La Russa vs Fini: se va in scena il derby di Montecitorio

Politica
Lo scontro tra La Russa e Fini, avvenuto mercoledì 30 marzo a Montecitorio
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Le contestazioni, la prova tv, le scuse, il referto, la possibilità di una sanzione: lo scontro tra il ministro della Difesa e il presidente della Camera sembra tratto dalle cronache sportive di un derby infuocato. E invece è tutto accaduto in parlamento

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di Filippo Maria Battaglia

La contestazione fuori, lo scontro dentro. Poi l’insulto all’arbitro da parte di un giocatore e lo stop dell’incontro. E ancora la prova tv, la possibilità di una sanzione con tanto di “ferma deplorazione per il comportamento”.
Potrebbe essere il copione di una delle ultime partite di campionato. Potrebbe esserlo, appunto, ma non lo è. Perché in questo caso il campo non è uno stadio, ma il parlamento. Il giocatore non è un calciatore, ma un ministro della Repubblica, e l’arbitro fa di mestiere il presidente della Camera.
Lo scontro tra Fini e La Russa durante il dibattito sul processo breve, con quest’ultimo che manda a quel paese la terza carica dello Stato, costretta a sospendere la seduta somiglia infatti di ora in ora al dopopartita di un derby infuocato.
L’ultima novità arriva dall’organo giudicante - che qui si chiama collegio dei questori e non giudice sportivo. Complice anche la prova tv (altra curiosa assonanza calcistica), arriva infatti la "ferma deplorazione per il comportamento in aula del ministro La Russa e la deplorazione per i comportamenti, dopo la sospensione della seduta". Non solo: si profila inoltre "la necessità di un approfondimento" nelle "sedi dovute sulla possibilità di irrogare sanzioni nei confronti di deputati che siano membri del governo".

Le contestazioni fuori dal campo - Ma partiamo dal prologo. È il pomeriggio di mercoledì 30 marzo. All’esterno del campo (rectius, di Montecitorio) arrivano i contestatori. Sono un centinaio di manifestanti (ultras) si fermano ad un passo del portone della Camera dei deputati e prendono di mira, tra gli altri, Ignazio La Russa che proprio in quel momento sta passando per la piazza. “Venduto”, “ladri”, “fascisti”, gridano al ministro della Difesa e lanciano delle monetine.

Gli scontri della partita – Il giocatore (La Russa, che in questo caso è pure un ministro) entra in aula, chiede la parola, afferra il microfono e si scaglia contro l’avversario (per ora, solo l’opposizione: il video): “C'eravate? - dice il ministro - Quello che sta avvenendo fuori non so se sia frutto della vostra predicazione, ma non si è mai vista una cosa del genere fuori dal Parlamento". E aggiunge: "Voi siete complici!".
Ma l’avversario non ci sta. Franceschini (capogruppo o, se preferite, capitano del Pd) entra in tackle: "Credo che le parole e il tono di voce e i comportamenti dell'ultima mezz'ora del ministro La Russa parlino chiaro. Noi condanniamo sempre senza esitazione ogni violenza, ma mi chiedo per quale motivo una delle migliaia di manifestazioni che avvengono davanti alla Camera, anziché svolgersi come sempre dietro le transenne, all'obelisco, è 'stranamente' arrivata sino all'ingresso di Montecitorio". E la domanda si trasforma in insinuazione: "Chi ha disposto questo?", chiede il capogruppo Pd (il video).

L’insulto all’arbitro – La sortita dell’avversario manda su tutte le furie l'altro giocatore (già in passato finito nell'occhio del ciclone per episodi simili) che si alza in piedi, inizia a battere le mani e grida “bravobravobravobravo” a  ripetizione. La reazione è forte, insolita e  imbarazza i suoi compagni di squadra (Frattini guarda altrove, Alfano sorride imbarazzato). Uno di essi (il ministro Romano) prova a calmare il giocatore.
A questo punto interviene l’arbitro (il presidente della Camera), che fischia il fallo. E l’invito è già un’ammonizione: “Ministro, la invito a tener eun comportamento più consono”. La Russa non ci sta e insiste: “Sto solo applaudendo, non mi rompere!”. Fini lo invita di nuovo a darsi una calmata. Il giocatore a quel punto sbotta, mandando a quel paese il direttore di gara (a dire il vero, già da tempo considerato da una squadra troppo di parte). Partita sospesa e tante polemiche.

Le proteste – Ma non finisce qui. Tra cori da stadio, la querelle divampa, anche dai giocatori dello stesso schieramento (i parlamentari del Pdl). Come scrive Monica Guerzoni sul Corriere, un gruppo di deputati capitanati dall’ex ministro Claudio Scajola critica apertamente La Russa: “Bisognava proprio fare tutto questo casino? Non si possono fare queste cose in Parlamento”, gli dice. Il ministro della Difesa, secondo i resoconti, incassa.

Il referto arbitrale: Il 'vaffa...' del ministro a Fini viene annotato nel resoconto stenografico dei lavori dell'aula. Eccolo: "(Applausi polemici del Ministro La Russa - Vivi commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)". Il ministro applaude ironico Franceschini: "Bravo, bravo! (Dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: fascista, coglione!)!". Interviene il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Onorevole Ministro, la prego. Onorevole La Russa, la prego di avere un atteggiamento rispettoso (Commenti del Ministro La Russa)! Onorevole Ministro, la prego di avere un atteggiamento rispettoso!". Prosegue lo stenografico: "Ignazio La Russa, Ministro della difesa. Va... (All'indirizzo della Presidenza)! Presidente: Onorevole Ministro, non le consento di insultare la Presidenza (Commenti del Ministro La Russa). Sospendo la seduta".

Le scuse del giocatore all’arbitro - L'episodio ha una certa eco. E dopo poco arrivano le scuse a Fini. Scuse? Si fa per dire: "Sicuramente non ho insultato il presidente della Camera. Non ci siamo mai insultati e non comincio certo a farlo in Aula". La Russa conferma però le indiscrezioni circa una sua telefonata a Fini in serata.
Il presidente della Camera, però, non ci sta. Sottolinea che quella del ministro della Difesa "non è stata un'offesa alla persona ma all'istituzione". E aggiunge: "La gravità di quanto accaduto sarà quindi valutata dagli organismi di Montecitorio".

L'Aula come una curva? -
La parola passa così al giudice sportivo (il collegio arbitrale), che parla di "ferma deplorazione". Più che un'ipotesi, la sanzione diventa una probabilità: non ci sono precedenti, ma La Russa rischia la sospensione delle votazioni per un periodo di tempo variabile (una sorta di giornata di squalifica dal campionato parlamentare: si deciderà comunque martedì 5 aprile).
Intanto i commenti fuori dal campo diventano infuocati. I giocatori di una squadra attaccano l'arbitro ("l'autorevolezza e la credibilità del presidente della Camera si sono tragicamente avvicinate allo zero", sbotta il deputato dei responsabili Lehner); i giocatori dell'altra vanno contro la squadra avversaria ("Un ministro della Difesa che ad un normale intervento manda 'affanculo' il presidente della Camera o, come ha chiarito dopo, il capogruppo dell'opposizione richiede provvedimenti importanti", dice Franceschini del Pd).
Come una partita, dunque? Forse si. Se non fosse che siamo in curva, ma a Montecitorio e che alla fine non si capisce chi siano gli ultras e i moderati.

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