Il presidente della Repubblica riceve al Quirinale l’Associazione nazionale magistrati. E, auspicando un clima istituzionale più sereno, ribadisce: “La riforma del governo deve rispettare la divisione dei poteri”
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Nuovo appello di Giorgio Napolitano alla concordia tra le istituzioni, a partire dal delicatissimo terreno della Giustizia, in una giornata in cui proprio la giustizia è il piatto forte dell'agenda di Montecitorio. Prima per il conflitto d'attribuzione sul processo Ruby e poi per la riforma del processo breve, in coda all'ordine del giorno della Camera e per questo forse oggetto di una richiesta di inversione avanzata dalla maggioranza. Cioè l'episodio che innescò l'alta tensione, e le manifestazioni, fuori e dentro l'emiciclo, la settimana scorsa.
Intanto, fuori dalla Camera, va in scena il Democrazia day.
Napolitano: "Autonomia delle toghe inderogabile" - La riforma costituzionale della Giustizia, varata dal governo il mese scorso, deve avere un limite nel rispetto della divisione dei poteri tra magistratura e politica. Lo ha detto oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo avere ricevuto al Quirinale la giunta esecutiva dell'Associazione nazionale magistrati, che è critica verso la riforma. Napolitano, "nell'auspicare un più sereno clima istituzionale, ha ribadito il convincimento che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto", dice una nota del Quirinale.
"In termini più generali il Capo dello Stato ha riaffermato la legittimità di interventi di revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione che possano condurre a una rimodulazione degli equilibri tra le istituzioni quali furono disegnati nella Carta del 1948: rimodulazione che in tanto può risultare convincente in quanto comunque rispettosa della distinzione tra i poteri e delle funzioni di garanzia", ha detto il presidente.
Napolitano è tornato a chiedere inoltre che la riforma sia "ispirata al principio della ricerca di un'ampia condivisione, che deve comprendere anche la definizione di puntuali orientamenti per le leggi ordinarie attuative della riforma costituzionale".
La riforma della giustizia - Il Guardasigilli Angelino Alfano ha firmato il mese scorso un disegno di legge costituzionale che punta a dare maggiori poteri alla difesa nel processo penale e ha il suo perno nella divisione delle carriere tra pm e magistratura giudicante. Questo ddl, approvato l'11 marzo 2011 dal Consiglio dei ministri, non è stato ancora trasmesso al Capo dello Stato per la presentazione alle Camere, fa rilevare la nota del Quirinale.
Anm: "Grande attenzione da parte di Napolitano" - Al termine dell'incontro Luca Palamara, presidente dell'Anm, ha comunicato ai giornalisti la posizione ufficiale delle toghe: "Abbiamo colto grande attenzione dal presidente della Repubblica al quale abbiamo voluto ribadire il fatto che i principi da noi evidenziati sono indeffettibili per uno Stato di diritto".
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Napolitano è tornato a chiedere inoltre che la riforma sia "ispirata al principio della ricerca di un'ampia condivisione, che deve comprendere anche la definizione di puntuali orientamenti per le leggi ordinarie attuative della riforma costituzionale".
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