Immigrazione, Napolitano: "No a ritorsioni contro l'Europa"

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Dopo lo scontro sui permessi temporanei, il presidente della Repubblica richiama alla necessità di coesione all'interno dell'Unione: "Con la Ue non si scherza"

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Giorgio Napolitano prova a gettare acqua sul fuoco nei rapporti tra il nostro Paese e l'Europa, dopo la doccia fredda sull'iniziativa italiana per i permessi temporanei.  "Il mio animo è per un impegno forte dell'Italia in Europa affinché il nostro paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell'immigrazione - ha detto il presidente della Repubblica - Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione".

Un intervento, quello del capo di Stato, che ha preceduto il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni dell'Unione che si è riunito a Lussemburgo per affrontare l'emergenza immigrati. Lo scopo era quello di ottenere la solidarietà Ue di fronte all'ondata migratoria: "Oggi vedremo se esiste un'Europa unita e solidale o se non c'è", ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni prima del vertice.

Nella notte tra il 10 e l'11 aprile a Lampedusa, intanto, altri due sbarchi di migranti, con l'arrivo in porto di due barconi, ha fatto salire a oltre 1.500 il numero dei migranti sull'isola. Di questi, 500 sono profughi subsahariani arrivati dalla Libia ed il resto tunisini che, a partire da oggi, dovrebbero essere rimpatriati.

Critiche le parole di Emma Bonino, ex commissario europeo per gli aiuti umanitari, che, rispetto alla posizione del governo, parla di "un problema di credibilità. L'Italia non può pensare che l'Europa sia un taxi dove si sale quando serve e si scende quando non si ha più bisogno". Secondo l'esponente radicale "Silvio Berlusconi non sa misurare le parole. Né governare i problemi e se stesso. Preferisco - aggiunge - non immaginare le reazioni nelle cancellerie europee". "La posizione del governo francese che non vuole migranti se non sono in grado di sostenersi economicamente - osserva Bonino -  è la stessa che aveva il ministro Roberto Maroni quando c'era il problema dei romeni. Mi verrebbe da dire, chi e' causa del suo mal pianga se stesso". Secondo Bonino l'Europa paga il fatto di "non avere deciso una linea comune" sull'immigrazione. "Detto questo - aggiunge - mi lascia molto perplessa che l'Italia non sia in grado di gestire 25 mila migranti. Con la crisi del Kosovo ne '99 lo facemmo e ne arrivarono 50mila".

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