Castelli: "Non possiamo sparare ai migranti, almeno per ora"

Politica
Roberto Maroni
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Fa discutere una battuta del viceministro leghista. Mentre sull’emergenza sbarchi Frattini cerca di abbassare i toni dopo la polemica con Bruxelles. Anche Bossi sdrammatizza: "Maroni era arrabbiato". Ma insiste: gli irregolari a casa. LO SPECIALE

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(in fondo all'articolo i video sull'emergenza sbarchi)

E' valsa a poco la secchiata di acqua fredda che il ministro degli Esteri Franco Frattini ha cercato di gettare sulla reazione di lunedì 11 aprile a Lussemburgo ("solo uno sfogo")
del collega leghista Roberto Maroni contro l'Europa per la gestione dell'emergenza immigrati nordafricani.
"L'Europa è e sarà per noi una grande opportunità", ha dichiarato il titolare della Farnesina, Maroni "ha espresso la sua forte delusione in un momento di rabbia, che possiamo
comprendere, ma bisogna avere i nervi saldi". E' "ovvio" che "con l'Europa non si scherza", come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "ma non si scherza neanche con l'interesse nazionale dell'Italia".

Castelli: armi contro i violenti - Subito dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri, interviene il leader della Lega Umberto Bossi, che prima cerca di calmare le acque dichiarando che l'Italia non deve uscire dalla Ue, e assicurando: "No, no. Maroni era arrabbiato". Poi, torna a sparare a zero su Bruxelles. "Noi - ha risposto il leader leghista - dobbiamo mandarli a casa tutti. L' Unione Europea è un problema, ma noi andiamo avanti per la nostra strada, come abbiamo sempre fatto".
Gli ha fatto eco il viceministro Castelli, al punto da non escludere, prima o poi, i 'respingimenti armati' dei nordafricani."Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora - ha dichiarato - Anche se io spero che questo momento non debba mai venire, questo problema potrebbe diventare talmente enorme che dovremo porci il problema di usare anche le armi" . Le parole di Castelli, semmai ce ne fosse stato
bisogno, hanno infiammato ancora di più il confronto in aula a Montecitorio sul processo breve.
Maroni, intanto, spiega ulteriormente la sua posizione: "Dobbiamo fare il controllo delle acque per fermare le partenze: questo è contenuto nell'accordo fra Italia e Tunisia, che si è già attuato per quanto riguarda i rimpatri". Il titolare del Viminale, ha poi ricordato che esiste già l'agenzia Frontex "che coordina il pattugliamento in mare che finora, però, è servita solo per prestare soccorso e portare gli immigrati a Lampedusa. Noi - ha spiegato Maroni riferendosi al blocco delle partenze - dobbiamo fare un'altra cosa". E poi, "sono ottimista sul futuro, come sempre".

Il Vaticano alza la voce - Interviene sul tema immigrazione anche il Vaticano. "L'Europa ha profondamente deluso" non aiutando l'Italia sull'emergenza immigrazione e dimenticando il debito che il nostro continente ha con l'Africa "che ha tanto sfruttato e a cui ora sembra voltare le spalle". Queste le parole del segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Tarcisio Bertone che in sintonia con il presidente Napolitano invita tuttavia a "non drammatizzare lo scontro con l'Europa".

Barroso: Tunisi collabori -
Intanto, il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, in visita in Tunisia, nel mezzo delle polemiche per le partenze dei migranti, ha promesso l'aiuto dell'Unione europea al Paese nordafricano. "Sono venuto con un messaggio di amicizia, ammirazione e rispetto per la Tunisia e per  esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno per la  transizione democratica nel Paese", ha detto Barroso dopo il suo incontro con il presidente ad interim Fouad Mebazaa.
La rivoluzione che a gennaio ha scalzato dal potere il presidente Ben Ali è stata di "grande ispirazione per tutto il mondo arabo", ha aggiunto Barroso, rilevando che essa ha sollevato "grandi  attese" tra i tunisini in termini di creazione di posti di lavoro e di sviluppo.

Guarda il video con le dichiarazioni di Frattini:





Barroso: "Immigrazione responsabilità di tutti"
- "L'immigrazione deve essere vista come una sfida comune, una responsabilità condivisa": lo ha sottolineato il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, al termine del suo incontro a Tunisi col premier tunisino Beji Caied Essebsi.
"Ci aspettiamo dalla Tunisia un'azione forte e chiara nell'accettare il rinvio di propri cittadini che si trovano in maniera irregolare in Europa"  - ha aggiunto Barroso – "L'impegno della Tunisia è cruciale per il seguito della nostra cooperazione". Infatti - ha aggiunto - "l'Europa è pronta ad aiutarvi con mezzi supplementari. Ma è necessario che prima le autorità tunisine prendano impegni precisi".

Guarda tutti i video sull'emergenza a Lampedusa:

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