Berlusconi: spesi 20 milioni di euro dai pm per accuse false

Politica
Processo Mediatrade, 28 marzo 2011: Berlusconi esce dal tribunale di Milano e saluta un gruppo di sostenitori
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Il premier interviene sul processo Mediatrade, che lo vede imputato per frode fiscale e appropriazione indebita, e attacca i giudici: "Il comunismo in Italia non si è mai arreso: c’è ancora chi usa il codice penale come uno strumento di lotta ideologica"

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Nuovo duro attacco del presidente dei consiglio Silvio Berlusconi alla magistratura. In un messaggio audio pubblicato sul sito dei promotori della libertà (gli stessi che lunedì 28 marzo avevano organizzato un presidio a sostegno del premier davanti al Palazzo di giustizia di Milano), Berlusconi ha infatti detto che "le accuse sono così false che c'è da chiedersi con quale coraggio la procura di Milano abbia insistito a spenderci sopra tra consulenze, rogatorie e atti processuali qualcosa come una ventina di milioni di euro tolte dalle tasche dei contribuenti". Il premier ha poi aggiunto: "È una realtà incontestabile, confermata da tutti i testimoni, che dal gennaio 1994, data della mia discesa in campo nella politica, dopo essermi dimesso da ogni carica, mi sono allontanato dalle aziende che avevo fondato, per dedicarmi solo ed esclusivamente al bene del mio Paese".

"L'accusa della Procura è che io in qualità di socio occulto, ovvero non dichiarato, di un imprenditore americano che vendeva a Mediaset i diritti dei telefilm e dei film della Paramount, avrei diviso con lui gli utili di quelle imprese. L'accusa è totalmente falsa e i miei avvocati lo hanno ampiamente dimostrato", ha spiegato il premier respingendo le accuse del processo Mediatrade, che lo vede imputato per frode fiscale e appropriazione indebita.

Il premier ha poi proseguito il suo attacco alla magistratura sostenendo che "purtroppo il comunismo in Italia non si è mai arreso: c’è ancora chi usa il codice penale come uno strumento di lotta ideologica e pensa che la parte politicizzata della magistratura possa usare qualsiasi mezzo per annientare l’avversario vittorioso nelle elezioni e forte nel consenso popolare". "Anche questa volta l’attacco fallirà" confida comunque Berlusconi.

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