popolare non può comunque essere sovvertito".
"Il mio compito era fare la campagna elettorale" - "Chi vince le elezioni lo decide il popolo - dice al quotidiano diretto da Ezio Mauro - e io sono stato eletto con una valanga di voti. E' un anno che i Radicali la menano su una vicenda che la magistratura per quattro volte ha già giudicato insussistente. Il risultato è quattro a zero per noi".
Formigoni aggiunge poi che "il mio compito era fare la campagna elettorale, i vertici del partito mi dissero che la lista era chiusa e la raccolta di firme regolare". "Se la magistratura accerterà errori - prosegue - è bene che i responsabili paghino".
Tuttavia secondo il governatore della Lombardia "tutto finirà in una bolla di sapone. Se si accerteranno delle irregolarità di tipo burocratico, al massimo ci saranno delle sanzioni amministrative".
"Non è vero che il listino è stato chiuso all'ultimo per la Minetti" - Formigoni interviene anche sul caso di Nicole Minetti. "Non è vero - afferma - che il listino è stato chiuso all'ultimo minuto per inserirla, il suo nome mi era stato fatto tre settimane prima".
Stessa versione ribadita al cronista del quotidiano di proprietà di famiglia del premier, che gli chiede anche se la presenza dell'ex show-girl nel listino non gli ha creato imbarazzi: "Ho sempre detto che non approvo il listino bloccato. Tutte le candidature devono sottomettersi alla valutazione del popolo elettore".
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Rilascia due interviste (a Repubblica e a Il Giornale) e in entrambe ribadisce: "Il voto popolare non può comunque essere sovvertito".
"Il mio compito era fare la campagna elettorale" - "Chi vince le elezioni lo decide il popolo - dice al quotidiano diretto da Ezio Mauro - e io sono stato eletto con una valanga di voti. E' un anno che i Radicali la menano su una vicenda che la magistratura per quattro volte ha già giudicato insussistente. Il risultato è quattro a zero per noi".
Formigoni aggiunge poi che "il mio compito era fare la campagna elettorale, i vertici del partito mi dissero che la lista era chiusa e la raccolta di firme regolare". "Se la magistratura accerterà errori - prosegue - è bene che i responsabili paghino".
Tuttavia secondo il governatore della Lombardia "tutto finirà in una bolla di sapone. Se si accerteranno delle irregolarità di tipo burocratico, al massimo ci saranno delle sanzioni amministrative".
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