Questa la proposta che il ministro leghista sottoporrà al prossimo Cdm per trovare risorse per affrontare l'emergenza immigrazione. La provocazione scatena la reazione dell'opposizione
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Via dal Libano per reperire risorse e uomini per proteggere i confini italiani dall'ondata di migranti proveniente dal Nord Africa. La proposta, al limite tra la provocazione e l'avvertimento, arriva dal ministro leghista Roberto Calderoli che la sottoporrà al prossimo consiglio dei ministri. E scatena la reazione dell'opposizione.
"A casa e subito dal Libano: difendiamo i nostri confini prima che sia troppo tardi" azzarda il ministro leghista ricordando che "siamo là dal 2006 e siamo inspiegabilmente il contingente più numeroso. Ancora oggi non capisco che cosa siamo là a fare".
La ricetta della Lega per affrontare l'emergenza immigrazione, però, nella sostanza non cambia ed è ancora quella espressa senza mezzi termini nei giorni scorsi dal Senatur. "Fora dai ball" ripete anche l'eurodeputato del Carroccio, Mario Borghezio: "Tradotto in maniera civile e umanitaria, è la nostra linea" dice.
Anche Calderoli sintetizza in tre punti la questione: "Aiutiamoli a casa loro, svuotiamo la vasca e chiudiamo un rubinetto che, purtroppo, ancora sgocciola" ripete parafrasando l'ultimissima espressione del Senatur.
Ma la nuova uscita della Lega, se da un lato non aiuta a rasserenare gli animi in Italia, dall'altro viene smorzata dal ministro della Difesa: la diminuzione del contingente italiano in Libano, dice La Russa, è già prevista e Calderoli "ha esplicitato, anche se estremizzando, una tesi che ho gia' esposto in Consiglio dei ministri". Intanto, però, lunedì 11 aprile il ministro del Carroccio, Roberto Maroni, sarà a vertice in Lussemburgo dove chiederà all'Europa di farsi carico del problema immigrazione. Una linea su cui insiste anche il ministro degli esteri, Franco Frattini, per sottolineare che "non bastano contributi economici. Occorre un'azione politica".
Ma l'opposizione attacca e punta a sottolineare le contraddizioni della linea strategica italiana. "Basta con le improvvisazioni: c'è una ragione se presso gli altri Paesi europei siamo poco credibili" si scatena il leader di Fli, Gianfranco Fini sottolineando di aver lui stesso avvertito che i permessi di soggiorno temporaneo non sarebbero stati validi in Europa.
Concetto, questo, sui cui insiste anche il leader dell'Udc: "Non abbiamo una politica sull'immigrazione, siamo isolati dall'Europa e le isterie della Lega non hanno certo risolto i problemi" nota Pier Ferdinando Casini.
E lo sottolinea anche il Pd. "E' difficile reclamare la solidarietà dell'Europa quando l'Italia ha fatto di tutto per non assumersi le sue responsabilità" sostiene Massimo D'Alema che non esita a definire impressionante "la confusione, l'incapacità e le polemiche inutili che hanno caratterizzato l'azione del governo di fronte a questa prevedibile emergenza".
Bocciata, dall'opposizione, anche la proposta Calderoli. E' "impensabile" sostiene Gianfranco Paglia, deputato finiano e medaglia d'oro al valor militare in Somalia, dove ha perso l'uso delle gambe. Paglia invita Calderoli a togliere "risorse dal federalismo o da dove gli pare" e a smetterla "con questa propaganda senza senso". "Sconcertato" anche il segretario dell'Udc, Lorenza Cesa: "Ormai - dice - anche la politica estera italiana è ridotta ad un teatrino di dilettanti allo sbaraglio. Chiediamo al Governo almeno un briciolo di serietà: così non si può andare avanti". Anche il vicepresidente del Pd, Enrico Letta, accusa il governo di populismo e approssimazione. "La querelle pasticciata La Russa-Calderoli sul Libano - stigmatizza - è una tappa in più del degrado del ruolo e dell'immagine del nostro paese".
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"A casa e subito dal Libano: difendiamo i nostri confini prima che sia troppo tardi" azzarda il ministro leghista ricordando che "siamo là dal 2006 e siamo inspiegabilmente il contingente più numeroso. Ancora oggi non capisco che cosa siamo là a fare".
La ricetta della Lega per affrontare l'emergenza immigrazione, però, nella sostanza non cambia ed è ancora quella espressa senza mezzi termini nei giorni scorsi dal Senatur. "Fora dai ball" ripete anche l'eurodeputato del Carroccio, Mario Borghezio: "Tradotto in maniera civile e umanitaria, è la nostra linea" dice.
Anche Calderoli sintetizza in tre punti la questione: "Aiutiamoli a casa loro, svuotiamo la vasca e chiudiamo un rubinetto che, purtroppo, ancora sgocciola" ripete parafrasando l'ultimissima espressione del Senatur.
Ma la nuova uscita della Lega, se da un lato non aiuta a rasserenare gli animi in Italia, dall'altro viene smorzata dal ministro della Difesa: la diminuzione del contingente italiano in Libano, dice La Russa, è già prevista e Calderoli "ha esplicitato, anche se estremizzando, una tesi che ho gia' esposto in Consiglio dei ministri". Intanto, però, lunedì 11 aprile il ministro del Carroccio, Roberto Maroni, sarà a vertice in Lussemburgo dove chiederà all'Europa di farsi carico del problema immigrazione. Una linea su cui insiste anche il ministro degli esteri, Franco Frattini, per sottolineare che "non bastano contributi economici. Occorre un'azione politica".
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Concetto, questo, sui cui insiste anche il leader dell'Udc: "Non abbiamo una politica sull'immigrazione, siamo isolati dall'Europa e le isterie della Lega non hanno certo risolto i problemi" nota Pier Ferdinando Casini.
E lo sottolinea anche il Pd. "E' difficile reclamare la solidarietà dell'Europa quando l'Italia ha fatto di tutto per non assumersi le sue responsabilità" sostiene Massimo D'Alema che non esita a definire impressionante "la confusione, l'incapacità e le polemiche inutili che hanno caratterizzato l'azione del governo di fronte a questa prevedibile emergenza".
Bocciata, dall'opposizione, anche la proposta Calderoli. E' "impensabile" sostiene Gianfranco Paglia, deputato finiano e medaglia d'oro al valor militare in Somalia, dove ha perso l'uso delle gambe. Paglia invita Calderoli a togliere "risorse dal federalismo o da dove gli pare" e a smetterla "con questa propaganda senza senso". "Sconcertato" anche il segretario dell'Udc, Lorenza Cesa: "Ormai - dice - anche la politica estera italiana è ridotta ad un teatrino di dilettanti allo sbaraglio. Chiediamo al Governo almeno un briciolo di serietà: così non si può andare avanti". Anche il vicepresidente del Pd, Enrico Letta, accusa il governo di populismo e approssimazione. "La querelle pasticciata La Russa-Calderoli sul Libano - stigmatizza - è una tappa in più del degrado del ruolo e dell'immagine del nostro paese".