I tunisini che arrivano sulle coste italiane "devono essere rimpatriati o ridistribuiti verso altri paesi europei" dice il ministro degli Esteri. "Nelle ultime 48 ore - aggiunge - la Tunisia ha bloccato 1200 persone in partenza". AUDIO
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I tunisini che arrivano sulle coste italiane "devono essere rimpatriati o ridistribuiti verso altri paesi europei. E' clamoroso che non ci sia solidarietà da nessuno dei paesi europei, compresi quelli verso i quali molti tunisini vorrebbero andare, cioè la Francia". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato durante 'La telefonata' di Maurizio Belpietro del programma Mattino Cinque, sottolineando che "non possiamo accettare che dalla Tunisia fugga la gente come se ci fosse la guerra, sono migranti economici".
Nelle ultime 48 ore la Tunisia ha comunicato di aver bloccato "oltre 1200 persone in partenza dalle sue coste a bordo di una ventina di barconi" ha riferito inoltre Frattini. Per il titolare della Farnesina si tratta di un primo segnale, che gli accordi bilaterali raggiunti venerdi' scorso a Tunisi cominciano a funzionare.
Quanto ai migranti in arrivo dalla Libia, Frattini ha rilevato che si tratta di "somali, eritrei, che hanno bisogno di protezione internazionale. Sono dei veri e propri rifugiati". In Libia "la situazione è diversa", ha affermato Frattini, sottolineando come sia "molto importante" che il gruppo di Bengasi abbia dichiarato di volere, "insieme a paesi come l'Italia, riprendere quel contrasto all'immigrazione che c'era stato". E lunedì il ministro degli Esteri riceverà a Roma il responsabile per la politica estera del Consiglio nazionale transitorio libico, Ali al Isawi. Ali Al Isawi è l'ex ambasciatore libico in India, passato con i ribelli quando Muammar Gheddafi ha iniziato a reprimere nel sangue la rivolta popolare. Frattini ha ricordato di aver avuto "più volte" nelle ultime settimane "l'occasione di parlare con il capo" del Consiglio dei ribelli a Bengasi, Mahmoud Jibril.
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