Il leader dell'Udc a La Repubblica: "Non è vero che chi vince le elezioni diventa padrone del paese". E sulla possibilità che Alfano prenda il posto del premier: "Il Pdl è Berlusconi, non c'è alcuna eredità da spartire"
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"Faccio notare al presidente Berlusconi e alla maggioranza che il nostro sistema si basa su un principio molto chiaro: non è vero che chi vince le elezioni diventa padrone del paese e può fare tutto quello che vuole. Ci ha colpito che Alfano abbia prima garantito che non avrebbe fatto più alcuna norma ad personam, in cambio di un atteggiamento dialogante dell'opposizione sulla riforma costituzionale, salvo poi rimangiarsi tutto dopo solo due settimane. Al posto della riforma epocale sono arrivate la prescrizione breve alla Camera e il processo allungato al Senato". Lo sottolinea Pier Ferdinando Casini in un'intervista a La Repubblica, che avverte: con questa legge sul processo breve si "affonda" ogni dialogo.
"L'unica priorità - spiega - è inseguire i suoi processi e censurare quella poca stampa che finora ha impedito la normalizzazione totale. Ormai - dice Casini - il governo è su un piano inclinato, stanno perdendo credibilità e il premier sbaglia se pensa con queste leggi possa recuperare consensi". Quanto al caso Alfano, per il leader dell'Udc il "Pdl è Berlusconi, non c'è alcuna eredità da spartire".
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