Montezemolo: "Cresce la tentazione di entrare in politica"

Politica
Luca Cordero di Montezemolo
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L'ex presidente di Confindustria a Napoli parla di un "indecoroso e inaccettabile disfacimento del senso delle istituzioni". Berlusconi, dice, doveva fare la rivoluzione liberale e oggi guida un governo neostatalista e protezionista

Luca Cordero di Montezemolo è sempre più tentato dalla discesa in campo. Nel corso di un incontro organizzato dal sindacato della Polizia, l'ex presidente di Confindustria si è infatti sbilanciato come mai prima d'ora. "Stiamo assistendo a un indecoroso e inaccettabile disfacimento del senso delle istituzioni e della responsabilità pubblica" ha detto Montezemolo. Anche dalla società civile, prosegue, "arriva un silenzio assordante, che rischia di farla diventare complice di questo degrado". In questo contesto, continua, "l'unico argine che tiene è la Presidenza della Repubblica, a cui mai come ora dobbiamo essere tutti grati".

"Due anni fa - racconta - con un gruppo di giovani e di amici abbiamo fondato Italia Futura. Siamo intervenuti nel dibattito pubblico con proposte sulla mobilità sociale, la scuola, i giovani, il fisco, la sanità e abbiamo cercato di richiamare la politica al rispetto degli impegni presi con i cittadini". Ma la risposta, prosegue Montezemolo, "è stata sempre la stessa: se vuoi parlare di politica devi entrare in politica. Se la situazione continua a peggiorare - ribadisce - allora cresce veramente la tentazione di prenderli in parola". Per il presidente di Italia Futura, in questo momento "c'è bisogno di una leadership che dica la verità, che abbia il coraggio di decidere, di rianimare l'Italia, di aiutarla a riannodare il filo della sua storia e di ritrovare la sua identità e la fiducia in se stessa".

Il presidente di Italia Futura parla poi di "perdita del senso del pudore, derivante dall'abuso di privilegi ingiusti e dalla 'sindrome del marziano'". Il riferimento è ai politici "che sono sulla scena da vent'anni e che parlano come se fossero arrivati ieri da Marte".  Montezemolo ne ha per tutti, a cominciare dal premier Berlusconi, "che doveva fare la rivoluzione liberale e oggi guida un governo che più neostatalista e protezionista non si può, grazie al quale le tasse su imprese e cittadini sono ai massimi storici".

Montezemolo lascia trasparire delusione anche per l'operato del Pd, "che poteva rappresentare la nascita di una sinistra riformista e moderna e che è invece dilaniato da dibattiti interni senza fine". La Lega, prosegue, "era nata per tagliare burocrazia e sprechi e oggi difende a spada tratta la conservazione di ogni poltrona pubblica su cui può mettere le mani, ad iniziare dalle province". Nell'ultima crisi di governo, precisa Montezemolo, Berlusconi "è stato salvato da due parlamentari del partito di Antonio Di Pietro, che tutti i giorni ci delizia con nuovi epiteti rivolti al premier".

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